Da La Repubblica del 19/11/2007
Misterioso episodio a Marina di Pisa, che giunge poche settimane dopo la riapertura dell'inchiesta sul disastro del traghetto, che provocò 140 morti. L'uomo picchiato e chiuso nell'auto in fiamme
Moby Prince, aggredito consulente tecnico
L'avvocato Palermo, che assiste alcune famiglie delle vittime: "Segnali preoccupanti che però mostrano che siamo sulla strada giusta". Ma il pm invita a una "grande cautela"
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PISA - Misteriosa aggressione a un consulente tecnico che si occupa della vicenda del Moby Prince, il traghetto che prese fuoco il 9 aprile del 1991, dopo una collisione con la petroliera Agip Abruzzo davanti al porto di Livorno, provocando 140 morti. Nella notte fra venerdì e sabato F.P. è stato aggredito, picchiato, addormentato con lo spray e chiuso nell'auto in fiamme, a Marina di Pisa.
Il consulente, 39 anni, livornese, ex paracadutista, era atteso da Carlo Palermo, legale di alcune famiglie costituitesi parte civile, in una stanza di un albergo di Pisa. Il tutto poche settimane dopo la riapertura dell'inchiesta, proprio in seguito ad elementi nuovi portati dall'avvocato. Dall'auto del consulente sono scomparsi anche alcuni documenti.
"I miei aggressori - racconta la vittima - avevano passamontagna. Prima mi hanno colpito alla testa, poi mi hanno immobilizzato e stordito con una sostanza spray, mi hanno scaraventato in auto e solo quando il fumo causato dall'incendio dell'auto mi ha riempito la gola ho trovato le forze per reagire e sono riuscito a uscire dall'abitacolo". Quando sono arrivati i soccorritori, la vettura era ancora in fiamme.
Un episodio che l'avvocato Palermo definisce inquietante: "Sono segnali preoccupanti che da una parte fanno pensare che ci sia chi vuol rallentare le indagini, dall'altra ci fanno capire che siamo nella direzione giusta. Qualche giorno fa sono uscite sulla stampa le rivelazioni di un nuovo testimone; l'altra notte c'è stata questa aggressione. Due episodi che vanno in una direzione chiara: non posso non registrare che qualcuno o qualcosa si è mosso".
Riguardo agli elementi forniti dalla persona aggredita, Palermo spiega di non poter "dire niente, stavo ancora verificando l'attendibilità di quanto stavo raccogliendo. Nel caso, avrei trasmesso il tutto all'autorità giudiziaria".
Più prudente la reazione dei magistrati che conducono l'inchiesta. "Ci sono ancora indagini in corso - dichiara il pm livornese Antonio Giaconi - e c'è grande cautela da parte nostra nel valutare possibili collegamenti con le nostre attività investigative sul Moby Prince. La persona aggredita a Marina di Pisa non è un consulente della procura: stiamo ancora svolgendo indagini per saperne di più".
Il consulente, 39 anni, livornese, ex paracadutista, era atteso da Carlo Palermo, legale di alcune famiglie costituitesi parte civile, in una stanza di un albergo di Pisa. Il tutto poche settimane dopo la riapertura dell'inchiesta, proprio in seguito ad elementi nuovi portati dall'avvocato. Dall'auto del consulente sono scomparsi anche alcuni documenti.
"I miei aggressori - racconta la vittima - avevano passamontagna. Prima mi hanno colpito alla testa, poi mi hanno immobilizzato e stordito con una sostanza spray, mi hanno scaraventato in auto e solo quando il fumo causato dall'incendio dell'auto mi ha riempito la gola ho trovato le forze per reagire e sono riuscito a uscire dall'abitacolo". Quando sono arrivati i soccorritori, la vettura era ancora in fiamme.
Un episodio che l'avvocato Palermo definisce inquietante: "Sono segnali preoccupanti che da una parte fanno pensare che ci sia chi vuol rallentare le indagini, dall'altra ci fanno capire che siamo nella direzione giusta. Qualche giorno fa sono uscite sulla stampa le rivelazioni di un nuovo testimone; l'altra notte c'è stata questa aggressione. Due episodi che vanno in una direzione chiara: non posso non registrare che qualcuno o qualcosa si è mosso".
Riguardo agli elementi forniti dalla persona aggredita, Palermo spiega di non poter "dire niente, stavo ancora verificando l'attendibilità di quanto stavo raccogliendo. Nel caso, avrei trasmesso il tutto all'autorità giudiziaria".
Più prudente la reazione dei magistrati che conducono l'inchiesta. "Ci sono ancora indagini in corso - dichiara il pm livornese Antonio Giaconi - e c'è grande cautela da parte nostra nel valutare possibili collegamenti con le nostre attività investigative sul Moby Prince. La persona aggredita a Marina di Pisa non è un consulente della procura: stiamo ancora svolgendo indagini per saperne di più".
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