Da Il Manifesto del 14/05/2003

La quarta volta di Ovidio Bompressi

TRIBUNALE SORVEGLIANZA DEVE DECIDERE SU BOMPRESSI

Oggi il tribunale di sorveglianza decide per l'ennesima volta se Bompressi dovrà rimanere in carcere

Oggi il tribunale di sorveglianza di Genova si ritrova davanti il caso di Ovidio Bompressi, il condannato per il delitto Calabresi che in cella si consuma fino al rischio della vita. La sua incompatibilità con il carcere è già stata dimostrata per tabulas tre volte. E per tre volte i medici, il conforto degli affetti familiari e il calore della sua città - Massa - hanno salvato Bompressi. Scaduti a febbraio i quattro mesi di detenzione domiciliare concessigli dal tribunale di sorveglianza di Firenze quand'era uscito l'ultima volta dal don Bosco di Pisa, il giudice di sorveglianza di Massa aveva disposto la sospensione temporanea della pena. In attesa che il tribunale di Genova decidesse cosa fare. A Genova, forse, speravano che nel frattempo il problema fosse risolto alla radice, accogliendo la seconda domanda di grazia presentata per Bompressi dalla moglie e dalla figlia. La prima istanza, firmata da Bompressi, il ministro Castelli l'aveva bocciata perché inopportuna. Sulla seconda non si è mai pronunciato e resta chiusa in un cassetto in via Arenula. Così il tribunale di sorveglianza è "obbligato" a pronunciarsi. Ha solo due possibilità. O rispedisce Bompressi al don Bosco, valutanto che le sue condizioni di salute sono migliorate (e per fortuna lo sono), e nel giro di 15 giorni il caso per la quarta volta si riproporrà tal quale. Oppure prende tempo, disponendo una nuova perizia che terrà per una manciata di mesi Bompressi a casa. Anche in questo caso, continuando a latitare la grazia, il problema si ripresenterà. Chi vuol bene a Bompressi - e questo giornale gliene vuole - si sorprende a chiedersi se un nuovo drammatico soggiorno in carcere non renderebbe finalmente obbligatoria la concessione della grazia. E' un pensiero cinico e brutale, lo sappiamo. Ma che la grazia sia l'unica soluzione è arcinoto, anche per Sofri che non l'ha chiesta. A Strasburgo la Corte europea di giustizia, a cui si sono appellati Sofri, Bompressi e Pietrostefani (riparato a Parigi), sta impiegando più tempo del previsto per pronunciarsi sull'ammissibilità del ricorso. Un pronunciamento positivo finirebbe comunque nell'imbuto della grazia. E fin che Berlusconi avrà le sue personali gatte da pelare con la giustizia, la grazia per Sofri e Bompressi non farà un passo avanti. Rientrato questo impedimento, ne verrà fuori un altro. E così via in una catena infinita che solo una decisione quirinalizia potrebbe spezzare. Oggi alle 18 al Teatrino dei Servi di Massa il comitato "La città per Ovidio" torna sollecitare la grazia per Bompressi.

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