Da Ansa del 16/03/2006
DAI TERRENI CONFISCATI ALLA MAFIA NASCE IL VINO 'CENTOPASSI'
ROMA - Previsioni per la vendemmia 2006: arriva il 'Centopassi', un Nero d'Avola prodotto dalla cooperativa 'Placido Rizzotto', che coltiva i terreni confiscati a Cosa Nostra. Distribuito dalla Coop, sara' un vino che in ogni sua parte vuole essere portatore di legalita'. A partire dai terreni, sui quali oggi crescono i vigneti, ma che fino a qualche anno fa erano di proprieta' delle cosche mafiose siciliane.
Anche nel nome, il 'Centopassi', ricorda il film di Marco Tullio Giordana sulla vita di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia. Cento, infatti, erano i passi che separavano ''la casa di Peppino Impastato e quella di Gaetano Badalamenti'', ricorda Claudio Fava, in un libro sulla storia di Impastato. E, infine, anche l'etichetta di questo Nero d'Avola sara' esclusiva. In un progetto tra Piemonte e Sicila, hanno lavorato i ragazzi dell'Istituto Tecnico di Torino per arti grafiche e fotografiche Bodoni, che insieme a Nova Coop, la Cooperativa di consumo che opera in Piemonte, mettendo a punto un'etichetta per il 'Centopassi'. Gli studenti torinesi hanno incontrato il Procuratore di Torino, Gian Carlo Caselli e Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato. E' un progetto che ha coinvolto la coscienza civile dei ragazzi e le loro abilita' tecniche poiche' ''anche la creazione dell'etichetta e' un'iniziativa importante'', spiega Gianluca Faraone, presidente della Cooperativa 'Placido Rizzotto'
. Nata nel 2001, la cooperativa siciliana, il cui nome e' ispirato al sindacalista di Corleone ucciso dalla mafia e' composta da giovani e ragazzi svantaggiati del posto. Il suo obiettivo e' l'uso sociale dei beni confiscati a Cosa nostra. I campi e i vigneti in cui nascono i vini, il grano, l'olio, le marmellate e le conserve prodotte dalla cooperativa appartenevano tutti a Toto' Riina. Dopo la confisca, avvenuta otto anni fa, e' seguito un lungo periodo di abbandono.
Il 'Centopassi' e' il secondo esperimento vitivinicolo della cooperativa. Gia' nel 2004, infatti, ha debuttato sul mercato 'Placido', un bianco Igt a base di uve catarratto. E proprio la Coop ha distribuito negli anni scorsi, la pasta 'Libera Terra'. Alla cooperativa Placido Rizzotto-Libera Terra, sono ormai convinti che e' stato sfatato un luogo comune: dopo il dominio della mafia, ''anche in queste zone lavorare per conto dello Stato e nella piena legalita' - conclude Faraone - e' possibile''.
Anche nel nome, il 'Centopassi', ricorda il film di Marco Tullio Giordana sulla vita di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia. Cento, infatti, erano i passi che separavano ''la casa di Peppino Impastato e quella di Gaetano Badalamenti'', ricorda Claudio Fava, in un libro sulla storia di Impastato. E, infine, anche l'etichetta di questo Nero d'Avola sara' esclusiva. In un progetto tra Piemonte e Sicila, hanno lavorato i ragazzi dell'Istituto Tecnico di Torino per arti grafiche e fotografiche Bodoni, che insieme a Nova Coop, la Cooperativa di consumo che opera in Piemonte, mettendo a punto un'etichetta per il 'Centopassi'. Gli studenti torinesi hanno incontrato il Procuratore di Torino, Gian Carlo Caselli e Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato. E' un progetto che ha coinvolto la coscienza civile dei ragazzi e le loro abilita' tecniche poiche' ''anche la creazione dell'etichetta e' un'iniziativa importante'', spiega Gianluca Faraone, presidente della Cooperativa 'Placido Rizzotto'
. Nata nel 2001, la cooperativa siciliana, il cui nome e' ispirato al sindacalista di Corleone ucciso dalla mafia e' composta da giovani e ragazzi svantaggiati del posto. Il suo obiettivo e' l'uso sociale dei beni confiscati a Cosa nostra. I campi e i vigneti in cui nascono i vini, il grano, l'olio, le marmellate e le conserve prodotte dalla cooperativa appartenevano tutti a Toto' Riina. Dopo la confisca, avvenuta otto anni fa, e' seguito un lungo periodo di abbandono.
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