Da News Italia Press del 26/01/2005
In clandestinità due terroristi italiani?
Si tratterebbe di Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel
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Parigi - A quattro mesi dalla fuga di Cesare Battisti, due presunti terroristi italiani in Francia sono entrati in clandestinità. Si tratterebbe di Giuseppe Maj, 65 anni, fondatore dei Carc (Comitato di appoggio alla resistenza per il comunismo), e Giuseppe Czeppel, 44, membri di una Commissione Preparatoria (CP) del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano.
Erano stati arrestati a Parigi il 23 giugno 2003 per "associazione per delinquere con scopi terroristici e possesso di documenti falsi" e il 13 dicembre scorso avevano annunciato che avrebbero "abbandonato la residenza obbligata per riprendere il lavoro negli organi centrali del partito". I due sono sospettati dalla Procura di Napoli di far parte di una nuova "associazione sovversiva", dopo la scoperta di un documento in cui il nuovo Partito comunista progettava "atti e violenze per sovvertire l'ordine democratico ".
Editore milanese, laureato in ingegneria, Giuseppe Maj si è reso irreperibile nel maggio del 1999, poco dopo l'assassinio di Massimo D'Antona. Il 19 ottobre dello stesso anno, durante perquisizioni nei confronti di persone ritenute vicine ai Carc, gli investigatori hanno trovato un documento attribuito a Maj che criticava le Brigate Rosse per i tempi e i modi dell'uccisione di Massimo D'Antona, consulente del Ministero del Lavoro.
Già nel 1989 Maj era finito sotto inchiesta a Milano: i pm Ferdinando Pomarici e Armando Spataro fanno perquisire la sua casa editrice e il centro di documentazione "Filorosso", ritenuti al centro di attività eversive. L'inchiesta era nata dal ritrovamento in Francia, in un covo di "Action Directe", di un documento redatto da un militante della Raf in cui si parlava di incontri a Milano con persone dell'ambiente del "Bollettino".
Erano stati arrestati a Parigi il 23 giugno 2003 per "associazione per delinquere con scopi terroristici e possesso di documenti falsi" e il 13 dicembre scorso avevano annunciato che avrebbero "abbandonato la residenza obbligata per riprendere il lavoro negli organi centrali del partito". I due sono sospettati dalla Procura di Napoli di far parte di una nuova "associazione sovversiva", dopo la scoperta di un documento in cui il nuovo Partito comunista progettava "atti e violenze per sovvertire l'ordine democratico ".
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