Da La Repubblica del 25/08/2005
Il governo si smarca da Scelli. "In Iraq sue iniziative autonome"
ROMA - Palazzo Chigi smentisce Scelli sulla vicenda degli ostaggi italiani liberati in Iraq. L'ex commissario straordinario della Cri in una intervista pubblicata oggi dalla Stampa, aveva parlato della necessità di "tacere agli americani i tentativi di liberare gli ostaggi". Una condizione, secondo Scelli, "irrinunciabile per garantire l'incolumità degli ostaggi e nostra che feci mia sin dal primo giorno"
Ora la presidenza del Consiglio sottolinea che il rapporto con "l'Alleato è sempre stato pieno e reciproco", una collaborazione, "franca e leale" che "non è mai venuta meno". Palazzo Chigi rimarca di non aver mai orientato le scelte di Scelli, che invece sostiene di aver agito, all'epoca, concordemente con il sottosegretario Gianni Letta e con Nicola Calipari il quale, "consapevole di questa direttiva - dice ancora Scelli - si raccomandò con me di non parlarne neppure al generale Mario Marioli, italiano, vicecomandante delle forze alleate in Iraq che, invece, fu informato dallo stesso Calipari dell'operazione Sgrena".
Insomma le notizie apparse oggi sulla Stampa sarebbero "ricostruzioni riconducibili alla sfera di autonomia, nazionale e internazionale, propria della Croce Rossa", come afferma una nota diffusa dall'ufficio stampa di Palazzo Chigi. "Le autorità di governo della repubblica e i suoi apparati non hanno mai condizionato nè orientato la sua azione che, si ribadisce, si è sviluppata in piena autonomia".
E Scelli rettifica l'intervista: "Palazzo Chigi smentisce di aver partecipato direttamente a questa trattativa a questa operazione, ed è la verità - ha detto al Tg2 -. Questa è un'operazione che abbiamo sempre rivendicato come nostra, i rapporti sono stati gestiti da noi, i rapporti con il personale iracheno, rapporti con i mediatori, rapporti con tutti coloro che hanno fatto in modo, ponendo delle condizioni precise di cui io solo informalmente poi facevo partecipi le istituzioni, di poter concludere nella maniera che tutti sappiamo. Abbiamo curato terroristi? Non lo so, per me erano solo iracheni. Rapporti diretti con i terroristi non ci sono mai stati".
Scelli non entra nel merito della vicenda Calipari: "Del sequestro della Sgrena non sappiamo nulla - afferma -. Posso solo dire che Nicola Calipari a me ha dato la certezza di essere un uomo di grande professionalità e di grande responsabilità. Uno in grado di assumere ogni qualsiasi decisione".
Ora la presidenza del Consiglio sottolinea che il rapporto con "l'Alleato è sempre stato pieno e reciproco", una collaborazione, "franca e leale" che "non è mai venuta meno". Palazzo Chigi rimarca di non aver mai orientato le scelte di Scelli, che invece sostiene di aver agito, all'epoca, concordemente con il sottosegretario Gianni Letta e con Nicola Calipari il quale, "consapevole di questa direttiva - dice ancora Scelli - si raccomandò con me di non parlarne neppure al generale Mario Marioli, italiano, vicecomandante delle forze alleate in Iraq che, invece, fu informato dallo stesso Calipari dell'operazione Sgrena".
Insomma le notizie apparse oggi sulla Stampa sarebbero "ricostruzioni riconducibili alla sfera di autonomia, nazionale e internazionale, propria della Croce Rossa", come afferma una nota diffusa dall'ufficio stampa di Palazzo Chigi. "Le autorità di governo della repubblica e i suoi apparati non hanno mai condizionato nè orientato la sua azione che, si ribadisce, si è sviluppata in piena autonomia".
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