Da Corriere della Sera del 24/02/2006
Vent’anni alla fondatrice dell’Armata Rossa Giapponese
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Passerà vent’anni in carcere l’«imperatrice» del terrorismo. Fusako Shigenobu, 61 anni, fondatrice dell’Armata Rossa giapponese, responsabile di decine di omicidi e attentati compiuti negli anni ’70 e ’80, mai pentita. Ieri un tribunale di Tokyo l’ha condannata per aver organizzato l’assalto all’ambasciata francese dell’Aja compiuto nel 1974 in nome della causa palestinese. Lei ha reagito alzando il pugno in aria tra le grida di giubilo di alcuni anziani simpatizzanti presenti in aula. «Questo verdetto ha scritto in un haiku letto da uno dei suoi avvocati fuori dall’aula—non è la fine ma l’inizio. La nostra forza di volontà continuerà a diffondersi». Cresciuta in una famiglia conservatrice, Fusako è approdata alla lotta armata per caso. Era il 1965, infuriava la protesta contro la guerra in Vietnam, e lei fu invitata a un
sit-in da uno suo collega. Quattro anni dopo fondava la «Nihon Sekigun», l’Armata Rossa giapponese. Nel 1970 fugge a Beirut dove stringe un patto di ferro con il Fronte popolare per la liberazione della Palestina, guidato da George Habbash. Nelmaggio del 1972 un commando, di cui fa parte anche il
marito di Fusako, attacca l’aeroporto di Tel Aviv: 26 morti, 76 feriti. La furia dell’«Armata Rossa» arriva anche in Italia. Nell’88 a Napoli l’«imperatrice» organizza un attentato davanti a un locale frequentato da marinai americani. Cinque i morti. Dopo il crollo dell’Urss il movimento perde forza. E Fusako si dà alla latitanza. Fino all’8 novembre del 2000 quando viene arrestata a Osaka.
M.R.S.
sit-in da uno suo collega. Quattro anni dopo fondava la «Nihon Sekigun», l’Armata Rossa giapponese. Nel 1970 fugge a Beirut dove stringe un patto di ferro con il Fronte popolare per la liberazione della Palestina, guidato da George Habbash. Nelmaggio del 1972 un commando, di cui fa parte anche il
marito di Fusako, attacca l’aeroporto di Tel Aviv: 26 morti, 76 feriti. La furia dell’«Armata Rossa» arriva anche in Italia. Nell’88 a Napoli l’«imperatrice» organizza un attentato davanti a un locale frequentato da marinai americani. Cinque i morti. Dopo il crollo dell’Urss il movimento perde forza. E Fusako si dà alla latitanza. Fino all’8 novembre del 2000 quando viene arrestata a Osaka.
M.R.S.
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