Da La Repubblica del 20/06/2005
Br, chiesti quattro ergastoli per l'omicidio di D'Antona
Massimo della pena per Lioce, Morandi, Mezzasalma e Broccatelli
Conclusa la requisitoria dei magistrati della Procura di Roma
Da 12 a 21 anni la richiesta per gli altri membri del gruppo eversivo
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ROMA - Quattro ergastoli per Nadia Lioce, Roberto Morandi, Marco Mezzasalma e Paolo Broccatelli. E' questa la richiesta dei pubblici ministeri della Procura di Roma, Pietro Saviotti e Franco Ionta, per gli imputati del processo per l'omicidio di Massimo D'Antona. Per la Lioce, i pm hanno chiesto la pena accessoria di 18 mesi di isolamento diurno; 10 mesi invece per Morandi, sei per Mezzasalma e due per Broccatelli.
I magistrati, inoltre, hanno chiesto 21 anni di reclusione per Federica Saraceni, 20 anni per Diana Blefari Melazzi, 12 anni per Bruno di Giovannangelo, 18 per Simone Boccaccini e 5 ciascuno per i cosiddetti "irriducibili" già in carcere (Franco Galloni, Michele Mazzei, Antonino Fosso). Tre anni e sei mesi per Roberto Badel e cinque anni per Alessandro Costa. Il pm Saviotti ha infine chiesto l'assoluzione, "per mancanza di prove", per i fratelli Maurizio e Fabio Viscido.
Gli imputati sono accusati a vario titolo di reati di omicidio, rapina, detenzione di armi, progettazione di attentati a sedi sindacali e istituti di politica internazionale. Per l'omicidio di Massimo D'Antona, il giuslavorista ucciso a Roma in via Salaria il 20 maggio 1999, sono state già condannate con rito abbreviato Laura Proietti (ergastolo) e la "pentita" Cinzia Banelli (20 anni di reclusione).
Antistorici e autoreferenziali. Una requisitoria di appena dieci minuti, quella di Franco Ionta, dopo l'intervento-fiume, di circa sei ore, del pm Pietro Saviotti, che ha analizzato dal punto di vista tecnico le posizioni di tutti gli imputati. Ionta ha parlato di "antistoricità e autoreferenzialità" del progetto delle nuove Brigate rosse. "Una proposta politica senza futuro né progettualità storica - ha detto il magistrato - che si è ritenuto di veicolare con gli omicidi D'Antona e Biagi, due delitti fotocopia". Un fallimento che, secondo il capo del pool antiterrorismo, passa anche per la mancata aggregazione di altri militanti al progetto terroristico.
Il magistrato, infatti, ha citato due sigle, "Nipr" e "Npr", due formazioni considerate fino a qualche anno fa, satelliti delle stesse Br. "Le indagini ci hanno consentito di capire - ha spiegato Ionta - che entrambe le sigle non erano aree di militanza che si accreditavano per un eventuale passaggio nelle Br. Ma erano sigle e nomi che le stesse Br usavano per rivendicare alcune azioni".
I magistrati, inoltre, hanno chiesto 21 anni di reclusione per Federica Saraceni, 20 anni per Diana Blefari Melazzi, 12 anni per Bruno di Giovannangelo, 18 per Simone Boccaccini e 5 ciascuno per i cosiddetti "irriducibili" già in carcere (Franco Galloni, Michele Mazzei, Antonino Fosso). Tre anni e sei mesi per Roberto Badel e cinque anni per Alessandro Costa. Il pm Saviotti ha infine chiesto l'assoluzione, "per mancanza di prove", per i fratelli Maurizio e Fabio Viscido.
Gli imputati sono accusati a vario titolo di reati di omicidio, rapina, detenzione di armi, progettazione di attentati a sedi sindacali e istituti di politica internazionale. Per l'omicidio di Massimo D'Antona, il giuslavorista ucciso a Roma in via Salaria il 20 maggio 1999, sono state già condannate con rito abbreviato Laura Proietti (ergastolo) e la "pentita" Cinzia Banelli (20 anni di reclusione).
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Il magistrato, infatti, ha citato due sigle, "Nipr" e "Npr", due formazioni considerate fino a qualche anno fa, satelliti delle stesse Br. "Le indagini ci hanno consentito di capire - ha spiegato Ionta - che entrambe le sigle non erano aree di militanza che si accreditavano per un eventuale passaggio nelle Br. Ma erano sigle e nomi che le stesse Br usavano per rivendicare alcune azioni".
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