Da Reuters del 16/06/2005
Reuters Italia
Omicidio Calvi, chiesto rinvio a giudizio anche per Vittor
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Richiesta di rinvio a giudizio per concorso in omicidio volontario per Silvano Vittor, sotto accusa in uno stralcio del processo in corso per la morte del banchiere Roberto Calvi, coinvolto nel crack del Banco Ambrosiano e trovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri di Londra nel giugno 1982. Lo riferiscono fonti giudiziarie.
La richiesta, avanzata dai pm Luca Testaroli e Maria Monteleone, è stata formulata nei confronti di Vittor, che aveva accompagnato Calvi a Londra per conto del finanziere Flavio Carboni.
Lo scorso aprile il giudice per l'udienza preliminare Orlando Villoni aveva rinviato a giudizio per l'omicidio l'ex cassiere della mafia Pippo Calò, l'ex boss della banda della Magliana Ernesto Diotallevi, Carboni e la sua ex compagna Manuela Kleinszig.
I pubblici ministeri avevano accusato i quattro -- Calò è in carcere dall'85 con diversi ergastoli -- di omicidio aggravato e premeditato.
Il processo si terrà a partire dal 6 ottobre davanti alla Seconda corte d'assise di Rebibbia, a Roma.
Calvi, soprannominato "banchiere di Dio" per i suoi stretti legami con il Vaticano, fu trovato impiccato ad un'impalcatura sotto il ponte dei Frati Neri il 18 giugno 1982, con alcuni mattoni nelle tasche e 15.000 dollari addosso.
Inizialmente la morte era stata archiviata come suicidio dalla procura di Milano. Nel 1992, però, la Cassazione decise il trasferimento dell'inchiesta dal capoluogo lombardo a Roma, la cui procura venne in possesso di nuovi elementi per aprire una nuova indagine per omicidio volontario e premeditato.
Nel 1997 il gip del tribunale di Roma Mario Almerighi emise un'ordinanza di custodia cautelare con l'accusa di omicidio a carico di Calò e Carboni come presunti mandanti del delitto Calvi. L'ipotesi dell'accusa era che Calvi fosse stato ucciso da Cosa Nostra perché impossessatosi dei soldi del pidduista Licio Gelli e dello stesso Calò.
Nel 1998 Otello Lupacchini, il gip del tribunale di Roma subentrato ad Almerighi, ordinò una nuova perizia sulle cause della morte di Calvi. Fu questa perizia a stabilire che l'ex presidente del banco Ambrosiano non si suicidò ma fu invece assassinato.
Secondo i periti, fu ucciso in una discarica a 100 metri dal ponte "dei Frati Neri" a Londra e successivamente fu inscenato il suicidio.
La richiesta, avanzata dai pm Luca Testaroli e Maria Monteleone, è stata formulata nei confronti di Vittor, che aveva accompagnato Calvi a Londra per conto del finanziere Flavio Carboni.
Lo scorso aprile il giudice per l'udienza preliminare Orlando Villoni aveva rinviato a giudizio per l'omicidio l'ex cassiere della mafia Pippo Calò, l'ex boss della banda della Magliana Ernesto Diotallevi, Carboni e la sua ex compagna Manuela Kleinszig.
I pubblici ministeri avevano accusato i quattro -- Calò è in carcere dall'85 con diversi ergastoli -- di omicidio aggravato e premeditato.
Il processo si terrà a partire dal 6 ottobre davanti alla Seconda corte d'assise di Rebibbia, a Roma.
Calvi, soprannominato "banchiere di Dio" per i suoi stretti legami con il Vaticano, fu trovato impiccato ad un'impalcatura sotto il ponte dei Frati Neri il 18 giugno 1982, con alcuni mattoni nelle tasche e 15.000 dollari addosso.
Inizialmente la morte era stata archiviata come suicidio dalla procura di Milano. Nel 1992, però, la Cassazione decise il trasferimento dell'inchiesta dal capoluogo lombardo a Roma, la cui procura venne in possesso di nuovi elementi per aprire una nuova indagine per omicidio volontario e premeditato.
Nel 1997 il gip del tribunale di Roma Mario Almerighi emise un'ordinanza di custodia cautelare con l'accusa di omicidio a carico di Calò e Carboni come presunti mandanti del delitto Calvi. L'ipotesi dell'accusa era che Calvi fosse stato ucciso da Cosa Nostra perché impossessatosi dei soldi del pidduista Licio Gelli e dello stesso Calò.
Nel 1998 Otello Lupacchini, il gip del tribunale di Roma subentrato ad Almerighi, ordinò una nuova perizia sulle cause della morte di Calvi. Fu questa perizia a stabilire che l'ex presidente del banco Ambrosiano non si suicidò ma fu invece assassinato.
Secondo i periti, fu ucciso in una discarica a 100 metri dal ponte "dei Frati Neri" a Londra e successivamente fu inscenato il suicidio.
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