Da La Repubblica del 30/05/2005

Bologna, chiesti quattro ergastoli per l'omicidio di Marco Biagi

L'accusa: carcere a vita per Lioce, Morandi, Mezzasalma e Blefari. Ventiquattro anni a Boccaccini. Requisitoria di oltre cinque ore

E il Pm Giovagnoli, amico della vittima, alla fine si commuove
Il legale di parte civile chiede 8,5 milioni di euro di risarcimento
BOLOGNA - Quattro ergastoli e una condanna a 24 anni. Queste le richieste dell'accusa per l'omicidio del professor Marco Biagi, avvenuto il 19 marzo 2002 nel capoluogo emiliano. Sono state formulate dal pm di Bologna Paolo Giovagnoli davanti alla Corte d'assise presieduta dal giudice Libero Mancuso, dopo una requisitoria durata cinque ore e un quarto.

L'accusa ha quindi chiesto il carcere a vita per Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi, Marco Mezzasalma e Diana Blefari Melazzi, 24 anni di reclusione per Simone Boccaccini. C'è anche una richiesta di risarcimento di 8,5 milioni di euro, fatta dal legale di parte civile Guido Magnisi. Nel suo intervento l'avvocato che tutela la famiglia di Marco Biagi ha sottolineato la "dedizione verso lo stato" del professore, che non ha ricevuto "il dovuto riconoscimento" e "la tragicità della vicenda".

Secondo il legale di parte civile la storia drammatica che si conclude con l'assassinio "comincia ben prima dell'uccisione e che rende la misura del senso di abbandono, tale che il marito pochi giorni prima di essere ucciso diceva alla moglie "sento che stanno arrivando" e pertanto giustificano un risarcimento del danno morale in misura particolarmente elevata".

Nell'ultima parte della requisitoria - scritta in 93 pagine - Giovagnoli, che conosceva bene Marco Biagi, si è visibilmente commosso e ha pronunciato parole con la voce rotta dall'emozione. Alla fine è stato abbracciato dal procuratore capo Enrico Di Nicola, al suo fianco per tutta la requisitoria.

"Non vi è alcun elemento da tener in conto secondo l'ordinamento per non applicare la pena dell'ergastolo prevista dalla legge a tutti gli imputati - ha detto Giovagnoli chiudendo la requisitoria - a esclusione di Simone Boccaccini, la cui partecipazione al delitto è stata minore, perché egli per paura, per minore convinzione nelle proprie idee rispetto agli altri, per debolezza, non ha voluto partecipare attivamente alla realizzazione dell'omicidio".

Il Pm ha poi continuato: "In queste decisioni conta il risultato, non i motivi con i quali le si spiega". "Egli non ha voluto partecipare attivamente all'omicidio - ha detto ancora riferendosi sempre a Boccaccini - non ha abbandonato i complici, ha concorso sino alla fine con loro andando a fare da autista a Morandi che tornava dall'omicidio ma non ha voluto un ruolo nell'esecuzione". E allora: "Per questo chiedo per lui l'applicazione delle attenuanti generiche, per adeguare maggiormente la pena al fatto delittuoso commesso e ai sensi dell'articolo 65, comma 1 numero 2 codice penale chiedo la condanna alla pena di anni 24".

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