Da Meridiano del 01/12/2006

Guzzanti: «E’ solo un trucco»

Roma - E’ una «vergogna» intercettare i parlamentari con il «trucco». Parole e musica di Paolo Guzzanti, ex presidente della Commissione Mitrokhin, che si sente «offeso» e «in pericolo di vita» per il lavoro svolto fino a quando è stato a capo dell’organismo parlamentare italiano. «Si prende una persona con la quale il parlamentare ha rapporti, la si accusa di qualcosa, la si intercetta e si «aggira così la legge che vieta di intercettare i parlamentari e specialmente un presidente di una commissione di inchiesta, come me ai tempi di queste intercettazioni». E’ il suo commento alle trascrizioni di intercettazioni telefoniche riportate dalla stampa in merito alle sue conversazioni con Mario Scaramella. «Si intercetta un’altra persona con lo scopo di arrivare a me», insiste il senatore di Forza Italia. Guzzanti non si tira indietro in merito alle affermazioni rivolte nei confronti di Romano Prodi, ma nega di aver “cospirato”. Prodi, ricorda, «l’ho accusato davanti alla magistratura, con articoli di giornale, ma sempre alla luce del sole». Quanto a Pecoraro Scanio e altri, spiega, «ascoltavo quello che mi dicevano. E allora? Nessuna di quelle informazioni - assicura Guzzanti - è mai finita in documenti e dossier, o, peggio, usata per fini politici». L’ho detto più volte - spiega il vicedirettore de “Il Giornale” - che considero Prodi l’uomo di fiducia dell’Unione sovietica, secondo le informazioni che Anatoly Trofinov dette a Litvinenko. E Trofinov fu successivamente ucciso a colpi di mitra insieme alla moglie, perchè considero un mistero infame il fatto che Prodi, durante il rapimento Moro conoscesse strada, numero civico e interno del quartiere generale delle Brigate rosse, ma non lo comunicò alle autorità», tanto che «alla fine le forze di polizia furono dirottate a Gradoli paese, anzichè a via Gradoli, da cui i brigatisti fuggirono immediatamente». Guzzanti è un fiume in piena e continua: «Apprendo adesso - prosegue il senatore azzurro - che la stessa procura di Roma che non procedeva di fronte a gravi notizie di reato trasmesse su Romano Prodi, ministri e generali, nel frattempo operava in modo tale da intercettare una figura istituzionale come il presidente di una commissione bicamerale di inchiesta nell’esercizio delle sue funzioni». L’Italia - avverte Guzzanti - un Paese a sovranità limitatissima e anche occupata».

Arriva puntuale la replica del centrosinistra. Romano Prodi ha dato incarico ai propri legali di procedere contro gli autori di dichiarazioni e atti lesivi della sua dignità di cittadino e di rappresentante delle istituzioni in relazione al cosiddetto «caso Mitrokhin». E’ la risposta del premier alla notizia di «indagini» su di lui, su Alfonso Pecoraro Scanio e Antonio Bassolino affidate dal presidente della commissione Mitrokhin, il forzista Paolo Guzzanti, al consulente Mario Scaramella. Il segretario dei Ds Piero Fassino: «La vicenda Mitrokhin conferma quello che il caso Telecom Serbia aveva fatto emergere: è stata perseguita un’azione di denigrazione personale e di destabilizzazione istituzionale con cui si puntava a colpire e delegittimare il centrosinistra e i suoi principali esponenti politici. Non sono più tollerabili - aggiunge - reticenze e inaccettabili ambiguità. È tempo che si faccia chiarezza e si individuino le responsabilità politiche e personali di chi ha tentato di stravolgere la vita democratica del Paese».E torna a parlare anche Mario Scaramella, ex consulente della commissione Mitrokhin, ora indagato a Roma anche per violazione del segreto d’ufficio, oltre che per traffico d’armi: «Trovo paradossale questa curiosità su di me – sostiene - viene ucciso un militare dissidente dell’ex Unione sovietica, il mondo s’interroga sulle responsabilità di Vladimir Putin, e in Italia cosa fanno? Mi sommergono di insinuazioni e calunnie. Fortunatamente per me Scotland Yard è un’istituzione seria che mi sta trattando con tutte le attenzioni, anche sul fronte della sicurezza. E poi lo sottolineo: io sono venuto qui da testimone volontario, per collaborare alle indagini». Scaramella annuncia, inoltre, di aver consegnato alle autorità britanniche un dvd con le dichiarazioni spontanee di Alexander Litvinenko, avvelenato a Londra con il polonio 210. Fausto Bertinotti, presidente della Camera dice la sua sulle intercettazioni a Guzzanti: «Ripeto quello che ho sempre detto sulle: ci vuole un intervento, come previsto dalla proposta di legge da varare rapidamente, per dare un segno sul fatto che la privacy di tutte e di tutti va tutelata». Massimo Donati, capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera, pensa che «da tutti questi fatti la magistratura trarrà molti motivi di interesse pur restando materia che non rientra nell’esercizio di un’attività politica. Qualora emergessero profili di responsabilità penale - dice Donati - si tratterebbe di pura e semplice criminalità» Intanto il Copaco ha deciso di convocare per mercoledì prossimo, 6 dicembre Paolo Guzzanti in relazione alle vicende riguardanti la commissione Mitrokhin e le recenti dichiarazioni di alcuni suoi consulenti.

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