Da Il Giornale del 09/07/2005
Tre ergastoli alle nuove Br «Sconto» alla Saraceni
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Trentadue estenuanti ore di camera di consiglio. Tanto ha impiegato la seconda Corte d'assise di Roma per sciogliere il verdetto sul caso Massimo D'Antona, il docente di diritto del lavoro e consigliere dell'allora ministro del lavoro Antonio Bassolino che nella mattinata del 20 maggio del 1999 venne freddato da un colpo d'arma da fuoco dritto al cuore. Nella serata di ieri dall'aula bunker del carcere di Rebibbia il processo, partito lo scorso 17 febbraio, dopo 30 udienze è arrivato finalmente al capolinea. Dodici condanne e quattro assoluzioni, questo la decisione della Corte per i quindici brigatisti accusati di aver fatto parte delle Nuove Brigate Rosse, il commando che firmò con il fuoco l'epilogo di quella «maledetta mattina» in via Salaria a Roma. Sentenza secca per Nadia Desdemona Lioce, latitante fino al 2 marzo 2003, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma condannati all'ergastolo perché ritenuti responsabili di concorso in omicidio nonché dei reati di banda armata, rapina, associazione sovversiva e armi.
Assoluzioni, così come aveva chiesto la procura per i fratelli Maurizio e Fabio Viscido. Pene, invece, più miti per tutti gli altri imputati, comprese due assoluzioni che forse gli inquirenti non si aspettavano, quelle di Alessandro Costa, per il quale erano stati chiesti cinque anni e Roberto Badel per il quale invece il pm Saviotti, durante la requisitoria, aveva chiesto una condanna a tre anni e sei mesi. Un giudizio di non colpevolezza per buona parte
Assoluzioni, così come aveva chiesto la procura per i fratelli Maurizio e Fabio Viscido. Pene, invece, più miti per tutti gli altri imputati, comprese due assoluzioni che forse gli inquirenti non si aspettavano, quelle di Alessandro Costa, per il quale erano stati chiesti cinque anni e Roberto Badel per il quale invece il pm Saviotti, durante la requisitoria, aveva chiesto una condanna a tre anni e sei mesi. Un giudizio di non colpevolezza per buona parte
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