Da Ansa del 31/07/2007
Caso Alpi. Branciforte: il Sismi non ha nuovi elementi
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Allo stato attuale il Sismi non possiede elementi nuovi sull'uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin rispetto a quelli emersi dalle testimonianze e dai documenti acquisiti dalla magistratura e dall'inchiesta parlamentare gia' condotta. Lo ha detto il direttore del Sismi, l'ammiraglio Bruno Branciforte, davanti alla Commissione Esteri del Senato, che sta valutando l'opportunita' di istituire una nuova Commissione parlamentare d'inchiesta sull'omicidio dei due giornalisti, avvenuto in Somalia nel 1994. L'ammiraglio, nel suo intervento, ha sottolineato le difficolta' di compiere oggi nuovi accertamenti - in particolare in Somalia, per l'instabilita' in cui si trova il Paese - ma ha aggiunto che il Sismi e' comunque disponibile ''a compiere tutte le azioni necessarie a supportare qualsiasi iniziativa per la ricerca della verita' di un episodio tragico, che tanta emozione ha suscitato nel Paese''.
Il direttore del Sismi ha insistito sulle difficolta' di compiere nuove indagini in Somalia, un Paese - ha spiegato - dove l'autorita' statuale e' oggi carente, dove gli incidenti, gli scontri e gli attentati ''sono all'ordine del giorno'' e dove l'instabilita' e' destinata a permanere almeno nel breve-medio termine. Un Paese, soprattutto, diventato un crocevia del terrorismo internazionale: ''i campi di Al Qaida sono una realta'''. In un contesto di questo genere, ha sottolineato Branciforte, compiere accertamenti sul posto sarebbe problematico, anche perche' e' ''alta'' la minaccia per il personale occidentale, che potrebbe essere oggetto ''sia di attacchi che di sequestri'' da parte delle forze antigovernative, sia a scopo di lucro, sia per attirare l'attenzione dei media. Lo stesso Sismi, che pure ''segue con sempre maggiore attenzione la situazione in Somalia per la presenza dei campi di addestramento'' dei terroristi, si affida ad una rete informativa costituita sul posto da personale locale: non ci sono 007 italiani. Il direttore del Servizio segreto militare non si e' sbilanciato sull'opportunita' di istituire una nuova Commissione parlamentare d'inchiesta. Si e' limitato a dire che il Simi non e' oggi in possesso di nuovi elementi - per quanto riguarda la ricostruzione della dinamica, dei moventi e di ogni altro aspetto del duplice omicidio - rispetto a quelli gia' emersi in sede giudiziaria o parlamentare. A proposito delle presunte deviazioni di esponenti dei Servizi, Branciforte ha risposto: ''Ci sono stati quattro direttori del Sismi gia' interrogati prima di me, credo che questa domanda sia stata fatta a loro''. ''Non risulta che ci siano fonti del Servizio che non siano state sentite o per le quali sia stata impedita l'audizione'', ha poi proseguito, respingendo l'ipotesi che la ''paternita''' della scomparsa dei dieci video e dei tre taccuini di Ilaria Alpi sia da attribuire ai funzionari del Sismi dell'epoca. In ogni caso, ha ribadito Branciforte, l'approfondimento dei fatti implica ''necessariamente di svolgere, almeno in parte, verifiche in Somalia''. Verifiche, pero', che si presentano oggi ''molto difficili''. ''Tutto cio' - ha tuttavia precisato l'ammiraglio - in nessun modo pone in dubbio la disponibilita' del Servizio a compiere tutte le azioni necessarie a supportare qualsiasi iniziativa per la ricerca della verita'. Siamo pronti a intervenire per identificare persone in Somalia, a fornire qualsiasi documentazione, a fare un'indagine retrospettiva su determinati aspetti. Insomma, siamo pronti a collaborare con completa trasparenza e il massimo sforzo. E' interesse nazionale - ha concluso il capo del Sismi - conoscere la verita'''.
Il direttore del Sismi ha insistito sulle difficolta' di compiere nuove indagini in Somalia, un Paese - ha spiegato - dove l'autorita' statuale e' oggi carente, dove gli incidenti, gli scontri e gli attentati ''sono all'ordine del giorno'' e dove l'instabilita' e' destinata a permanere almeno nel breve-medio termine. Un Paese, soprattutto, diventato un crocevia del terrorismo internazionale: ''i campi di Al Qaida sono una realta'''. In un contesto di questo genere, ha sottolineato Branciforte, compiere accertamenti sul posto sarebbe problematico, anche perche' e' ''alta'' la minaccia per il personale occidentale, che potrebbe essere oggetto ''sia di attacchi che di sequestri'' da parte delle forze antigovernative, sia a scopo di lucro, sia per attirare l'attenzione dei media. Lo stesso Sismi, che pure ''segue con sempre maggiore attenzione la situazione in Somalia per la presenza dei campi di addestramento'' dei terroristi, si affida ad una rete informativa costituita sul posto da personale locale: non ci sono 007 italiani. Il direttore del Servizio segreto militare non si e' sbilanciato sull'opportunita' di istituire una nuova Commissione parlamentare d'inchiesta. Si e' limitato a dire che il Simi non e' oggi in possesso di nuovi elementi - per quanto riguarda la ricostruzione della dinamica, dei moventi e di ogni altro aspetto del duplice omicidio - rispetto a quelli gia' emersi in sede giudiziaria o parlamentare. A proposito delle presunte deviazioni di esponenti dei Servizi, Branciforte ha risposto: ''Ci sono stati quattro direttori del Sismi gia' interrogati prima di me, credo che questa domanda sia stata fatta a loro''. ''Non risulta che ci siano fonti del Servizio che non siano state sentite o per le quali sia stata impedita l'audizione'', ha poi proseguito, respingendo l'ipotesi che la ''paternita''' della scomparsa dei dieci video e dei tre taccuini di Ilaria Alpi sia da attribuire ai funzionari del Sismi dell'epoca. In ogni caso, ha ribadito Branciforte, l'approfondimento dei fatti implica ''necessariamente di svolgere, almeno in parte, verifiche in Somalia''. Verifiche, pero', che si presentano oggi ''molto difficili''. ''Tutto cio' - ha tuttavia precisato l'ammiraglio - in nessun modo pone in dubbio la disponibilita' del Servizio a compiere tutte le azioni necessarie a supportare qualsiasi iniziativa per la ricerca della verita'. Siamo pronti a intervenire per identificare persone in Somalia, a fornire qualsiasi documentazione, a fare un'indagine retrospettiva su determinati aspetti. Insomma, siamo pronti a collaborare con completa trasparenza e il massimo sforzo. E' interesse nazionale - ha concluso il capo del Sismi - conoscere la verita'''.
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