Da redazione del 15/06/2007
Caso Moro. Novità sulla base di Firenze che ospitò le riunioni dell'Esecutivo delle BR nei 55 giorni
Fonte: www.vuotoaperdere.org
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Nell'intervista pubblicata il 15 giugno sul sito www.vuotoaperdere.org l'avv. Valter Biscotti rende noti i risultati delle sue indagini.
L'avv. Biscotti e' stato legale di parte civile della famiglia di Emanuele Petri, agente della POLFER restato ucciso sul treno Roma-Firenze il 2 marzo 2003 nel conflitto a fuoco che portò all'arresto di Nadia Desdemona Lioce.
L'appartamento che nell'arco dei 55 giorni del sequestro Moro ospitò le riunioni del Comitato Esecutivo delle Brigate Rosse, potrebbe non essere il covo di via Barbieri di disponibilità dell'arch. Giampaolo Barbi.
La base operativa del Comitato Esecutivo potrebbe essere stata un appartamento
nei pressi del carcere di Sollicciano il cui padrone di casa era Giovanni Senzani.
La Commissione Parlamentare presieduta dal Senatore Giovanni Pellegrino dal 1994 al 2001 aveva ipotizzato che l'appartamento in questione potesse essere l'unico covo delle Brigate Rosse allora noto a Firenze, cioè l'appartamento di via Barbieri il cui intestatario era l'arch. Giampaolo Barbi militante irregolare del Comitato Rivoluzionario Toscano delle BR.
L'ipotesi dell'avv. Biscotti, se confermata, può aprire le porte a nuovi elementi di conoscenza di quei tragici 55 giorni.
L'avv. Biscotti e' stato legale di parte civile della famiglia di Emanuele Petri, agente della POLFER restato ucciso sul treno Roma-Firenze il 2 marzo 2003 nel conflitto a fuoco che portò all'arresto di Nadia Desdemona Lioce.
L'appartamento che nell'arco dei 55 giorni del sequestro Moro ospitò le riunioni del Comitato Esecutivo delle Brigate Rosse, potrebbe non essere il covo di via Barbieri di disponibilità dell'arch. Giampaolo Barbi.
La base operativa del Comitato Esecutivo potrebbe essere stata un appartamento
nei pressi del carcere di Sollicciano il cui padrone di casa era Giovanni Senzani.
La Commissione Parlamentare presieduta dal Senatore Giovanni Pellegrino dal 1994 al 2001 aveva ipotizzato che l'appartamento in questione potesse essere l'unico covo delle Brigate Rosse allora noto a Firenze, cioè l'appartamento di via Barbieri il cui intestatario era l'arch. Giampaolo Barbi militante irregolare del Comitato Rivoluzionario Toscano delle BR.
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