Da La Repubblica del 20/06/2005
Sofri, via libera al lavoro esterno farà il bibliotecario alla Normale
Si occuperà della catalogazione di alcuni importanti fondi. L'associazione delle vittime: "E' un detenuto a 5 stelle"
L'ex leader di Lotta Continua, che può passare a casa due giorni al mese
nei prossimi giorni prenderà servizio presso la prestigiosa scuola
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PISA - Il giudice di sorveglianza di Pisa ha dato la sua autorizzazione al lavoro esterno per Adriano Sofri. L'ex dirigente di Lotta Continua, condannato a 22 anni di carcere per l'omicidio del commissario Luigi Calabresi, lavorerà nella biblioteca della Scuola Normale Superiore di Pisa.
Già da domani o da mercoledì prossimo Sofri dovrebbe prendere servizio nella biblioteca, dove si occuperà della catalogazione di alcuni fondi privati, fra cui quelli di Sebastiano Timpanaro ed Eugenio Garin, che di recente hanno arricchito la biblioteca della Normale che, con i suoi 800mila volumi, è la più grande, a scaffale aperto, d'Europa.
La vicenda di Sofri, insieme a quella di Ovidio Bompressi, accusato con lui dell'omicidio del commissario Calabresi, è tornata alla ribalta in questi giorni per il conflitto tra il Guardasigilli Castelli e il capo dello Stato. Il primo ha più volte ribadito che si opporrà alla concessione della grazia per Sofri (che non l'ha mai chiesta) e Bompressi (che l'ha sollecitata per motivi di salute). Ciampi ha chiesto il parere della Corte Costituzionale in merito al rifiuto del ministro della Giustizia, che non ha controfirmato la richiesta di grazia.
Sofri gode già del beneficio previsto dal codice penitenziario per cui può passare due giorni al mese a casa. Il beneficio è regolato dall'ordinamento penitenziario che prevede, agli articoli 61 e 61 bis, la possibilità di ottenere permessi che vengono concessi nell'ambito del programma rieducativo previsto dallo stesso ordinamento. Dopo un quarto di pena scontata, scatta automaticamente per i detenuti, se non ci sono gravi motivi ostativi, il permesso per lasciare il carcere e tornare a casa.
Il beneficio concesso a Sofri non è piaciuto all''Associazione familiari delle vittime del terrorismo e della mafia. "Sofri è un detenuto a 5 stelle: camera con vista, sala personale per le conferenze stampa, per i suoi compagni, possibilità di tornare a casa due volte al mese , lavoro garantito, angolo scrittura...", ha dichiarato il presidente Bruno Berardi, che poi si è rivolto direttamente al detenuto: "Vorrei chiederti, caro Sofri, ma di che ti lamenti, sei trattato e coccolato come un bambolotto, servito e riverito. Ti hanno dipinto come un martire da beatificare del XXI secolo". Berardi conclude: "Tu stai in una torre d'avorio, e non ti manca neanche la solidarietà del capo dello Stato".
Già da domani o da mercoledì prossimo Sofri dovrebbe prendere servizio nella biblioteca, dove si occuperà della catalogazione di alcuni fondi privati, fra cui quelli di Sebastiano Timpanaro ed Eugenio Garin, che di recente hanno arricchito la biblioteca della Normale che, con i suoi 800mila volumi, è la più grande, a scaffale aperto, d'Europa.
La vicenda di Sofri, insieme a quella di Ovidio Bompressi, accusato con lui dell'omicidio del commissario Calabresi, è tornata alla ribalta in questi giorni per il conflitto tra il Guardasigilli Castelli e il capo dello Stato. Il primo ha più volte ribadito che si opporrà alla concessione della grazia per Sofri (che non l'ha mai chiesta) e Bompressi (che l'ha sollecitata per motivi di salute). Ciampi ha chiesto il parere della Corte Costituzionale in merito al rifiuto del ministro della Giustizia, che non ha controfirmato la richiesta di grazia.
Sofri gode già del beneficio previsto dal codice penitenziario per cui può passare due giorni al mese a casa. Il beneficio è regolato dall'ordinamento penitenziario che prevede, agli articoli 61 e 61 bis, la possibilità di ottenere permessi che vengono concessi nell'ambito del programma rieducativo previsto dallo stesso ordinamento. Dopo un quarto di pena scontata, scatta automaticamente per i detenuti, se non ci sono gravi motivi ostativi, il permesso per lasciare il carcere e tornare a casa.
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