Da La Nazione del 02/03/2006
Ergastolo definitivo alla br Nadia Lioce
A tre anni di distanza dal 2 marzo 2003 Castiglion Fiorentino ha reso stamani omaggio al sovrintendente capo della polizia di Stato, ucciso durante un conflitto a fuoco con i brigatisti Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce sul treno Roma-Firenze. Contemporaneamente arriva la conferma dell'ergastolo definitivo inflitto alla Lioce. Avvocato famiglia Petri: 'Una pagina significativa della lotta al terrorismo'
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Sono passati tre anni da quel 2 marzo 2003, ma Castiglion Fiorentino non dimentica e rende omaggio al sovrintendente capo della polizia di Stato Emanuele Petri. Ucciso durante un conflitto a fuoco con i brigatisti Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce sul treno Roma-Firenze.
Così stamani proprio nella piazza intitolata al poliziotto di fronte alla stazione, alle 10.30 si è svolta una cerimonia ufficiale di commemorazione, alla quale hanno partecipato Alma Petri, vedova del sovrintendente ucciso, il questore della provincia di Arezzo Massimo Bontempi, il presidente della Provincia Vincenzo Ceccarelli, il sindaco di Castiglion Fiorentino Paolo Brandi. ''La mia rabbia cresce sempre piu', pensando alla vita normale che avremmo avuto e soprattutto che nostro figlio fa il suo stesso mestiere''. Sono le parole pronunciate oggi da Alma Petri, nel giorno della commemorazione del marito Emanuele. La cerimonia commemorativa si e' svolta a Castiglion Fiorentino, alla stazione ferroviaria dove fu fermato il treno in quella piovosa mattina del 2 marzo 2003. La vedova di Emanuele Petri ha fatto riferimento alla sentenza definitiva che, proprio oggi, la Corte di Cassazione doveva pronunciare su Nadia Desdemona Lioce, gia' condannata all'ergastolo dalla corte d' assise di Arezzo e dalla corte d' assise d' appello di Firenze.
E la sentenza è arrivata nel primo pomeriggio. Ergastolo definitivo per la brigatista Nadia Desdemona Lioce: lo ha deciso la prima sezione penale della Corte di Cassazione, a conclusione del processo per la sparatoria, avvenuta il 2 marzo 2003 sul treno Roma-Firenze, nella quale morirono il sovrintendente di polizia Emanuele Petri e il brigatista Mario Galesi, e un altro poliziotto, Bruno Fortunato, rimase ferito.
''Bene, e' una bellissima notizia. E' stata fatta giustizia anche se a noi familiari niente e nessuno ci ridara' mai Emanuele'': Alma Petri, la vedova del sovrintendente della polfer ucciso dalle Br, commenta cosi' la conferma definitiva dell'ergastolo per Nadia Desdemona Lioce da parte della Cassazione. ''Questa sentenza in un certo senso rappresenta il coronamento dell'impegno di mio marito, e' un riconoscimento al suo sacrificio''. Esaminando il materiale recuperato in occasione dell'arresto della Lioce, gli investigatori ricavarono elementi decisivi per le indagini che hanno portato a smantellare le cosidette nuove Brigate Rosse.
''Oggi, a tre anni dall'omicidio di Emanuele Petri, viene scritta, dalla Cassazione, una pagina significativa della lotta al terrorismo: credo che tutti dobbiamo essere grati a questa famiglia di onesti servitori dello stato''. Cosi' l'avvocato Walter Biscotti - che rappresenta i familiari dell'agente della Polfer ucciso esattamente tre anni fa sul treno Roma-Firenze in una sparatoria con le nuove B.R. - ha commentato la lettura del verdetto con il quale la prima sezione penale della Cassazione ha reso definitiva la condanna all'ergastolo per la brigatista Nadia Lioce.
''Oggi - ha aggiunto Biscotti - il nostro pensiero va a tutti i poliziotti, i carabinieri, i magistrati, i giornalisti e tutti coloro che in questi ultimi trent'anni hanno pagato con la morte contribuendo alla tenuta della democrazia nel nostro paese''. ''La condanna all'ergastolo per Nadia Lioce e' la giusta conclusione di una vicenda tragica che non poteva che concludersi cosi': e' la prima condanna che passa in giudicato nei confronti delle nuove Brigate Rosse e dimostra la validita' del lavoro svolto da magistrati e forze dell'ordine'': cosi' gli avvocati dello Stato, Massimo Giannuzzi e Alessandra Bruni, hanno commentato la decisione della prima sezione penale della Cassazione.
In particolare, l'avvocato Giannuzzi ha rappresentato il ministero degli Interni, e l'avvocato Bruni ha rappresentato Palazzo Chigi come parte lesa ''dal progetto eversivo delle nuove B.R. e dal senso di insicurezza che hanno prodotto nei cittadini in seguito alla sparatoria avvenuta sul treno Roma-Firenze esattamente tre anni fa''.
Così stamani proprio nella piazza intitolata al poliziotto di fronte alla stazione, alle 10.30 si è svolta una cerimonia ufficiale di commemorazione, alla quale hanno partecipato Alma Petri, vedova del sovrintendente ucciso, il questore della provincia di Arezzo Massimo Bontempi, il presidente della Provincia Vincenzo Ceccarelli, il sindaco di Castiglion Fiorentino Paolo Brandi. ''La mia rabbia cresce sempre piu', pensando alla vita normale che avremmo avuto e soprattutto che nostro figlio fa il suo stesso mestiere''. Sono le parole pronunciate oggi da Alma Petri, nel giorno della commemorazione del marito Emanuele. La cerimonia commemorativa si e' svolta a Castiglion Fiorentino, alla stazione ferroviaria dove fu fermato il treno in quella piovosa mattina del 2 marzo 2003. La vedova di Emanuele Petri ha fatto riferimento alla sentenza definitiva che, proprio oggi, la Corte di Cassazione doveva pronunciare su Nadia Desdemona Lioce, gia' condannata all'ergastolo dalla corte d' assise di Arezzo e dalla corte d' assise d' appello di Firenze.
E la sentenza è arrivata nel primo pomeriggio. Ergastolo definitivo per la brigatista Nadia Desdemona Lioce: lo ha deciso la prima sezione penale della Corte di Cassazione, a conclusione del processo per la sparatoria, avvenuta il 2 marzo 2003 sul treno Roma-Firenze, nella quale morirono il sovrintendente di polizia Emanuele Petri e il brigatista Mario Galesi, e un altro poliziotto, Bruno Fortunato, rimase ferito.
''Bene, e' una bellissima notizia. E' stata fatta giustizia anche se a noi familiari niente e nessuno ci ridara' mai Emanuele'': Alma Petri, la vedova del sovrintendente della polfer ucciso dalle Br, commenta cosi' la conferma definitiva dell'ergastolo per Nadia Desdemona Lioce da parte della Cassazione. ''Questa sentenza in un certo senso rappresenta il coronamento dell'impegno di mio marito, e' un riconoscimento al suo sacrificio''. Esaminando il materiale recuperato in occasione dell'arresto della Lioce, gli investigatori ricavarono elementi decisivi per le indagini che hanno portato a smantellare le cosidette nuove Brigate Rosse.
''Oggi, a tre anni dall'omicidio di Emanuele Petri, viene scritta, dalla Cassazione, una pagina significativa della lotta al terrorismo: credo che tutti dobbiamo essere grati a questa famiglia di onesti servitori dello stato''. Cosi' l'avvocato Walter Biscotti - che rappresenta i familiari dell'agente della Polfer ucciso esattamente tre anni fa sul treno Roma-Firenze in una sparatoria con le nuove B.R. - ha commentato la lettura del verdetto con il quale la prima sezione penale della Cassazione ha reso definitiva la condanna all'ergastolo per la brigatista Nadia Lioce.
''Oggi - ha aggiunto Biscotti - il nostro pensiero va a tutti i poliziotti, i carabinieri, i magistrati, i giornalisti e tutti coloro che in questi ultimi trent'anni hanno pagato con la morte contribuendo alla tenuta della democrazia nel nostro paese''. ''La condanna all'ergastolo per Nadia Lioce e' la giusta conclusione di una vicenda tragica che non poteva che concludersi cosi': e' la prima condanna che passa in giudicato nei confronti delle nuove Brigate Rosse e dimostra la validita' del lavoro svolto da magistrati e forze dell'ordine'': cosi' gli avvocati dello Stato, Massimo Giannuzzi e Alessandra Bruni, hanno commentato la decisione della prima sezione penale della Cassazione.
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