Da Ansa del 27/11/2007
Caso Alpi
Non archiviate. Ilaria uccisa per quello che sapeva
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Ci sono le prove che Ilaria Alpi è stata assassinata perché aveva scoperto i meccanismi illeciti di un traffico di armi e di dazioni di denaro legate all'affaire della cooperazione in Somalia.
Queste, in sintesi, le motivazioni con cui l'avvocato Domenico D'Amati, legale della famiglia Alpi, ha motivato oggi in aula al gip Emanuele Cersosimo la sua opposizione alla richiesta di archiviazione formulata dalla procura sull'indagine per l'omicidio della giornalista del Tg3 uccisa a Mogadiscio il 20 marzo del 1994. "Speriamo ancora che il gip ascolti le nostre richieste - ha detto Luciana Alpi, la mamma di Ilaria, presente oggi in aula - e che sia fatta luce su quella vicenda".
Sono circa 20 i punti esposti al gip, che deciderà entro cinque giorni se riaprire o meno l'indagine, dall'avvocato
D'Amati. "Abbiamo fornito al gip - ha detto il legale della famiglia Alpi - materiale per riaprire l'indagine: ci sono nuove prove, molte delle quali scaturite dal lavoro della Commissione parlamentare d'inchiesta, di cui tuttavia non abbiamo condiviso le conclusioni, per continuare l'inchiesta".
Il 10 luglio scorso la procura aveva chiesto l'archiviazione per l' impossibilità di identificare i responsabili degli omicidi di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin al di fuori di Hashi Omar Hassan, il miliziano somalo condannato a 26 anni di reclusione per il duplice omicidio, avvenuto a Mogadiscio il 20 marzo 1994.
Quella della procura di Roma era l'indagine stralcio sui fatti avvenuti in Somalia avviata dopo la conclusione degli
accertamenti culminati nella condanna di Hassan. Nel fascicolo processuale erano confluiti, tra gli altri, gli atti della
commissione parlamentare di inchiesta. "Ilaria - ha concluso D'Amati - fu uccisa perché aveva scoperto il traffico di armi e oscure vicende legate alla cooperazione. Lo dicono gli atti della Commissione e, in particolare, l'audizione di alcuni funzionari della digos di Udine".
Queste, in sintesi, le motivazioni con cui l'avvocato Domenico D'Amati, legale della famiglia Alpi, ha motivato oggi in aula al gip Emanuele Cersosimo la sua opposizione alla richiesta di archiviazione formulata dalla procura sull'indagine per l'omicidio della giornalista del Tg3 uccisa a Mogadiscio il 20 marzo del 1994. "Speriamo ancora che il gip ascolti le nostre richieste - ha detto Luciana Alpi, la mamma di Ilaria, presente oggi in aula - e che sia fatta luce su quella vicenda".
Sono circa 20 i punti esposti al gip, che deciderà entro cinque giorni se riaprire o meno l'indagine, dall'avvocato
D'Amati. "Abbiamo fornito al gip - ha detto il legale della famiglia Alpi - materiale per riaprire l'indagine: ci sono nuove prove, molte delle quali scaturite dal lavoro della Commissione parlamentare d'inchiesta, di cui tuttavia non abbiamo condiviso le conclusioni, per continuare l'inchiesta".
Il 10 luglio scorso la procura aveva chiesto l'archiviazione per l' impossibilità di identificare i responsabili degli omicidi di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin al di fuori di Hashi Omar Hassan, il miliziano somalo condannato a 26 anni di reclusione per il duplice omicidio, avvenuto a Mogadiscio il 20 marzo 1994.
Quella della procura di Roma era l'indagine stralcio sui fatti avvenuti in Somalia avviata dopo la conclusione degli
accertamenti culminati nella condanna di Hassan. Nel fascicolo processuale erano confluiti, tra gli altri, gli atti della
commissione parlamentare di inchiesta. "Ilaria - ha concluso D'Amati - fu uccisa perché aveva scoperto il traffico di armi e oscure vicende legate alla cooperazione. Lo dicono gli atti della Commissione e, in particolare, l'audizione di alcuni funzionari della digos di Udine".
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