Da Milliyet del 15/04/2005
Il dibattito sul genocidio del 1915 divide i turchi e scava un fossato tra Ankara e l'Unione europea. Il parere delllo storico Halil Berktay
La verità e gli armeni
di Hail Berktay
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Che aria si respirava nell'impero ottomano durante i tragici avvenimenti del 1915?
All'epoca cominciava a prender forma un nazionalismo turco alimentato dal diffuso vittimismo nei confronti del mondo esterno. Le guerre balcaniche del 1912-1913 da questo punto di vista rappresentano una svolta. Infatti mentre l'esercito bulgaro e quello greco avanzano, le minoranze di Instanbul festeggiano nel quartiere di Pera (zona cosmopolita di Instanbul allora abitata principalmente da greci). La pulizia etnica comincia contro i greci ancor prima dello scoppio della prima guerra mondiale. Le memorie di Halil Mentese, presidente dell'Assemblea ottomana, raccontano con precisione cosa successe. Una campagna che colpisce i greci della Tracia (parte eurpea della Turchia attuale) in base alle direttive dei servizi segreti ottomani che miravano a terrorizzarli per costringerli ad andar vie.
Non voglio dire che la deportazione degli armeni viene pianificata in quel momento, ma in ogni caso prende forma un'esperienza di quel tipo. Nel 1912 il rischio che Instanbul cada nelle mani del nemico è sempre maggiore. Il ministro della guerra Enver Pascià sta per trasferire il suo ministero in Anatolia. Bisognava quindi eliminare da quest'area quegli elementi che avrebbero potuto tradire lo stato ottomano. E' in questo contesto che è stata decisa la deportazione.
Chi dà l'ordine di deportare gli armeni? Enver Pascià?
E' Talat Pascià - ministro dell'interno e membro del triumvirato del movimento nazionalista dei Giovani turchi con Enver e Djemal Pascià. E' lui che convincerà Enver e Djemal - ministro della marina - ad attaccare gli armeni. L'ordine di deportazione colpiva tutti gli armeni dell'ipero ottomano per il solo fatto di essere armeni. Il decreto di deportazione del 1915 non era limitato alle zone di guerra dell'Anatolia orientale. Quel decreto sulla deportazione è quindi una vera operazione di pulizia etnica.
GLI ORDINI SEGRETI
Come viene applicato il decreto?
Attraverso gli strumenti legali dello stato, con ordini inviati dal ministero dell'interno che in sostanza dicono: "Riunite subito tutti gli armeni della vostra zona". Oppure: "Convogliateli verso il sudest anatolico e di lì verso città della Siria e dell'Iraq dove saranno sistemati". La questione non riguarda solo l'est dell'Anatolia. Vengono deportati anche armeni dell'Anatolia occidentale, di Corfù (Tracia, Turchia europea) e solo perchè sono armeni.
Oggi, anche a prescindere dall'eliminazione fisica, queste misure rientrerebbero nella definizione di genocidio. L'operazione infatti si configura come eliminazione di massa di un gruppo etnico. Certamente ci sono state anche delle resistenze nell'amministrazione ottomana.
Ma oggi si capisce più chiaramente che oltre agli ordini ufficiali ce n'erano altri, emessi segretamente da una parte dell'apparato dello stato. Il movimento dei Giovani turchi ha un braccio paramilitare segreto attivo nei servizi segreti ottomani. Ufficialmente si dice: "Sfortunatamente gli armeni sono morti di fame!". I primi massacri sono un segnale: i personaggi più pericolosi della popolazione locale ricevono così il segnale che la "caccia all'armeno" è autorizzata. La seconda ondata di massacri può cominciare. Prova ne è...
Il telegramma del ministro dell'interno Talat Pascià?
In maniera indiretta, nel telegramma inviato nel luglio del 1915 al governatore di Diyarbakir dice di non attaccare gli altri cristiani della regione, ma di "fare con gli armeni quel che sapete". A livello ufficiale si sostiene che lo stato fornì delle unità di protezione agli emigranti armeni. Se nonostante la protezione militare ci sono stati degli attacchi contro i deportati armeni, dove sono le informazioni che riguardano gli scontri? Vorrei che i sostenitori della versione ufficiale, come il presidente della Società turca di storia, mi mostrassero un documento, un rapporto ufficiale in proposito.
Gli armeni non hanno niente da rimproverarsi?
Ci sono state due organizzazioni nazionaliste armene, il Dashnak sutyn e l'Hintchak che effettivamente sono passate all'azione contro gli ottomani con la protezione della Russia zarista.
Se è vero che i militanti nazionalisti armeni hanno cominciato una campagna di epurazione etnica contro i villaggi turchi e musulmani della loro regione in collaborazione con l'esercito russo, negli ambienti ufficiali turchi si afferma che gli armeni avrebbero assassinato addirittura cinquecentomila turchi musulmani. Ma si tratta di un falso storico assoluto!.
All'epoca cominciava a prender forma un nazionalismo turco alimentato dal diffuso vittimismo nei confronti del mondo esterno. Le guerre balcaniche del 1912-1913 da questo punto di vista rappresentano una svolta. Infatti mentre l'esercito bulgaro e quello greco avanzano, le minoranze di Instanbul festeggiano nel quartiere di Pera (zona cosmopolita di Instanbul allora abitata principalmente da greci). La pulizia etnica comincia contro i greci ancor prima dello scoppio della prima guerra mondiale. Le memorie di Halil Mentese, presidente dell'Assemblea ottomana, raccontano con precisione cosa successe. Una campagna che colpisce i greci della Tracia (parte eurpea della Turchia attuale) in base alle direttive dei servizi segreti ottomani che miravano a terrorizzarli per costringerli ad andar vie.
Non voglio dire che la deportazione degli armeni viene pianificata in quel momento, ma in ogni caso prende forma un'esperienza di quel tipo. Nel 1912 il rischio che Instanbul cada nelle mani del nemico è sempre maggiore. Il ministro della guerra Enver Pascià sta per trasferire il suo ministero in Anatolia. Bisognava quindi eliminare da quest'area quegli elementi che avrebbero potuto tradire lo stato ottomano. E' in questo contesto che è stata decisa la deportazione.
Chi dà l'ordine di deportare gli armeni? Enver Pascià?
E' Talat Pascià - ministro dell'interno e membro del triumvirato del movimento nazionalista dei Giovani turchi con Enver e Djemal Pascià. E' lui che convincerà Enver e Djemal - ministro della marina - ad attaccare gli armeni. L'ordine di deportazione colpiva tutti gli armeni dell'ipero ottomano per il solo fatto di essere armeni. Il decreto di deportazione del 1915 non era limitato alle zone di guerra dell'Anatolia orientale. Quel decreto sulla deportazione è quindi una vera operazione di pulizia etnica.
GLI ORDINI SEGRETI
Come viene applicato il decreto?
Attraverso gli strumenti legali dello stato, con ordini inviati dal ministero dell'interno che in sostanza dicono: "Riunite subito tutti gli armeni della vostra zona". Oppure: "Convogliateli verso il sudest anatolico e di lì verso città della Siria e dell'Iraq dove saranno sistemati". La questione non riguarda solo l'est dell'Anatolia. Vengono deportati anche armeni dell'Anatolia occidentale, di Corfù (Tracia, Turchia europea) e solo perchè sono armeni.
Oggi, anche a prescindere dall'eliminazione fisica, queste misure rientrerebbero nella definizione di genocidio. L'operazione infatti si configura come eliminazione di massa di un gruppo etnico. Certamente ci sono state anche delle resistenze nell'amministrazione ottomana.
Ma oggi si capisce più chiaramente che oltre agli ordini ufficiali ce n'erano altri, emessi segretamente da una parte dell'apparato dello stato. Il movimento dei Giovani turchi ha un braccio paramilitare segreto attivo nei servizi segreti ottomani. Ufficialmente si dice: "Sfortunatamente gli armeni sono morti di fame!". I primi massacri sono un segnale: i personaggi più pericolosi della popolazione locale ricevono così il segnale che la "caccia all'armeno" è autorizzata. La seconda ondata di massacri può cominciare. Prova ne è...
Il telegramma del ministro dell'interno Talat Pascià?
In maniera indiretta, nel telegramma inviato nel luglio del 1915 al governatore di Diyarbakir dice di non attaccare gli altri cristiani della regione, ma di "fare con gli armeni quel che sapete". A livello ufficiale si sostiene che lo stato fornì delle unità di protezione agli emigranti armeni. Se nonostante la protezione militare ci sono stati degli attacchi contro i deportati armeni, dove sono le informazioni che riguardano gli scontri? Vorrei che i sostenitori della versione ufficiale, come il presidente della Società turca di storia, mi mostrassero un documento, un rapporto ufficiale in proposito.
Gli armeni non hanno niente da rimproverarsi?
Ci sono state due organizzazioni nazionaliste armene, il Dashnak sutyn e l'Hintchak che effettivamente sono passate all'azione contro gli ottomani con la protezione della Russia zarista.
Se è vero che i militanti nazionalisti armeni hanno cominciato una campagna di epurazione etnica contro i villaggi turchi e musulmani della loro regione in collaborazione con l'esercito russo, negli ambienti ufficiali turchi si afferma che gli armeni avrebbero assassinato addirittura cinquecentomila turchi musulmani. Ma si tratta di un falso storico assoluto!.
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