Da APCom del 17/11/2006
Somalia. Armi italiane per il governo provvisorio somalo
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Almeno 18 camion dell'Esercito italiano sarebbero arrivati nel 2005 nel porto di El Maan, alle porte di Mogadiscio e si sarebbero diretti poi nella località di Johwar, allora sede del governo provvisorio, su alcuni degli automezzi sarebbero state montate mitragliatrici anti-aeree; lo sostiene una nuova inchiesta di Rainews 24, citata dalla Misna, nelle stesse ore in cui un nuovo rapporto di esperti dell'Onu denuncia il presunto coinvolgimento di 10 governi di Africa e Medio Oriente nella fornitura di armi alla Somalia malgrado l'embargo internazionale.
Nel maggio scorso un precedente dossier del Palazzo di Vetro - al quale si riferisce la prima parte dell'inchiesta - indicava anche l'Italia tra i paesi che hanno violato il divieto di vendere armi alla Somalia introdotto nel 1992 dopo il crollo del regime di Siad Barre e l'inizio della guerra civile. Secondo il coordinatore degli ispettori Onu Bruno Schiemsky, le risposte fornite dal governo italiano - totale estraneità all'invio di camion e ammissione di sei spedizioni aeree di materiale attraverso la cooperazione - "più che offrire risposte, apre nuovi interrogativi".
Secondo l'Italia - come si legge in una lettera della rappresentanza del nostro paese all'Onu, ricordata dalla Misna - i camion potrebbero essere stati esportati da un privato ma nessuna documentazione in merito è stata fornita dalle autorità né sono stati indicati eventuali acquirenti degli automezzi dell'esercito.
L'inchiesta di Rainews 24 chiama ancora in causa l'Italia anche nel nuovo rapporto appena presentato al Consiglio di sicurezza, nel quale si accusa l'Eritrea di aver fornito armi alle Corti islamiche che controllano Mogadiscio: il governo di Asmara avrebbe acquistato da un'azienda italiana componenti per i caccia 'Mb 339', regolarmente registrata in base alla legge sul commercio internazionale di armi, che prevede però il blocco delle forniture verso i paesi destinatari di aiuti della Cooperazione governativa. Come nel caso dell'Eritrea.
Nel maggio scorso un precedente dossier del Palazzo di Vetro - al quale si riferisce la prima parte dell'inchiesta - indicava anche l'Italia tra i paesi che hanno violato il divieto di vendere armi alla Somalia introdotto nel 1992 dopo il crollo del regime di Siad Barre e l'inizio della guerra civile. Secondo il coordinatore degli ispettori Onu Bruno Schiemsky, le risposte fornite dal governo italiano - totale estraneità all'invio di camion e ammissione di sei spedizioni aeree di materiale attraverso la cooperazione - "più che offrire risposte, apre nuovi interrogativi".
Secondo l'Italia - come si legge in una lettera della rappresentanza del nostro paese all'Onu, ricordata dalla Misna - i camion potrebbero essere stati esportati da un privato ma nessuna documentazione in merito è stata fornita dalle autorità né sono stati indicati eventuali acquirenti degli automezzi dell'esercito.
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