Da La Repubblica del 12/02/2007
Blitz della Digos a Milano, Padova, Trieste e Torino, 500 agenti impegnati. I membri dell'organizzazione filmati con le armi. Si autofinanziavano con rapine
Operazione antiterrorismo, 15 arresti. Ci sono militanti Cgil, Ichino fra gli obiettivi
Una lunga inchiesta avviata nel 2004 e coordinata da Ilda Boccassini. I militanti avevano una struttura articolata e si esercitavano a sparare nella Bassa Padana
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ROMA - Quindici persone arrestate, tutti militanti di un'organizzazione dell'ala movimentista delle Brigate Rosse, la cosiddetta "Seconda posizione". Fra loro, alcuni sindacalisti della Cgil, che sono stati subito sospesi. E' il primo bilancio di una vasta operazione antiterrorismo che ha impegnato le questure di Milano, Padova, Torino e Trieste con il coordinamento della Direzione centrale della Polizia di prevenzione. Oltre 500 gli agenti impegnati, con l'impiego di unità cinofile antisabotaggio, elicotteri e nuclei degli artificieri. I militanti sono accusati, fra l'altro, di associazione sovversiva e banda armata.
I pedinati. Tra gli obiettivi dei presunti terroristi, c'erano il professor Pietro Ichino, economista, "oggetto di sopralluoghi e di embrionali inchieste"; una delle abitazioni di Silvio Berlusconi, la casa di via Rovani a Milano; la sede dell'Eni a San Donato (Milano) "per ragioni di politica in Medio oriente"; la sede di Mediaset a Cologno Monzese; la redazione del quotidiano Libero, a Milano; la sede di Sky, anch'essa a Cologno Monzese; alcuni ex dirigenti della Breda, "ritenuti responsabili della morte di operai per malattie collegate alla presenza in fabbrica dell'amianto".
Gli arresti. Sei gli arresti e una ventina di perquisizioni a Padova, almeno un arresto a Milano e a Torino. Almeno 70 indagati. I militanti finiti in carcere si erano dati una struttura articolata e si esercitavano a sparare nella Bassa Padana. Tali esercitazioni sarebbero state filmate dalla Digos. Ai quindici, secondo indiscrezioni, è contestato il progetto di un attentato. Anzi, il ministro dell'Interno Amato, ha dichiarato: "Probabilmente lo abbiamo sventato".
Indagini dal 2004. L'operazione ha origine da un'indagine, iniziata dalla Digos di Milano nell'agosto del 2004 e coordinata dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano Ilda Boccassini, avviata in seguito al rinvenimento, in una cantina, di documentazione di natura eversiva e materiale riconducibile ad attività illegali (passamontagna, attrezzatura tecnica per fiamma ossidrica, timer ed altra strumentazione elettronica). Il gruppo si sarebbe autofinanziato con rapine.
I nomi. Tra gli arrestati c'è Alfredo Davanzo, 49 anni, ritenuto uno dei leader di "Seconda posizione". Era stato condannato nel 1982 a dieci anni di carcere per rapina a mano armata. Fermato nel 1998 a Parigi su richiesta della magistratura italiana, fu rimesso in libertà qualche giorno dopo dalla Corte d'Appello della capitale francese. E' stato preso a Raveo, un piccolo centro agricolo, settenta chilometri a Nord di Udine. Fra i militanti fermati a Padova, ci sono attivisti del Cpo, centro popolare occupato, "Gramigna". Risulta agli arresti anche Bruno Ghirardi, ex appartenente ai Colp (Comunisti organizzati per la liberazione del proletariato). Era libero, dopo aver scontato una ventina d'anni di prigione per una condanna subita nel 1984. I Colp erano un gruppo attivo in Italia e collegato in Francia con Actione Directe.
L'elenco degli arrestati. Per cinque giorni non potranno avere contatti con gli avvocati, secondo una norma del Codice di procedura penale viene applicato raramente. Ecco i nomi. Davide Bortolato, 36 anni; Amarilli Caprio, 26 anni; Alfredo Davanzo, 49 anni; Bruno Ghirardi, 50 anni; Massimiliano Gaeta, 31 anni; Claudio Latino, 49 anni; Alfredo Mazzamauro, 21 anni; Valentino Rossin, 35 anni; Davide Rotondi, 45 anni; Federico Salotto, 22 anni; Andrea Scantamburlo, 42 anni; Vincenzo Sisi, 53 anni; Alessandro Toschi, 24 anni; Massimiliano Toschi, 26 anni; Salvatore Scivoli, 54 anni.
I pedinati. Tra gli obiettivi dei presunti terroristi, c'erano il professor Pietro Ichino, economista, "oggetto di sopralluoghi e di embrionali inchieste"; una delle abitazioni di Silvio Berlusconi, la casa di via Rovani a Milano; la sede dell'Eni a San Donato (Milano) "per ragioni di politica in Medio oriente"; la sede di Mediaset a Cologno Monzese; la redazione del quotidiano Libero, a Milano; la sede di Sky, anch'essa a Cologno Monzese; alcuni ex dirigenti della Breda, "ritenuti responsabili della morte di operai per malattie collegate alla presenza in fabbrica dell'amianto".
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Indagini dal 2004. L'operazione ha origine da un'indagine, iniziata dalla Digos di Milano nell'agosto del 2004 e coordinata dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano Ilda Boccassini, avviata in seguito al rinvenimento, in una cantina, di documentazione di natura eversiva e materiale riconducibile ad attività illegali (passamontagna, attrezzatura tecnica per fiamma ossidrica, timer ed altra strumentazione elettronica). Il gruppo si sarebbe autofinanziato con rapine.
I nomi. Tra gli arrestati c'è Alfredo Davanzo, 49 anni, ritenuto uno dei leader di "Seconda posizione". Era stato condannato nel 1982 a dieci anni di carcere per rapina a mano armata. Fermato nel 1998 a Parigi su richiesta della magistratura italiana, fu rimesso in libertà qualche giorno dopo dalla Corte d'Appello della capitale francese. E' stato preso a Raveo, un piccolo centro agricolo, settenta chilometri a Nord di Udine. Fra i militanti fermati a Padova, ci sono attivisti del Cpo, centro popolare occupato, "Gramigna". Risulta agli arresti anche Bruno Ghirardi, ex appartenente ai Colp (Comunisti organizzati per la liberazione del proletariato). Era libero, dopo aver scontato una ventina d'anni di prigione per una condanna subita nel 1984. I Colp erano un gruppo attivo in Italia e collegato in Francia con Actione Directe.
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