Da Gazzetta del Mezzogiorno del 31/12/2004
A giudizio 16 delle Brigate Rosse
Processo dal 31 gennaio prossimo per propaganda sovversiva all’indomani dell’omicidio di Massimo D’Antona, il consigliere per il lavoro dell’ex ministro Bassolino
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TRANI - Saranno tutti processati i 16 presunti brigatisti militanti della Brigate Rosse per la costituzione del Partito comunista combattente, accusati dal sostituto procuratore della Repubblica di Trani Giuseppe Maralfa di «propaganda ed apologia sovversiva o antinazionale».
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani Teresa Giancaspro, ha, infatti, accolto la richiesta di rinvio a giudizio che riguardava anche una delle rivendicazioni dell’omicidio del prof. Massimo D’Antona, trucidato a Roma il 19 Maggio ‘99.
L’indagine della Procura di Trani fu avviata nel febbraio ’99 e dunque ancor prima del delitto del consulente dell’ex ministro del Lavoro Antonio Bassolino.
Nella sezione speciale del supercarcere tranese fu rinvenuto un libro sospetto che avrebbe presagito la gestazione di un movimento sovversivo.
Nel volume non c’era il riferimento al delitto D’Antona, ma il ritrovamento portٍ ad un’inchiesta arricchitasi il 14 luglio dello stesso anno, e cioè 2 mesi dopo il delitto, quando Fausto Marini nel corso di un processo a suo carico celebrato dinanzi all’ex pretore di Trani Michele Nardi si dichiarٍ prigioniero politico e consegnٍ dei documenti di rivendicazione.
Lo stesso Marini si è avvalso del gratuito patrocinio; sarà lo Stato, dunque, a pagare le spese della sua difesa.
Nell’udienza preliminare di stamattina, celebrata nell’aula bunker del supercarcere di Trani, gli imputati, prendendo la parola, hanno ribadito le loro posizioni, affermando che l’imputazione di cui sono accusati è degna del codice penale fascista.
I brigatisti hanno espresso solidarietà alla compagna Nadia Desdemona Lioce e ricordato la figura di Mario Galesi ucciso il 2 marzo 2003 in un conflitto a fuoco con la Polizia sul rapido Roma-Firenze, in cui morى anche un agente.
Il processo si celebrerà dinanzi al Tribunale di Trani a partire dal 31 gennaio. Sinora lo Stato non si è costituito parte civile.
Sul banco degli imputati sederanno Fausto Marini, Giuseppe Armante, Maria Cappello, Tiziana Cherubini, Francesco Donati, Antonino Fosso, Franco Galloni, Enzo Grilli, Franco Grilli, Franco La Maestra, Flavio Lori, Rossella Lupo, Michele Mazzei, Fabio Ravalli, Vincenza Vaccaro, nonché Giuseppe May, imputato in qualità di ex direttore del periodico napoletano “Bollettino dell’associazione proletaria” cui fu diretta la rivendicazione “tranese” dell’omicidio D’Antona.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani Teresa Giancaspro, ha, infatti, accolto la richiesta di rinvio a giudizio che riguardava anche una delle rivendicazioni dell’omicidio del prof. Massimo D’Antona, trucidato a Roma il 19 Maggio ‘99.
L’indagine della Procura di Trani fu avviata nel febbraio ’99 e dunque ancor prima del delitto del consulente dell’ex ministro del Lavoro Antonio Bassolino.
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Nel volume non c’era il riferimento al delitto D’Antona, ma il ritrovamento portٍ ad un’inchiesta arricchitasi il 14 luglio dello stesso anno, e cioè 2 mesi dopo il delitto, quando Fausto Marini nel corso di un processo a suo carico celebrato dinanzi all’ex pretore di Trani Michele Nardi si dichiarٍ prigioniero politico e consegnٍ dei documenti di rivendicazione.
Lo stesso Marini si è avvalso del gratuito patrocinio; sarà lo Stato, dunque, a pagare le spese della sua difesa.
Nell’udienza preliminare di stamattina, celebrata nell’aula bunker del supercarcere di Trani, gli imputati, prendendo la parola, hanno ribadito le loro posizioni, affermando che l’imputazione di cui sono accusati è degna del codice penale fascista.
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