Da Il Sole 24 Ore del 19/01/2007

Ghioni tace in Procura. Il Gip: «Improbabile che agisse da solo»

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Fabio Ghioni, il consulente esperto in informatica di Telecom arrestato giovedì nell'ambito dell'inchiesta sui dossier illegali, durante l'interrogatorio di garanzia condotto dal Gip Enrico Manzi. Il suo legale, Pilerio Plastina, ha presentato un'istanza al giudice nella quale contesta il fatto che Ghioni sia già stato interrogato venerdì mattina, e non nei prossimi giorni, fatto questo che ha comportato l'impossibilità di preparare una difesa adeguata. Inoltre, l'avvocato sostiene che «i magistrati non hanno in mano alcuna prova dell'attacco informatico», cui Ghioni avrebbe preso parte, contro il vicedirettore del Corriere della Sera Massimo Mucchetti e l'ex amministratore delegato della Rcs Vittorio Colao. «L'unica prova che i pm portano a sostegno della loro tesi è che Rocco Lucia (consulente di Telecom anch'egli arrestato giovedì) ha resettato il computer dal quale sarebbe partito l'attacco».

Il Gip: «Ghioni non avrebbe rischiato senza esplicita copertura». La magistratura di Milano vuole vederci chiaro sulla vicenda dei dossier illegali e in quest'ottica si motivano i quattro mandati di custodia di giovedì. «Si ha la netta sensazione che l'obiettivo finale di tutte queste attività fosse quello di anticipare mosse finanziarie e politiche non gradite a qualcuno, e predisporre le necessarie contromisure, giovandosi del ricorso a metodi illeciti», scrive il gip Giuseppe Gennari nell'ordinanza di custodia per Giuliano Tavaroli (in carcere da settembre), ex responsabile security di Telecom, Fabio Ghioni responsabile del sistema prevenzione da attacchi informatici, il giornalista Guglielmo Sasinini e il dipendente Telecom, Rocco Lucia. Secondo il magistrato «ci troviamo di fronte a una gravissima intromissione nella vita privata delle persone e a un tentativo di captazione occulta di dati riservati, mossa da logiche puramente partigiane... Logiche che tendono a beneficiare non già l'azienda come tale ma colui che in un dato momento storico ne è proprietario di controllo». A suo parere che Ghioni facesse tutto questo di sua iniziativa «è palesemente inverosimile e che Tavaroli gestisse pratiche di questo genere nel suo singolare interesse è parimenti altamente improbabile... nè è pensabile che Tavaroli si sia esposto a rischi quali quelli di cui oggi deve sopportare i costi, senza una definita ed esplicita copertura da parte dei vertici aziendali».

Secondo quanto riferito ai magistrati da Ghioni nell'interrogatorio del 15 settembre 2006, invece, la regia dell'attacco informatico nei suoi confronti di Mucchetti, sarebbe stata opera dell'ex presidente di Telecom, Marco Tronchetti Provera. Raccontava Ghioni: «È stato proprio Mucchetti a parlarmi di un attacco informatico contro i computer di Rcs, senza però dirmi se anche il suo computer avesse subito o meno un attacco. Essendo un nemico di Tronchetti Provera ed essendo autore di articoli molto critici nei confronti dei vertici di Telecom, lo stesso Mucchetti attribuiva a Tronchetti Provera la regia dell'attacco informatico».

Bernardini (ex Sisde): «Controllavamo l'Antitrust e politici». Quel che Ghioni non poteva immaginare a settembre è che oggi Marco Bernardini, l'ex uomo del Sisde poi investigatore privato, dall'estate scorsa nell'elenco degli indagati per i dossier illegali, collabora con i giudici per evitare l'arresto. Bernardini, tra l'altro, ha raccontato di un'intensa attività di spionaggio ai danni dell'Antitrust dopo che Telecom aveva subito una multa molto consistente dal Garante della concorrenza e del mercato. E ancora, Bernardini, in un interrogatorio del 29 novembre 2006, riferisce che Telecom gli chiese di «riuscire a procurare un contratto stipulato tra Tremonti e Bossi presso un notaio». Nello stesso interrogatorio, Bernardini precisa di essersi occupato di svolgere incarichi investigativi, tra gli altri, nei confronti di De Benedetti, Diego Della Valle, Gnutti e Tremonti. Non solo. Dall'ordinanza emerge anche che «per quanto riguarda Ghioni lo stesso mi ha sempre riferito - sostiene Bernardini - di avere la possibilità di accesso anche a dati sensibili di altri gestori come Vodafone e Wind».

Mapelli: «Quella telefonata sul rapporto Rcs». Nel testo dell'ordinanza del Gip è riportato, tra l'altro, che Patrizio Mapelli, amministratore delegato di Value Team e socio di Value Partners, società di consulenza con solidi legami di collaborazione con Telecom, ascoltato come testimone ha spiegato di aver ricevuto, nel gennaio-febbraio 2005, una telefonata dall'ex responsabile della Security di Telecom, in cui Tavaroli citò il contenuto di un rapporto su Rcs, destinato, a suo dire, all'ex presidente di Telecom, Marco Tronchetti Provera. «Quello che ricordo è che verso gennaio-febbraio 2005 - racconta Mapelli - ricevetti in tarda serata, all'incirca verso le 22, una telefonata da parte di Tavaroli sul mio cellulare... E questi mi riferiva che mi avrebbe citato nel contenuto di un rapporto sull'argomento Rcs destinato a Tronchetti».

Tronchetti Provera: «Mai ordinate attività illegali». Marco Tronchetti Provera ha comunque ribadito nella serata di venerdì attraverso una nota di non aver «mai dato incarico alcuno per lo svolgimento di attività illegali» in relazione all'inchiesta Telecom. Facendo seguito «a quanto già dichiarato in relazione alla propria totale estraneità alle vicende connesse all'illegittima creazione di dossier o rapporti sull'attività di aziende o persone», l'ex presidente di Telecom Italia ha ripetuto con forza che non ha mai, «durante la presidenza di Telecom Italia o di Pirelli e neppure prima, dato incarico alcuno per lo svolgimento di attività illegali». Tronchetti ha sottolineato inoltre che «egli stesso e i suoi famigliari hanno subito controlli illegali al pari degli altri soggetti coinvolti in queste vicende». L'emersione delle attività illegali sopra menzionate è peraltro «anche dovuta al contributo alle indagini della Magistratura dato dalle società Telecom Italia e Pirelli per sua diretta disposizione».

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