Il Sindacalista della Cgil Guido Rossa è morto freddato dal bierre Riccardo Dura. Ora giace in una bara di zinco nei giardini di via Fracchia ad Oregina con le irrefrenabili lacrime della moglie Silvia e della figlia Sabina. Non è fortunatamente cronaca attuale, ma "solo" fiction che riporta Genova ai brividi freddi degli "anni di piombo" fine 1970, inizio anni '80. La finzione cinematografica è quella drammatica, ammirevole e realistica, voluta dal regista romano Giuseppe Ferrara che ha quasi concluso in città con la sua troupe della Pianeta Spettacolo S.r.l.di Roma e del produttore pugliese De Benedictis, la pellicola sulla tragica storia di Guido Rossa, il militante della Cgil all'Italsider che osò sfidare le Brigate Rosse, denunciandone le infiltrazioni terroriste negli ambienti dell'acciaieria di Cornigliano alla fine degli anni '70, in particolare smascherando il "postino" brigatista in fabbrica Francesco Berardi. Nella scena girata in Via Fracchia ieri, il celebre attore Massimo Ghini, che interpreta Guido Rossa, viene adagiato in una cassa zinco delle Onoranze Funebri Comunali per far rivivere al cinema d'impegno politico e sociale quella fredda alba del 24 gennaio del 1979 in cui l'eroico sindacalista perse la vita ad opera del brigatista Riccardo Dura che trovò poi a sua volta la morte un anno più tardi, il 28 marzo del 1980, quando i Carabinieri dell'Antiterrorismo del Generale Dalla Chiesa irruppero nel covo di via Fracchia falcidiando quattro Bierre. Oltre a Dura morirono sotto i colpi delle mitragliette dei Carabinieri anche Lorenzo Betassa, Annamaria Ludmann e Pietro Panciarelli. Marcello Di Meglio.