Da Corriere della Sera del 02/08/2006
La bomba esplose alla stazione il 2 agosto 1980: 85 morti e 200 feriti
Strage di Bologna: Marini, nessun perdono
Molti messaggi nella giornata del ricordo. Il sindaco Cofferati: «La ferita si rimargina solo con la verità»
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BOLOGNA - C'è stato l'indulto, ma per gli autori della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 «non c'è alcun perdono». È la dura condanna del presidente del Senato, Franco Marini, espressa in un messaggio inviato in occasione dell'anniversario del massacro. «Nessuna acquiescenza verso coloro che non ritengono indispensabile arrivare a una chiara, definitiva, giusta verità», ha proseguito Marini.
Fischi isolati di 6-7 anarchici (contestati a loro volta), molti applausi. La contestazione che negli anni scorsi aveva accompagnato e condizionato la commemorazione, soprattutto contro gli esponenti del governo Berlusconi, quest'anno è stata molto ridimensionata.
MESSAGGI - Sono stati numerosi i messaggi inviati dalle massime autorità dello Stato. «La strage alla stazione di Bologna è una delle troppe pagine nere del nostro Paese. Una ferita inferta alla democrazia, una ferita lacerante che ancora oggi non si rimargina. Il dovere delle istituzioni è quello di lavorare ogni giorno per il trionfo della veritá e della giustizia», ha scritto il presidente del Consiglio, Romano Prodi.
L'attentato creò «sgomento nell'intero Paese, scosso dalla viltà e dalla ferocia di quel tremendo fatto criminoso che mirava a scardinare il nostro sistema democratico». Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera a Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage.
«La tragedia del 2 agosto 1980 rappresenta uno dei simboli più drammatici dell'orrore cui è potuto giungere il terrorismo nel nostro Paese», ha detto il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, nel suo messaggio.
«SOLO VERITÀ RIMARGINA LA FERITA» - «Abbiamo continuato a ricordare perché la verità giudiziaria e quella storica si completassero, per chiudere una ferita profonda che si potrà rimarginare solo quando non resteranno zone d’ombra», ha detto il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, intervenendo in consiglio comunale.
«FALLIMENTO NON SCOPRIRE MANDANTI» - «Vogliamo sentire impegni precisi dal governo, perché del segreto di Stato parliamo da 22 anni», ha replicato Paolo bolognesi, presidente dell'Associazione vittime del 2 agosto. «Il fatto che in 26 anni non si sia riusciti ad assicurare alla giustizia i mandanti, lo considero anche un fallimento della classe politica e di chi ha presieduto le istituzioni».
SEGRETO DI STATO: C'È O NON C'È? - «Sulla strage di Bologna il segreto di Stato non c'è e di conseguenza chi lo invoca lo confonde con il segreto sugli atti di indagine, che dipende dalla magistratura». Lo afferma il consigliere regionale emiliano di Forza Italia, Andrea Leoni. Il ministro per l'Attuazione del programma, Giulio Santagata: «Il segreto di Stato non è mai stato sollevato sulla strage di Bologna. Il governo s'impegna a nominare un commissario straordinario per garantire una più efficace applicazione della legge 206 del 2004 sulle nuove norme a favore delle vittime del terrorismo, e ancora in parte inapplicata», ha assicurato Santagata.
Fischi isolati di 6-7 anarchici (contestati a loro volta), molti applausi. La contestazione che negli anni scorsi aveva accompagnato e condizionato la commemorazione, soprattutto contro gli esponenti del governo Berlusconi, quest'anno è stata molto ridimensionata.
MESSAGGI - Sono stati numerosi i messaggi inviati dalle massime autorità dello Stato. «La strage alla stazione di Bologna è una delle troppe pagine nere del nostro Paese. Una ferita inferta alla democrazia, una ferita lacerante che ancora oggi non si rimargina. Il dovere delle istituzioni è quello di lavorare ogni giorno per il trionfo della veritá e della giustizia», ha scritto il presidente del Consiglio, Romano Prodi.
L'attentato creò «sgomento nell'intero Paese, scosso dalla viltà e dalla ferocia di quel tremendo fatto criminoso che mirava a scardinare il nostro sistema democratico». Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera a Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage.
«La tragedia del 2 agosto 1980 rappresenta uno dei simboli più drammatici dell'orrore cui è potuto giungere il terrorismo nel nostro Paese», ha detto il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, nel suo messaggio.
«SOLO VERITÀ RIMARGINA LA FERITA» - «Abbiamo continuato a ricordare perché la verità giudiziaria e quella storica si completassero, per chiudere una ferita profonda che si potrà rimarginare solo quando non resteranno zone d’ombra», ha detto il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, intervenendo in consiglio comunale.
«FALLIMENTO NON SCOPRIRE MANDANTI» - «Vogliamo sentire impegni precisi dal governo, perché del segreto di Stato parliamo da 22 anni», ha replicato Paolo bolognesi, presidente dell'Associazione vittime del 2 agosto. «Il fatto che in 26 anni non si sia riusciti ad assicurare alla giustizia i mandanti, lo considero anche un fallimento della classe politica e di chi ha presieduto le istituzioni».
SEGRETO DI STATO: C'È O NON C'È? - «Sulla strage di Bologna il segreto di Stato non c'è e di conseguenza chi lo invoca lo confonde con il segreto sugli atti di indagine, che dipende dalla magistratura». Lo afferma il consigliere regionale emiliano di Forza Italia, Andrea Leoni. Il ministro per l'Attuazione del programma, Giulio Santagata: «Il segreto di Stato non è mai stato sollevato sulla strage di Bologna. Il governo s'impegna a nominare un commissario straordinario per garantire una più efficace applicazione della legge 206 del 2004 sulle nuove norme a favore delle vittime del terrorismo, e ancora in parte inapplicata», ha assicurato Santagata.
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