Da Il Resto del Carlino del 29/12/2006
OMICIDIO DELL'OLGIATA
Il marito chiede la riapertura del caso
La contessa Alberica Filo della Torre fu uccisa il 10 luglio del 1991 nella sua abitazione a Roma. Il killer non venne mai identificato. Dopo due archiviazioni, la procura di Roma potrebbe tornare ad indagare sull'omicidio
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Roma, 29 dicembre 2006 - La procura di Roma potrebbe tornare a indagare sull'omicidio di Alberica Filo della Torre, la contessa uccisa il 10 luglio del 1991 nella sua abitazione all'Olgiata , dopo essere stata strangolata e colpita alla testa con uno zoccolo.
La riapertura delle indagini (più volte finite in archivio perchè mai è stato identificato il killer) è stata sollecitata dal costruttore Pietro Mattei, marito della vittima, con una istanza di 20 pagine firmata dall'avvocato Giuseppe Marazzita e indirizzata al procuratore aggiunto Italo Ormanni.
Quattro operai erano al lavoro nel giardino della villa sin dal mattino per preparare la festa dei dieci anni di matrimonio che la coppia intendeva festeggiare con parenti, amici e conoscenti. In casa, oltre ai due figli della vittima, c'era una coppia di domestici. Dall'istruttoria emersero alla lunga sospetti su Roberto Iacono (figlio della governante dei due bimbi della vittima) e su Manuel Winston, un domestico filippino.
I due - secondo l'accusa - avevano tutti i motivi per nutrire rancore nei confronti della vittima. Il primo, noto per alcuni problemi di natura psicologica e assiduo frequentatore dell'abitazione Mattei, non aveva gradito il licenziamento della madre, che secondo alcuni testimoni era stata liquidata perchè chiedeva continui prestiti o aumenti di stipendi alla contessa
.Dal canto suo, Winston, che doveva restituire alla donna un milione di lire, era stato più volte visto discutere animatamente con lei. Fu l'esito dell'esame del dna, disposto con la formula dell'incidente probatorio dal gip, a evitare problemi ulteriori ai due indagati. Il procuratore aggiunto Ormanni, che ottenne in eredità il procedimento, chiese e ottenne una prima archiviazione del fascicolo nel giugno del 2005 perchè non fu mai identificato l'autore del delitto.
Stesso discorso avvenne qualche mese dopo: Naike Rivelli, figlia di Ornella Muti, dichiarò a un quotidiano romano di conoscere la verità sul giallo dell'Olgiata ma, in realtà, il suo verbale di interrogatorio non portò da nessuna parte. Da qui la seconda richiesta di archiviazione del procedimento nato anche a seguito di un esposto di Mattei cui non erano sfuggite le affermazioni della Rivelli.
Adesso, il costruttore, che nell'ora del delitto risultava al lavoro ma che per un periodo fu sfiorato da non pochi sospetti quando si scoprì che la moglie aveva all'estero diversi conti correnti per svariati miliardi, ha deciso di tornare alla carica perchè questo caso non rimanga senza soluzione.
La riapertura delle indagini (più volte finite in archivio perchè mai è stato identificato il killer) è stata sollecitata dal costruttore Pietro Mattei, marito della vittima, con una istanza di 20 pagine firmata dall'avvocato Giuseppe Marazzita e indirizzata al procuratore aggiunto Italo Ormanni.
Quattro operai erano al lavoro nel giardino della villa sin dal mattino per preparare la festa dei dieci anni di matrimonio che la coppia intendeva festeggiare con parenti, amici e conoscenti. In casa, oltre ai due figli della vittima, c'era una coppia di domestici. Dall'istruttoria emersero alla lunga sospetti su Roberto Iacono (figlio della governante dei due bimbi della vittima) e su Manuel Winston, un domestico filippino.
I due - secondo l'accusa - avevano tutti i motivi per nutrire rancore nei confronti della vittima. Il primo, noto per alcuni problemi di natura psicologica e assiduo frequentatore dell'abitazione Mattei, non aveva gradito il licenziamento della madre, che secondo alcuni testimoni era stata liquidata perchè chiedeva continui prestiti o aumenti di stipendi alla contessa
.Dal canto suo, Winston, che doveva restituire alla donna un milione di lire, era stato più volte visto discutere animatamente con lei. Fu l'esito dell'esame del dna, disposto con la formula dell'incidente probatorio dal gip, a evitare problemi ulteriori ai due indagati. Il procuratore aggiunto Ormanni, che ottenne in eredità il procedimento, chiese e ottenne una prima archiviazione del fascicolo nel giugno del 2005 perchè non fu mai identificato l'autore del delitto.
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Adesso, il costruttore, che nell'ora del delitto risultava al lavoro ma che per un periodo fu sfiorato da non pochi sospetti quando si scoprì che la moglie aveva all'estero diversi conti correnti per svariati miliardi, ha deciso di tornare alla carica perchè questo caso non rimanga senza soluzione.
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