Da RaiNews24 del 15/11/2005
Ilaria Alpi. Ecco le conclusioni della Commissione parlamentare, ma e' scontro sul movente
News presente nelle categorie:
La dinamica è accertata e condivisa. Ancora incertezze e differenze sul movente. Oggi la Commissione parlamentare di inchiesta sull’uccisione il 20 marzo del 1994 in Somalia della giornalista Rai Ilaria Alpi e del suo operatore Miran Hrovatin ha presentato i propri risultati.
Dalle analisi balistiche e tecniche ella Polizia Scientifica, si è appurato che la giornalista e l'operatore sono stati colpiti mortalmente, ciascuno da un solo proiettile di kalashnikov, da una distanza di 5 metri mentre la loro auto era in movimento e chi ha sparato anche.
Sulla dinamica della sparatoria, non ci sono più dubbi. Gli accertamenti balistici e tecnici condotti dalla Polizia scientifica sull'automobile a bordo della quale si trovavano Alpi e Hrovatin (si tratta della Toyota giunta in Italia lo scorso settembre, fugata ogni incertezza grazie anche al ritrovamento di tracce ematiche) hanno permesso di ricostruire esattamente le fasi decisive del duplice omicidio.
L'automobile, bloccata da un commando in un vicolo di Mogadiscio, fa una rapidissima marcia indietro, zigzagando e prendendo anche un marciapiede. Uno degli assalitori la insegue di corsa, aprendo il fuoco in movimento da una distanza di cinque metri. Il primo colpo mortale è per l'operatore, il secondo (dopo 7-10 secondi) per la giornalista che si trovava sul sedile posteriore.
A ucciderli è la stessa persona: usa un Ak47, i proiettili sono di tipo diverso (pallottola dumping per Hrovatin, normale per la Alpi) ma del medesimo calibro. Insomma, spiegano gli investigatori e i tecnici, non si è trattato di una "esecuzione" a distanza ravvicinata.
Alla conferenza stampa non sono presenti i genitori di Ilaria. Ma il loro consulente, il dottor Ciarella, ha dichiarato di "condividere pienamente merito e risultati dell'indagine".
Ma sul movente è polemica aperta. Il presidente della Commissione Carlo Taormina sostiene che la "verità accertata" è che si sia trattato di un tentativo di sequestro sfociato in una sparatoria mortale avviata da uno degli uomini della scorta di Alpi e Hrovatin.
Ma questa versione è stata contestata dai parlamentare del centrosinistra Rosi Bindi e Raffaello De Brasi: "Questo è ancora da accertare".
"Ci dissociamo dalle conclusioni a cui sembra giunto il presidente Carlo Taormina e che sono soltanto sue e non della intera Commissione. Per quanto ci riguarda c'è ancora molto lavoro da fare prima di dire che Ilaria Alpi e Miran Hrovatin siano stati oggetti di un sequestro poi finito in omicidio".
Dalle analisi balistiche e tecniche ella Polizia Scientifica, si è appurato che la giornalista e l'operatore sono stati colpiti mortalmente, ciascuno da un solo proiettile di kalashnikov, da una distanza di 5 metri mentre la loro auto era in movimento e chi ha sparato anche.
Sulla dinamica della sparatoria, non ci sono più dubbi. Gli accertamenti balistici e tecnici condotti dalla Polizia scientifica sull'automobile a bordo della quale si trovavano Alpi e Hrovatin (si tratta della Toyota giunta in Italia lo scorso settembre, fugata ogni incertezza grazie anche al ritrovamento di tracce ematiche) hanno permesso di ricostruire esattamente le fasi decisive del duplice omicidio.
L'automobile, bloccata da un commando in un vicolo di Mogadiscio, fa una rapidissima marcia indietro, zigzagando e prendendo anche un marciapiede. Uno degli assalitori la insegue di corsa, aprendo il fuoco in movimento da una distanza di cinque metri. Il primo colpo mortale è per l'operatore, il secondo (dopo 7-10 secondi) per la giornalista che si trovava sul sedile posteriore.
A ucciderli è la stessa persona: usa un Ak47, i proiettili sono di tipo diverso (pallottola dumping per Hrovatin, normale per la Alpi) ma del medesimo calibro. Insomma, spiegano gli investigatori e i tecnici, non si è trattato di una "esecuzione" a distanza ravvicinata.
Alla conferenza stampa non sono presenti i genitori di Ilaria. Ma il loro consulente, il dottor Ciarella, ha dichiarato di "condividere pienamente merito e risultati dell'indagine".
Ma sul movente è polemica aperta. Il presidente della Commissione Carlo Taormina sostiene che la "verità accertata" è che si sia trattato di un tentativo di sequestro sfociato in una sparatoria mortale avviata da uno degli uomini della scorta di Alpi e Hrovatin.
Ma questa versione è stata contestata dai parlamentare del centrosinistra Rosi Bindi e Raffaello De Brasi: "Questo è ancora da accertare".
"Ci dissociamo dalle conclusioni a cui sembra giunto il presidente Carlo Taormina e che sono soltanto sue e non della intera Commissione. Per quanto ci riguarda c'è ancora molto lavoro da fare prima di dire che Ilaria Alpi e Miran Hrovatin siano stati oggetti di un sequestro poi finito in omicidio".
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
di Gavino Pala su Archivio '900 del 20/03/2012
di Saverio Lodato su Antimafia200 del 23/06/2008
su L'Europeo del 01/07/2007
In biblioteca
di Luigi Grimaldi, Luciano Scalettari
Chiarelettere, 2010
Chiarelettere, 2010
di Roberto Scardova
Edizioni Ambiente, 2009
Edizioni Ambiente, 2009