Da redazione del 23/02/2006
Associazione Ilaria Alpi-Comunità Aperta
Commissione d’inchiesta: conclusioni in disaccordo
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Oggi la commissione bicamerale d’inchiesta sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin discuterà le conclusioni dopo 18 mesi di lavoro.
Ma non si prevedono conclusioni pacifiche. Dopo l’anticipazioni da parte del Presidente della Commissione, l’On. Carlo Taormina, pubblicate su Il Giornale di ieri (mercoledì 22 febbraio), i deputati di centro sinistra della commissione hanno indetto una conferenza stampa per dissociarsi dalla sua posizione.
Le conclusioni di Taormina
“Non ci sono misteri dietro l’omicidio di Ilaria Alpi”. E’ questa la versione dell’Onorevole Taormina, sintetizzata su Il Giornale nell’intervista di Guido Perna. Secondo Taormina, Ilaria e Miran non avrebbero scoperto traffici di armi, di scorie radioattive o di malversazioni nella cooperazione, perché – ha detto a Il Giornale - dietro a queste affermazioni ci sarebbe “il deserto probatorio”.
E ancora: “Come mandanti sono stati accusati prima Craxi, poi il generale Scajola Pescarini, Capo della seconda divisione del Sismi al tempo in Somalia, padre Sommavilla, Prete della diocesi di Trento presente a Mogadiscio e a Merca e Giancarlo Marocchino, commerciante e affarista italiano residente a Mogadiscio. Calunnie. Nel 1994 c’era livore contro Craxi e si voleva dare una mazzata definitiva ai vecchi partiti. Cosa di meglio che i presunti traffici somali?”
Per Taormina “Ilaria e Miran sono morti come tanti giornalisti in zone pericolose per caso, a causa dei disordini all’interno della Somalia”. Il caso per lui sarebbe quindi stato montato.
Secondo l’onorevole avrebbe lavorato “una centrale giornalistica di depistaggio”, che ha fatto credere con ogni mezzo che Ilaria sia stata eliminata perché depositaria di segreti.
Di questa centrale, sempre secondo Taormina, farebbero parte il Tg3, Maurizio Torrealta, Famiglia Cristiana, l’Espresso, l’Unità e l’ex deputata Ds Mariangela Gritta Grainer, autrice insieme ai coniugi Alpi e al giornalista Torrealta del libro “L’esecuzione. Inchiesta sull’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin” (Kaos, 1999).
Dichiarazioni che evidenziano la piena sfiducia nei giornalisti e nella stampa e ribadite nel finale dell’intervista: “Abbiamo le carte per provare come, con giornalisti e giornali si può alterare la verità e depistare la giustizia.”
La verità dell’opposizione
Inevitabili le immediate repliche espresse dai deputati della commissione Raffaello De Brasi (Ds), Carmen Motta (Ds), Rosi Bindi (Dl) e Elettra Deiana (Prc).
“Presenteremo una memoria di minoranza e voteremo contro la relazione del presidente Taormina” ci ha detto Carmen Motta “Esprimiamo un giudizio negativo sull’uso politico personale e di schieramento che Taormina ha fatto del caso. Da parte nostra c’è un atteggiamento di serietà. Consideriamo condivisibile la ricostruzione del contesto sociale e politico della Somalia e la perizia della polizia scientifica sull’auto (che ha rilevato la causa della morte in due colpi da fuoco mortali sparati da kalashnikov a circa 5 metri dall’auto N.d.r) presenti nella relazione di maggioranza. Non abbiamo certezze sui mandanti e le motivazioni e non siamo interessati ad un nostro teorema come ci viene imputato, ma le causali del duplice omicidio rimangono sul tappeto. Il caso rimane aperto.”
Raffaello De Brasi, Vicepresidente della commissione, incalza: “ La nostra memoria conterà gli stralci della prima bozza presentata dalla maggioranza. Il presidente infatti ha procurato uno strappo nella regola procedurale, per cui ha presentato una versione delle conclusioni [del 17 Febbario, N.d.r]. Poi epurando alcune parti, ne ha proposta un’altra. Gli elementi esclusi saranno presenti nel nostro documento di domani.
“Inoltre condanniamo il suo accanimento ingiustificato contro la famiglia e larga parte della stampa. Le inchieste giornalistiche svolte in questi dodici anni, accusate di depistaggio non sono state confermate ma neppure smentite. Le certezze di Taormina si basano sulle testimonianze di Giancarlo Marocchino e di un teste somalo, dipendente di Marocchino, che non hanno avuto riscontro.”
Anche Mauro Bulgarelli, deputato dei Verdi, annuncia la presentazione di una relazione di minoranza. Bulgarelli, che si è autosospeso dall'organismo parlamentare in polemica con la conduzione del presidente Carlo Taormina, sottolinea che ”la commissione non ha affatto contribuito a chiarire le circostanze di quelle tragiche morti, conducendo un'opera di omissione sistematica e voluta di elementi fondamentali. Non risultano approfondite le piste relative alla malacooperazione nonché ai traffici di armi e di rifiuti tossico-nocivi o, peggio, di scorie nucleari che potrebbero essere all'origine del duplice omicidio.”
Ma non si prevedono conclusioni pacifiche. Dopo l’anticipazioni da parte del Presidente della Commissione, l’On. Carlo Taormina, pubblicate su Il Giornale di ieri (mercoledì 22 febbraio), i deputati di centro sinistra della commissione hanno indetto una conferenza stampa per dissociarsi dalla sua posizione.
Le conclusioni di Taormina
“Non ci sono misteri dietro l’omicidio di Ilaria Alpi”. E’ questa la versione dell’Onorevole Taormina, sintetizzata su Il Giornale nell’intervista di Guido Perna. Secondo Taormina, Ilaria e Miran non avrebbero scoperto traffici di armi, di scorie radioattive o di malversazioni nella cooperazione, perché – ha detto a Il Giornale - dietro a queste affermazioni ci sarebbe “il deserto probatorio”.
E ancora: “Come mandanti sono stati accusati prima Craxi, poi il generale Scajola Pescarini, Capo della seconda divisione del Sismi al tempo in Somalia, padre Sommavilla, Prete della diocesi di Trento presente a Mogadiscio e a Merca e Giancarlo Marocchino, commerciante e affarista italiano residente a Mogadiscio. Calunnie. Nel 1994 c’era livore contro Craxi e si voleva dare una mazzata definitiva ai vecchi partiti. Cosa di meglio che i presunti traffici somali?”
Per Taormina “Ilaria e Miran sono morti come tanti giornalisti in zone pericolose per caso, a causa dei disordini all’interno della Somalia”. Il caso per lui sarebbe quindi stato montato.
Secondo l’onorevole avrebbe lavorato “una centrale giornalistica di depistaggio”, che ha fatto credere con ogni mezzo che Ilaria sia stata eliminata perché depositaria di segreti.
Di questa centrale, sempre secondo Taormina, farebbero parte il Tg3, Maurizio Torrealta, Famiglia Cristiana, l’Espresso, l’Unità e l’ex deputata Ds Mariangela Gritta Grainer, autrice insieme ai coniugi Alpi e al giornalista Torrealta del libro “L’esecuzione. Inchiesta sull’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin” (Kaos, 1999).
Dichiarazioni che evidenziano la piena sfiducia nei giornalisti e nella stampa e ribadite nel finale dell’intervista: “Abbiamo le carte per provare come, con giornalisti e giornali si può alterare la verità e depistare la giustizia.”
La verità dell’opposizione
Inevitabili le immediate repliche espresse dai deputati della commissione Raffaello De Brasi (Ds), Carmen Motta (Ds), Rosi Bindi (Dl) e Elettra Deiana (Prc).
“Presenteremo una memoria di minoranza e voteremo contro la relazione del presidente Taormina” ci ha detto Carmen Motta “Esprimiamo un giudizio negativo sull’uso politico personale e di schieramento che Taormina ha fatto del caso. Da parte nostra c’è un atteggiamento di serietà. Consideriamo condivisibile la ricostruzione del contesto sociale e politico della Somalia e la perizia della polizia scientifica sull’auto (che ha rilevato la causa della morte in due colpi da fuoco mortali sparati da kalashnikov a circa 5 metri dall’auto N.d.r) presenti nella relazione di maggioranza. Non abbiamo certezze sui mandanti e le motivazioni e non siamo interessati ad un nostro teorema come ci viene imputato, ma le causali del duplice omicidio rimangono sul tappeto. Il caso rimane aperto.”
Raffaello De Brasi, Vicepresidente della commissione, incalza: “ La nostra memoria conterà gli stralci della prima bozza presentata dalla maggioranza. Il presidente infatti ha procurato uno strappo nella regola procedurale, per cui ha presentato una versione delle conclusioni [del 17 Febbario, N.d.r]. Poi epurando alcune parti, ne ha proposta un’altra. Gli elementi esclusi saranno presenti nel nostro documento di domani.
“Inoltre condanniamo il suo accanimento ingiustificato contro la famiglia e larga parte della stampa. Le inchieste giornalistiche svolte in questi dodici anni, accusate di depistaggio non sono state confermate ma neppure smentite. Le certezze di Taormina si basano sulle testimonianze di Giancarlo Marocchino e di un teste somalo, dipendente di Marocchino, che non hanno avuto riscontro.”
Anche Mauro Bulgarelli, deputato dei Verdi, annuncia la presentazione di una relazione di minoranza. Bulgarelli, che si è autosospeso dall'organismo parlamentare in polemica con la conduzione del presidente Carlo Taormina, sottolinea che ”la commissione non ha affatto contribuito a chiarire le circostanze di quelle tragiche morti, conducendo un'opera di omissione sistematica e voluta di elementi fondamentali. Non risultano approfondite le piste relative alla malacooperazione nonché ai traffici di armi e di rifiuti tossico-nocivi o, peggio, di scorie nucleari che potrebbero essere all'origine del duplice omicidio.”
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