Professor Luciano Cecchi, come microbiologo e tossicologo del Cnr, si è fatto un' idea sul modo in cui Litvinenko può essere stato avvelenato con il polonio 210? "E' plausibile che gli sia stato somministrato per inalazione, perché è come una polvere, una sabbia finissima. Di sicuro chi ha architettato tutto è un esperto, per le complicazioni nel trattare la sostanza e per la difficoltà nel procurarsela. Il polonio potrebbe anche essere stato sciolto in un liquido, ma in quel caso ne sarebbe servita una quantità maggiore". Quali sono i pericoli per chi è stato negli stessi posti frequentati dall' ex spia russa dopo l' avvelenamento? "Tutto dipende dalla quantità e dalla concentrazione di polonio 210 che è stata usata. Se si è trattato della sostanza in polvere, chi ne è venuto eventualmente a contatto ha arrossamenti sulla pelle e necrosi. Quanto alla radioattività, ancora una volta quale sia il pericolo di sviluppare patologie tumorali dipende da quanto polonio è finito in giro. Di sicuro ci vorrà una bonifica, perché si tratta di una sostanza dalla vita lunghissima, che resta attiva per milioni di anni".