Da redazione del 11/07/2005
Perché ricordare Giorgio Ambrosoli
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Venticinque anni fa, l’11 luglio 1979, veniva ucciso a Milano l’avvocato Giorgio Ambrosoli. L’”eroe borghese” - come lo definì nel suo bel libro Corrado Stajano - che pagò con la vita il suo rigore morale, la sua integrità e il suo impegno civile. Una scelta di dignità, quella che fece Ambrosoli, e un esempio di etica di fronte ai quali risaltano ancora di più, in tutta la loro pochezza e indecenza, i comportamenti e le attitudini di molti personaggi che calcano la scena economica, imprenditoriale e politica del nostro Paese.
Giorgio Ambrosoli non si piegò ai ricatti e alle intimidazioni e condusse in porto il suo incarico, quello di accertare il dissesto finanziario delle banche di Michele Sindona, e le relative responsabilità, per evitare che le conseguenze economiche ricadessero sulla collettività e sui risparmiatori indifesi.
Il comune di Cornate d’Adda, lo scorso dicembre, ha intitolato una via a Giorgio Ambrosoli. Un gesto semplice ma di straordinario valore nel periodo così difficile che viviamo. E che ci piace segnalare, perché il ricordo di un uomo come Ambrosoli è una testimonianza di come si possano compiere scelte diverse da quelle dettate dall’ottuso egoismo che troppo spesso ci incatena alle nostre debolezze.
In questa sezione, riportiamo i discorsi che il sindaco di Cornate d’Adda, Mario Angelo Parma, Corrado Stajano, Gherardo Colombo e il figlio di Giorgio Ambrosoli, Umberto, hanno tenuto in occasione della cerimonia di intitolazione.
Giorgio Ambrosoli non si piegò ai ricatti e alle intimidazioni e condusse in porto il suo incarico, quello di accertare il dissesto finanziario delle banche di Michele Sindona, e le relative responsabilità, per evitare che le conseguenze economiche ricadessero sulla collettività e sui risparmiatori indifesi.
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