Da Nuova Agenzia Radicale del 28/09/2006

Somalia. Giustiziato a Mogadiscio dalle corti islamiche

Un giovane è stato messo a morte in pubblico nella capitale somala Mogadiscio, dopo essere stato riconosciuto responsabile di omicidio.

Si tratta della prima esecuzione a Mogadiscio da quando – nel giugno 2006 – l’Unione delle Corti Islamiche ha strappato il controllo della città ai “signori della guerra”. All’esecuzione di Abduqadir Diriye, 25 anni circa, hanno assistito più di 6.000 persone.

L’uomo avrebbe ammesso l’omicidio di un imprenditore, avvenuto nel corso di una lite su un telefono cellulare. Un pubblico ministero delle Corti Islamiche aveva avvertito le persone per radio affinché assistessero all’esecuzione, avvenuta in piazza nei pressi di un’accademia di polizia.

Spettatori e giornalisti erano stati avvisati di non scattare fotografie.
Da dietro una mitragliatrice montata su una jeep, un uomo controllava la folla.

Al prigioniero sono stati legati mani e piedi e coperto il capo, poi gli è stato detto di pregare, infine è stato fucilato da un plotone di otto uomini. Dalla folla si sono levate grida “Allah è grande”, mentre altri spettatori hanno manifestato disappunto.

Un militante islamista di nome Omar Iman ha spiegato a tutti i presenti che l’esecuzione costituisce un deterrente: “Abbiamo cominciato ad applicare la sharia. E’ un avvertimento per i potenziali criminali”, ha detto.
In origine era prevista l’esecuzione di un secondo uomo, la cui condanna a morte è stata tuttavia commutata in ergastolo dopo che la sua famiglia ha chiesto clemenza.

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