Da redazione del 11/07/2005

Palermo, minacce a procuratore antimafia

Antonio Gatto, pubblica accusa in numerosi processi di mafia, prima ha ricevuto piccoli segnali che lasciavano presupporre banali incidenti o atti vandalici, adesso il tentativo d'incendio dell'abitazione
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Storia del crimine organizzato in Italia1. Mafia
PALERMO - Prima piccoli segnali poi un tentativo di incendio della casa in cui abita il sostituto procuratore generale Antonino Gatto, che sostiene l'accusa in numerosi processi di mafia. Gli episodi di intimidazione si sono susseguiti in un breve arco di tempo. All'inizio sembravano banali incidenti o piccoli atti vandalici compiuti sull'automobile del magistrato ma ora è arrivato un messaggio inequivocabile: un incendio nella parte esterna della casa che non ha avuto conseguenze più drammatiche perchè le fiamme non hanno trovato alimento.

A ridosso del cancello è stato trovato anche un contenitore forse utilizzato per liquidi infiammabili. Gatto è sempre stato impegnato in processi di mafia sin da quando prestava servizio in Procura. Ha rappresentato l'accusa in processi complessi e in vicende di criminalità organizzata anche dopo il passaggio alla Procura generale. Attualmente è pg nel processo all'ex numero tre del Sisde Bruno Contrada, condannato a 10 anni in primo grado e assolto in appello. La Cassazione ha poi annullato la sentenza e ordinato un nuovo giudizio ancora in corso.

Tra i processi di cui Gatto si è occupato come rappresentante dell'accusa figurano quelli per l'uccisione del vice questore Ninni Cassarà, l'omicidio del giornalista Mario Francese, la scomparsa dell'agente del Sisde Emanuele Piazza. E' stato pg e ha formulato le richieste di condanna per gli imputati del processo «Tempesta», che riguarda un centinaio di omicidi collegati alla guerra di mafia nel periodo 1982-92. Il processo si è concluso con numerose condanne all'ergastolo.

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