Da Agi del 30/07/2005
BR: GUP ROMA, BANELLI NON DISSOCIATA E NON HA DETTO VERITA'
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Cinzia Banelli "non ha dimostrato di essersi effettivamente dissociata dal gruppo di appartenenza; i contatti con i sodali sono continuati e la stessa ha prestato il proprio supporto ai correi; ha cercato in tutti i modi, persino offrendo una cospicua somma di denaro pervenutole da un'eredita', di continuare a collaborare con il sodalizio criminale, anche per preservare i componenti dello stesso dalle difficolta' conseguenti a una sua fuoriuscita". Si sono "evidenziati fatti e circostanze che attestano la permanenza del vincolo in capo alla Banelli con il gruppo eversivo di appartenenza". Dalle sue dichiarazioni, poi, "per buona parte del tutto inverosimili", "non sono state acquisite prove decisive per l'individuazione e la cattura dei concorrenti" ne' "di soggetti ulteriori". E ancora: la "presunta scelta collaborativa" della Banelli e' "ricollegabile a un momento successivo non solo alla cattura della donna e degli altri correi, ma anche alla richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm".
Sono alcune delle motivazioni alla base della decisione del gup del tribunale di Roma Luisanna Figliolia di non concedere alla pentita delle Brigate Rosse l'attenuante speciale della collaborazione nell'ambito del giudizio con rito abbreviato conclusosi il primo marzo scorso con la condanna dell'ex "compagna So" a venti anni di reclusione e dell'altra imputata, Laura Proietti, all'ergastolo, accusate dell'omicidio di Massimo D'Antona.
Per il giudice, "dal materiale informatico tratto dai computer Banelli-Morandi emergono elementi cognitivi che si pongono in netto contrasto con le affermazioni della medesima, fondando il convincimento che la dichiarante abbia intenzionalmente omesso di riferire significative circostanze, con cio' dimostrando l'inesistenza, in capo alla stessa, di una reale dissociazione". La radiologa pisana, attualmente ai domiciliari, "ha reso delle dichiarazioni che certamente appaiono non veritiere alla luce del contenuto del materiale informatico" circa "la consistenza numerica del gruppo Br, l'individuazione di diversi gruppi eversivi, l'indicazione degli autori di documenti di rivendicazione delle molteplici azioni criminali realizzate dai componenti del sodalizio e, non ultimo, relativamente alla permanenza dell'imputata nell'ambito dell'associazione".
Sono alcune delle motivazioni alla base della decisione del gup del tribunale di Roma Luisanna Figliolia di non concedere alla pentita delle Brigate Rosse l'attenuante speciale della collaborazione nell'ambito del giudizio con rito abbreviato conclusosi il primo marzo scorso con la condanna dell'ex "compagna So" a venti anni di reclusione e dell'altra imputata, Laura Proietti, all'ergastolo, accusate dell'omicidio di Massimo D'Antona.
Per il giudice, "dal materiale informatico tratto dai computer Banelli-Morandi emergono elementi cognitivi che si pongono in netto contrasto con le affermazioni della medesima, fondando il convincimento che la dichiarante abbia intenzionalmente omesso di riferire significative circostanze, con cio' dimostrando l'inesistenza, in capo alla stessa, di una reale dissociazione". La radiologa pisana, attualmente ai domiciliari, "ha reso delle dichiarazioni che certamente appaiono non veritiere alla luce del contenuto del materiale informatico" circa "la consistenza numerica del gruppo Br, l'individuazione di diversi gruppi eversivi, l'indicazione degli autori di documenti di rivendicazione delle molteplici azioni criminali realizzate dai componenti del sodalizio e, non ultimo, relativamente alla permanenza dell'imputata nell'ambito dell'associazione".
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