Da Vita No Profit del 31/10/2005
Israele: l'assassino di Rabin chiede nuovo processo
Yigal Amir, condannato all'ergastolo per l'assassinio di Rabin, attinge alle teorie della cospirazione e dichiara di non aver esploso il terzo colpo, quello mortale
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Yigal Amir, killer gia' condannato del primo ministro israeliano Yitzhak Rabin, chiede un nuovo processo, affermando, a 10 anni dell'assassinio, di essere innocente. Lo dichiara la moglie di Amir, parlando alla radio dell'esercito israeliano. ''Yigal Amir ha ammesso che voleva uccidere Yitzhak Rabin, ma ha fatto fuoco solo due volte e non e' stato lui che ha sparato il terzo proiettile che lo ha ucciso'', ha afferamato Larissa Trimboler, la 42enne moglie di Amir.
Amir, 36 anni, ha attinto alle ''teorie della cospirazione'', che sostengono che furono gli agenti della sicurezza israeliani a preparare l'assassinio del Nobel per la Pace israeliano, l'uomo che fece crescere nei cuori degli israeliani la speranza della pace con i palestinesi, ma che provoco' anche l'odio degli elementi piu' oltranzisti della destra israeliane, all'epoca contraria agli accordi di Oslo del 1993.
I commentatori politici e giudiziari israeliani ritengono che non ci sia in pratica alcuna possibilita' che si apra un nuovo processo, per quello che viene visto dalla grande maggioranza degli israeliani come uno dei piu' abominevoli detenuti che si trovano oggi nelle carceri del paese. Standoai sondaggi, uno dei quali pubblicato da un quotidiano israeliano proprio lo scorso venerdi', il 76% degli israeliani non e' disponibile a perdonare, neanche in futuro, Yigal Amir. Yigal Amir sta scontando una condanna all'ergastolo per l'assassinio di Rabin.
Amir, 36 anni, ha attinto alle ''teorie della cospirazione'', che sostengono che furono gli agenti della sicurezza israeliani a preparare l'assassinio del Nobel per la Pace israeliano, l'uomo che fece crescere nei cuori degli israeliani la speranza della pace con i palestinesi, ma che provoco' anche l'odio degli elementi piu' oltranzisti della destra israeliane, all'epoca contraria agli accordi di Oslo del 1993.
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