Da redazione del 05/10/2006
Somalia
FORLI' - La città ricorda il sacrificio di Annalena Tonelli
Fonte: RomagnaOggi
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Forli’ – Dopo tre anni dalla morte di Annalena Tonelli il suo ricordo non si attenua e continua a vivere ancora fra i suoi concittadini. Grande e vivo è ancora oggi il suo esempio di una esistenza condotta sempre in prima persona, a viso aperto, lottando contro i mali e le ingiustizie che attanagliano l’umanità.
Per commemorare la figura e l’opera della missionaria forlivese le Istituzioni cittadine, in collaborazione con il Comitato per la Lotta contro la Fame nel Mondo, celebreranno il terzo anniversario della morte di Annalena Tonelli giovedì 5 ottobre 2006. La cerimonia è prevista per giovedì pomeriggio alle 17.30 al Centro per la Pace di via Andrelini, 59 alla presenza delle massime autorità cittadine.
“IO SONO NOBODY” - Il 5 ottobre del 2003 venne uccisa da estremisti Borama, in Somalia, Annalena Tonelli, missionaria laica forlivese che aveva dedicato la propria vita agli ammalati, ai poveri e ai dimenticati dell'Africa. Inizialmente aveva fondato un cronicario, orfanotrofio nella città portuale di Merca. Negli ultimi tempi ha operato a Borama, Nord-Ovest della Somalia, a un'ora di aereo da Jibuti. Ha riattivato ospedale e ambulatorio per la cura e prevenzione della tubercolosi: un migliaio circa di malati e un ritmo intensissimo di lavoro.
Oltre alle cure mediche, ha iniziato anche: scuole di alfabetizzazione per bambini e adulti tubercolotici, corsi di istruzione sanitaria al personale paramedico, una scuola per bambini sordomuti e handicappati fisici. L'Organizzazione Mondiale della Sanità fornisce i medicinali essenziali e Annalena provvedeva alla spesa del mantenimento della struttura ospedaliera, stipendi al personale, cibo ai pazienti, materiale e attrezzature scolastiche.
Si guadagnò sul campo il titolo di dottore occupandosi dei nomadi del deserto malati di tubercolosi e sperimentando un nuovo metodo per la cura di questa malattia, in seguito adottato come progetto pilota in Africa. Espulsa dal Kenya per aver scongiurato, con le sue denunce, un massacro di alcune popolazioni nomadi da parte del governo di Nairobi, era finita in Somalia, prima a Mogadiscio, poi a Merca, che lasciò nel 1995 quando la situazione si fece insostenibile. Il medico italiano che la Caritas mandò a sostituirla, Graziella Fumagalli, fu uccisa pochi mesi dopo da sicari armati dai signori della guerra.
Trasferitasi a Borama, nel Somaliland (la regione autoproclamatasi autonoma dalla Somalia) la Tonelli aveva riaperto l'ospedale locale, organizzando scuole per ciechi e sordomuti, salvando migliaia di bambine dalla mutilazione genitale femminile e affrontando il problema dell'Aids. La sua volontà di dialogo con i musulmani le aveva attirato minacce e aggressioni. Ma lei – vincitrice, tra l'altro, del 'Nansen Refugee Award', il più prestigioso premio per chi fornisce assistenza umanitaria ai profughi - andava avanti, semplicemente e senza timore, anche se non di rado aveva premonizioni del suo destino, a cui gli aggressori hanno posto brutalmente fine il 5 ottobre 2003, quando aveva raggiunto i 60 anni.
La ricordiamo attraverso un brano di una delle sue rare uscite pubbliche, nel 2002 in Vaticano, in occasione della 'Giornata internazionale per il volontariato':
"La vita ha un senso solo se si ama. Nulla ha senso al di fuori dell'amore. La mia vita ha conosciuto tanti e poi tanti pericoli, ho rischiato la morte tante e poi tante volte. Sono stata per anni nel mezzo della guerra. Ho sperimentato nella carne dei miei, di quelli che amavo, e dunque nella mia carne, la cattiveria dell'uomo, la sua perversità, la sua crudeltà, la sua iniquità. E ne sono uscita con la convinzione incrollabile che ciò che conta è solo amare. Ed è allora che la nostra vita diventa degna di essere vissuta".
Di se stessa Annalena diceva "io sono nobody", sono 'nessuno', per far capire quanto valore dava alla presenza degli altri. È diventato il titolo del libro scritto in sua memoria, ma, leggendolo, emerge invece che Annalena era 'qualcuno' di molto importante, che ci ha regalato un esempio da seguire.
Per commemorare la figura e l’opera della missionaria forlivese le Istituzioni cittadine, in collaborazione con il Comitato per la Lotta contro la Fame nel Mondo, celebreranno il terzo anniversario della morte di Annalena Tonelli giovedì 5 ottobre 2006. La cerimonia è prevista per giovedì pomeriggio alle 17.30 al Centro per la Pace di via Andrelini, 59 alla presenza delle massime autorità cittadine.
“IO SONO NOBODY” - Il 5 ottobre del 2003 venne uccisa da estremisti Borama, in Somalia, Annalena Tonelli, missionaria laica forlivese che aveva dedicato la propria vita agli ammalati, ai poveri e ai dimenticati dell'Africa. Inizialmente aveva fondato un cronicario, orfanotrofio nella città portuale di Merca. Negli ultimi tempi ha operato a Borama, Nord-Ovest della Somalia, a un'ora di aereo da Jibuti. Ha riattivato ospedale e ambulatorio per la cura e prevenzione della tubercolosi: un migliaio circa di malati e un ritmo intensissimo di lavoro.
Oltre alle cure mediche, ha iniziato anche: scuole di alfabetizzazione per bambini e adulti tubercolotici, corsi di istruzione sanitaria al personale paramedico, una scuola per bambini sordomuti e handicappati fisici. L'Organizzazione Mondiale della Sanità fornisce i medicinali essenziali e Annalena provvedeva alla spesa del mantenimento della struttura ospedaliera, stipendi al personale, cibo ai pazienti, materiale e attrezzature scolastiche.
Si guadagnò sul campo il titolo di dottore occupandosi dei nomadi del deserto malati di tubercolosi e sperimentando un nuovo metodo per la cura di questa malattia, in seguito adottato come progetto pilota in Africa. Espulsa dal Kenya per aver scongiurato, con le sue denunce, un massacro di alcune popolazioni nomadi da parte del governo di Nairobi, era finita in Somalia, prima a Mogadiscio, poi a Merca, che lasciò nel 1995 quando la situazione si fece insostenibile. Il medico italiano che la Caritas mandò a sostituirla, Graziella Fumagalli, fu uccisa pochi mesi dopo da sicari armati dai signori della guerra.
Trasferitasi a Borama, nel Somaliland (la regione autoproclamatasi autonoma dalla Somalia) la Tonelli aveva riaperto l'ospedale locale, organizzando scuole per ciechi e sordomuti, salvando migliaia di bambine dalla mutilazione genitale femminile e affrontando il problema dell'Aids. La sua volontà di dialogo con i musulmani le aveva attirato minacce e aggressioni. Ma lei – vincitrice, tra l'altro, del 'Nansen Refugee Award', il più prestigioso premio per chi fornisce assistenza umanitaria ai profughi - andava avanti, semplicemente e senza timore, anche se non di rado aveva premonizioni del suo destino, a cui gli aggressori hanno posto brutalmente fine il 5 ottobre 2003, quando aveva raggiunto i 60 anni.
La ricordiamo attraverso un brano di una delle sue rare uscite pubbliche, nel 2002 in Vaticano, in occasione della 'Giornata internazionale per il volontariato':
"La vita ha un senso solo se si ama. Nulla ha senso al di fuori dell'amore. La mia vita ha conosciuto tanti e poi tanti pericoli, ho rischiato la morte tante e poi tante volte. Sono stata per anni nel mezzo della guerra. Ho sperimentato nella carne dei miei, di quelli che amavo, e dunque nella mia carne, la cattiveria dell'uomo, la sua perversità, la sua crudeltà, la sua iniquità. E ne sono uscita con la convinzione incrollabile che ciò che conta è solo amare. Ed è allora che la nostra vita diventa degna di essere vissuta".
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