Da Reuters del 19/07/2005
Reuters Italia
Omicidio Calvi, nuovi indagati a Roma
News presente nelle categorie:
ROMA (Reuters) - Ci sono nuovi indagati nell'inchiesta stralcio della procura di Roma sulla morte del banchiere Roberto Calvi, coinvolto nel crack del Banco Ambrosiano e trovato impiccato a Londra nel giugno del 1982.
Lo riferiscono fonti della procura senza aggiungere dettagli sul numero e l'identità dei nuovi soggetti interessati dall'inchiesta dei pm Luca Tescaroli e Maria Monteleone.
Il 16 giugno scorso, i pm avevano chiesto il rinvio a giudizio per concorso in omicidio volontario per Silvano Vittor, che aveva accompagnato Calvi a Londra per conto del finanziere Flavio Carboni.
I pubblici ministeri hanno chiesto che, in caso di rinvio a giudizio, la posizione di Vittor sia riunita a quella dei quattro imputati già rinviati a giudizio per l'omicidio lo scorso aprile: l'ex cassiere della mafia Pippo Calò, l'ex boss della banda della Magliana Ernesto Diotallevi, Carboni e la sua ex compagna Manuela Kleinszig.
I pubblici ministeri avevano accusato i quattro di omicidio aggravato e premeditato.
Il loro processo è atteso a partire dal 6 ottobre davanti alla Seconda corte d'assise di Rebibbia, a Roma. Calò è in carcere dall'85 per diversi ergastoli.
Calvi, soprannominato "banchiere di Dio" per i suoi stretti legami con il Vaticano, fu trovato impiccato ad un'impalcatura sotto il ponte dei Frati Neri a Londra il 18 giugno 1982, con alcuni mattoni nelle tasche e 15.000 dollari addosso.
Inizialmente la morte era stata archiviata come suicidio dalla procura di Milano. Nel 1992, però, la Cassazione decise il trasferimento dell'inchiesta dal capoluogo lombardo a Roma, la cui procura venne in possesso di nuovi elementi per aprire una nuova indagine per omicidio volontario e premeditato.
Nel 1997 il gip del tribunale di Roma Mario Almerighi emise un'ordinanza di custodia cautelare con l'accusa di omicidio a carico di Calò e Carboni come presunti mandanti del delitto Calvi. L'ipotesi dell'accusa era che Calvi fosse stato ucciso da Cosa Nostra perché impossessatosi dei soldi del pidduista Licio Gelli e dello stesso Calò.
Nel 1998 Otello Lupacchini, il gip del tribunale di Roma subentrato ad Almerighi, ordinò una nuova perizia sulle cause della morte di Calvi. Fu questa perizia a stabilire che l'ex presidente del banco Ambrosiano non si suicidò ma fu invece assassinato.
Secondo i periti, fu ucciso in una discarica a 100 metri dal ponte "dei Frati Neri" e successivamente fu inscenato il suicidio.
Lo riferiscono fonti della procura senza aggiungere dettagli sul numero e l'identità dei nuovi soggetti interessati dall'inchiesta dei pm Luca Tescaroli e Maria Monteleone.
Il 16 giugno scorso, i pm avevano chiesto il rinvio a giudizio per concorso in omicidio volontario per Silvano Vittor, che aveva accompagnato Calvi a Londra per conto del finanziere Flavio Carboni.
I pubblici ministeri hanno chiesto che, in caso di rinvio a giudizio, la posizione di Vittor sia riunita a quella dei quattro imputati già rinviati a giudizio per l'omicidio lo scorso aprile: l'ex cassiere della mafia Pippo Calò, l'ex boss della banda della Magliana Ernesto Diotallevi, Carboni e la sua ex compagna Manuela Kleinszig.
I pubblici ministeri avevano accusato i quattro di omicidio aggravato e premeditato.
Il loro processo è atteso a partire dal 6 ottobre davanti alla Seconda corte d'assise di Rebibbia, a Roma. Calò è in carcere dall'85 per diversi ergastoli.
Calvi, soprannominato "banchiere di Dio" per i suoi stretti legami con il Vaticano, fu trovato impiccato ad un'impalcatura sotto il ponte dei Frati Neri a Londra il 18 giugno 1982, con alcuni mattoni nelle tasche e 15.000 dollari addosso.
Inizialmente la morte era stata archiviata come suicidio dalla procura di Milano. Nel 1992, però, la Cassazione decise il trasferimento dell'inchiesta dal capoluogo lombardo a Roma, la cui procura venne in possesso di nuovi elementi per aprire una nuova indagine per omicidio volontario e premeditato.
Nel 1997 il gip del tribunale di Roma Mario Almerighi emise un'ordinanza di custodia cautelare con l'accusa di omicidio a carico di Calò e Carboni come presunti mandanti del delitto Calvi. L'ipotesi dell'accusa era che Calvi fosse stato ucciso da Cosa Nostra perché impossessatosi dei soldi del pidduista Licio Gelli e dello stesso Calò.
Nel 1998 Otello Lupacchini, il gip del tribunale di Roma subentrato ad Almerighi, ordinò una nuova perizia sulle cause della morte di Calvi. Fu questa perizia a stabilire che l'ex presidente del banco Ambrosiano non si suicidò ma fu invece assassinato.
Secondo i periti, fu ucciso in una discarica a 100 metri dal ponte "dei Frati Neri" e successivamente fu inscenato il suicidio.
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
di Philip Willan su Internazionale del 12/06/2006
La vedova del banchiere, 84 anni, si è spenta a Montreal. Diceva: so chi ha ucciso Roberto
Morta Clara Calvi, 20 anni sulle tracce degli assassini del marito
Morta Clara Calvi, 20 anni sulle tracce degli assassini del marito
di AA.VV. su Corriere della Sera del 25/03/2006
di Gianni Fossati su L'Opinione del 03/11/2003