Da La Repubblica del 19/09/2005

Nucleare, la Corea del Nord rinuncia al suo programma

Nel vertice a sei Pyongyang si impegna ad aderire al Trattato di non proliferazione. Migliorano i rapporti con gli Usa

PECHINO - La Corea del Nord si è impegnata ad abbandonare al più presto il suo programma nucleare, a "rinunciare a qualsiasi arma atomica" e a "tornare al momento opportuno" ad aderire al Trattato di non proliferazione. E' quanto si legge nel comunicato congiunto con gli Stati Uniti, diffuso al termine del negoziato a sei (Cina, Russia, Usa, Giappone e le due Coree) sul programma atomico di Pyongyang.

Gli Stati Uniti hanno confermato che non possiedono armi nucleari nella penisola coreana e che non hanno alcuna intenzione di attaccare o invadere la Corea del Nord con armi convenzionali o nucleari.

Così Pyongyang e Washington, principali protagonisti della crisi che si trascina da tre anni, si sono impegnati a "rispettare ciascuno la sovranità dell'altro, a coesistere pacificamente e a intraprendere passi per normalizzare le loro relazioni".

La Corea del Nord intende anche normalizzare i rapporti con il Giappone, che insieme agli Usa è stato fino ad oggi il paese più intransigente nel chiedere l'immediato e totale smantellamento del programma nucleare di Pyongyang. Con la dichiarazione Usa, Giappone e gli altri partecipanti ai colloqui si impegnano inoltre "ad assistere la Corea del Nord nel settore dell'energia".

I sei paesi si sono dati appuntamento per "l'inizio di novembre, in data da definirsi" per una nuova tornata di colloqui. In questa sede si dovranno discutere i dettagli dell' accordo che, afferma la dichiarazione congiunta, è basato sui principi di "un impegno in cambio di un impegno" e "un'azione in cambio di un'azione".

Le "parti interessate", cioè la Corea del Nord e la Corea del Sud, che formalmente sono ancora in guerra discuteranno di come arrivare a una "situazione di pace permanente nella penisola coreana".

Il quarto round dei colloqui a sei si è svolto in due riprese - dal 26 luglio a 6 agosto e poi dal 13 al 19 settembre - a Pechino. In precedenza, si erano svolti altri tre round di discussioni, sempre a Pechino, senza che fossero stati raggiunti risultati di rilievo.

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