Palermo. E' nervoso, muove in continuazione le mani, chiude gli occhi per alcuni secondi, qualche volta la sua voce si incrina. E' un uomo diverso, oggi, il maresciallo del Ros dei Carabinieri, Giorgio Riolo, arrestato nel novembre del 2003 nell'ambito dell'inchiesta sulle 'talpe' della Procura. Non e' piu' quel maresciallo sicuro di se' che dirigeva il settore tecnico delle intercettazioni del Reparto operativo speciale. Interrogato per quasi quattro ore dai magistrati al processo a Domenico Miceli, il sottufficiale, che oggi e' agli arresti domiciliari, si deve spesso sforzare per non piangere.