Da La Repubblica del 28/01/2005
Mafia, boss suicida in carcere
Era il gregario di Provenzano
Francesco Pastoia, 62 anni, si è impiccato nella sua cella. Era il perno dell'inchiesta che ha portato ai fermi di lunedì
PALERMO - E' stato trovato morto in cella a Modena il boss mafioso Francesco Pastoia, 62 anni, fermato lunedì notte a Castelfranco Emilia. Era accusato di essere uno dei gregari più fidati del capomafia latitante Bernardo Provenzano e un sicario delle cosche. L' uomo si è impiccato.
Pastoia era il perno dell'inchiesta che ha portato lunedì notte al fermo di 50 persone. C'erano prove schiaccianti della sua colpevolezza in molti affari illeciti che riguardavano gli appalti pubblici, ma soprattutto l'omicidio di un imprenditore, assassinato lo scorso ottobre a Palermo e di cui gli agenti della squadra mobile hanno registrato in diretta le fasi di preparazione, intercettando le parole di Pastoia mentre si preparava ad effettuare l'agguato.
Il boss, che diverse volte in passato era entrato e uscito dal carcere, anche dopo aver scontato condanne per mafia, durante l'udienza di convalida davanti al gip di Modena si era avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice aveva convalidato l'arresto e stava trasmettendo ai colleghi di Palermo il fascicolo.
Pastoia ha avuto modo di leggere nel provvedimento di fermo che lo riguardava centinaia di sue conversazioni registrate: Pastoia, che per molti anni ha organizzato e gestito la latitanza di Provenzano, rivela, involontariamente, di aver violato diverse regole di Cosa nostra, e di aver tentato di "prendere in giro" Provenzano su alcuni delitti. Non solo, parlando con un suo amico, confessa involontariamente di aver commesso omicidi senza l'autorizzazione dei capimafia delle zone in cui sono stati effettuati.
Secondo gli investigatori questi comportamenti, svelati dalle sue stesse parole registrate dalle microspie, avrebbero compromesso la figura di Pastoia agli occhi di Provenzano.
Pastoia era il perno dell'inchiesta che ha portato lunedì notte al fermo di 50 persone. C'erano prove schiaccianti della sua colpevolezza in molti affari illeciti che riguardavano gli appalti pubblici, ma soprattutto l'omicidio di un imprenditore, assassinato lo scorso ottobre a Palermo e di cui gli agenti della squadra mobile hanno registrato in diretta le fasi di preparazione, intercettando le parole di Pastoia mentre si preparava ad effettuare l'agguato.
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