Da La Repubblica del 09/08/2006
Due teschi e ossa umane in un anfratto a un chilometro di distanza dal covo di Provenzano
Corleone, l´ultimo mistero trovato un cimitero di mafia
di Salvo Palazzolo
PALERMO - I misteri di Corleone sono ancora racchiusi attorno al covo di Montagna dei cavalli, dove fu arrestato Bernardo Provenzano. A poca distanza, un agricoltore stava sistemando il suo podere quando si è ritrovato sulla zappa due teschi e altra ossa umane. Difficile stabilire a quando risalgono. Gli esperti della polizia scientifica sono già al lavoro per estrarre il Dna dai reperti: solo così si potrà spuntare il lungo elenco degli scomparsi di Corleone, che inizia dagli anni Cinquanta, quando i picciotti di Luciano Liggio sfidarono i mafiosi del dottore Michele Navarra e ne scaturì una lunga faida. Nella lista delle «lupare bianche» ci sono anche i martiri di Corleone: i parenti del sindacalista Placido Rizzotto non hanno mai smesso di chiedere allo Stato di cercare le ossa del proprio congiunto.
La polizia è tornata a scavare a Corleone. Per scoprire se accanto a quei due teschi ci sia un cimitero di mafia. Ieri sera, alla luce delle fotoelettriche dei vigili del fuoco, sono già spuntate due mandibole, alcune vertebre e un frammento di coccige. La prima indicazione del medico legale non sembra lasciare dubbi sulle cause della morte: uno dei due teschi presenta un foro sopra l´orbita sinistra, probabilmente è un colpo di arma da fuoco.
I resti si trovano ai piedi di un contrafforte roccioso, in contrada Chiosi, a un centinaio di metri dalla strada provinciale che collega la zona con contrada Margi. A un chilometro di distanza, in linea d´aria, c´è Montagna dei cavalli, dove l´11 aprile fu sorpreso Bernardo Provenzano dentro il casolare di un allevatore. A Corleone sono tornate le transenne della polizia: la Procura di Termini Imerese, diretta da Alberto Di Pisa, ha già disposto che sul luogo del ritrovamento delle ossa si cerchi meglio, e a fondo. Così come già si era fatto attorno al covo di Provenzano, alla ricerca di biglietti o altri tesori di mafia. Ma quella volta erano emerse soltanto due vecchie pistole, che in queste ultime settimane hanno impegnato non poco gli esperti della Scientifica.
I misteri di Corleone sono quelli di Provenzano, ma non solo. Dopo l´arresto del boss, l´intelligence antimafia ha iniziato a temere nuovi fermenti criminali all´interno delle cosche del Palermitano. La pax è stata rotta il 2 agosto scorso, con l´omicidio di un bracciante, Angelo Lo Voi, nelle campagne di San Cipirello. Nessuno si sente di fare analisi sul futuro criminale di Cosa nostra. Di certo, qualcuno sta cercando di conquistare gli spazi lasciati liberi dagli arresti. Il neo procuratore di Palermo, Francesco Messineo, l´ha detto chiaramente al momento del suo insediamento, qualche giorno fa: «Non bisogna abbassare la guardia».
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