Da La Repubblica del 10/08/2005
Moglie e figlio di Pinochet arrestati per reati finanziari
Lucia Hiriart e Marco Antonio sotto processo con l'ex dittatore
Scoperti centinaia di conti segreti. Sospetti di narcotraffico
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SANTIAGO DEL CILE - Il giudice cileno Sergio Muñoz ha disposto l'incriminazione e l'arresto di Lucia Hiriart, moglie di Augusto Pinochet, e del figlio minore dell'ex dittatore, Marco Antonio, in relazione ai conti segreti all'estero della famiglia Pinochet.
Con l'accusa di "complicità in reati tributari" per circa nove milioni di dollari. Alla signora, sposata con Pinochet nel 1943, per ragioni di salute e di avanzata età (ha 83 anni) è stato stabilito l'arresto presso l'ospedale militare della capitale cilena, mentre Marco Antonio di troverebbe sul punto di essere tradotto in carcere. La cauzione, fissata in 2 milioni di pesos, circa 3000 euro, è stata già pagata. Ma tocca alla Corte di Apello ratificare la decisione, quindi i due dovrebbero restare agli arresti almeno fino a venerdì.
Il giudice Muñoz iniziò ad investigare un anno fa, quando un sottocomitato della commissione di sicurezza del senato americano redasse un dossier
nel quale si descriveva un'ampia rete di 125 conti segreti in numerose banche degli Stati Uniti.
La maggior parte dei fondi, secondo questo rapporto, era diretta alla Riggs Bank: dal 1981 al 2000 vi furono trasferiti da Zurigo, Gibilterra e Madrid 5,8 milioni di dollari. Un'altra banca implicata era il britannico Banco Coutts & Co., poi acquisita dalla spagnola Santander Central Hispano, che ricevette altri 2,3 milioni di dollari. La banca americana, prima di scomparire, in gennaio ha ammesso le proprie responsabilità nel caso.
Durante la sua indagine Muñoz ha scoperto ulteriori conti segreti all'estero, intestati a nome dell'89 ex dittatore, dei familiari, collaboratori (sono indagati anche il suo esecutore testamentario e la sua segretaria), ma anche a nome di identità false, e tre passaporti contraffatti, dove l'ex capo dell'esercito appare con il pizzo, gli occhiali e con un altro colore di capelli. Nell'ambito di questa indagine è stata coinvolta la moglie.
Il 7 giugno scorso la Corte d'Appello ha privato Pinochet dell'immunità di cui gode come ex presidente, ritenendo che esistano "fondati sospetti" per procedere con l'inchiesta, anche se la difesa dello stesso Pinochet ha presentato ricorso alla Corte Suprema. E il primo minisitro Ricardo Lagos ha affermato: "L'unica cosa che voglio dire è che in Cile tutti i cittadini sono uaguali, nessuno è sopra la legge".
Nell'arco dei 17 anni della sua sanguinosa dittatura, Pinochet e la sua numerosa famiglia hanno accumulato un immenso patrimonio, stimato sui 100 milioni di dollari. Un vero e proprio impero economico fatto di una cinquantina d'aziende, proprietà e ville in tutto il paese, conti un po' dappertutto (Argentina, Svizzera, Spagna), e con l'inquietante ombra del narcotraffico. Come Al Capone, prima ancora che per i suoi crimini contro l'umanità, il feroce ex dittatore rischia ora di essere incastrato per i suoi guai finanziari.
Con l'accusa di "complicità in reati tributari" per circa nove milioni di dollari. Alla signora, sposata con Pinochet nel 1943, per ragioni di salute e di avanzata età (ha 83 anni) è stato stabilito l'arresto presso l'ospedale militare della capitale cilena, mentre Marco Antonio di troverebbe sul punto di essere tradotto in carcere. La cauzione, fissata in 2 milioni di pesos, circa 3000 euro, è stata già pagata. Ma tocca alla Corte di Apello ratificare la decisione, quindi i due dovrebbero restare agli arresti almeno fino a venerdì.
Il giudice Muñoz iniziò ad investigare un anno fa, quando un sottocomitato della commissione di sicurezza del senato americano redasse un dossier
nel quale si descriveva un'ampia rete di 125 conti segreti in numerose banche degli Stati Uniti.
La maggior parte dei fondi, secondo questo rapporto, era diretta alla Riggs Bank: dal 1981 al 2000 vi furono trasferiti da Zurigo, Gibilterra e Madrid 5,8 milioni di dollari. Un'altra banca implicata era il britannico Banco Coutts & Co., poi acquisita dalla spagnola Santander Central Hispano, che ricevette altri 2,3 milioni di dollari. La banca americana, prima di scomparire, in gennaio ha ammesso le proprie responsabilità nel caso.
Durante la sua indagine Muñoz ha scoperto ulteriori conti segreti all'estero, intestati a nome dell'89 ex dittatore, dei familiari, collaboratori (sono indagati anche il suo esecutore testamentario e la sua segretaria), ma anche a nome di identità false, e tre passaporti contraffatti, dove l'ex capo dell'esercito appare con il pizzo, gli occhiali e con un altro colore di capelli. Nell'ambito di questa indagine è stata coinvolta la moglie.
Il 7 giugno scorso la Corte d'Appello ha privato Pinochet dell'immunità di cui gode come ex presidente, ritenendo che esistano "fondati sospetti" per procedere con l'inchiesta, anche se la difesa dello stesso Pinochet ha presentato ricorso alla Corte Suprema. E il primo minisitro Ricardo Lagos ha affermato: "L'unica cosa che voglio dire è che in Cile tutti i cittadini sono uaguali, nessuno è sopra la legge".
Nell'arco dei 17 anni della sua sanguinosa dittatura, Pinochet e la sua numerosa famiglia hanno accumulato un immenso patrimonio, stimato sui 100 milioni di dollari. Un vero e proprio impero economico fatto di una cinquantina d'aziende, proprietà e ville in tutto il paese, conti un po' dappertutto (Argentina, Svizzera, Spagna), e con l'inquietante ombra del narcotraffico. Come Al Capone, prima ancora che per i suoi crimini contro l'umanità, il feroce ex dittatore rischia ora di essere incastrato per i suoi guai finanziari.
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