Da La Repubblica del 12/02/2007
Ben sette dei quindici arrestati sono iscritti al primo sindacato italiano. La segreteria ammette: "Colpisce la presenza di lavoratori e di delegati sindacali"
Cgil costretta a fare i conti con le nuove Br. "Massima energia contro il terrorismo"
fermati sono stati tutti sospesi: "Fiducia, sostegno e apprezzamento alla magistratura"
di AA.VV.
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ROMA - Come era già avvenuto all'indomani dell'omicidio di Marco Biagi, protagonista prima di essere ucciso dalle Br di un aspro confronto con l'allora segretario Sergio Cofferati, l'ondata di arresti eseguiti oggi costringe nuovamente la Cgil a fare i conti con il terrorismo. Questa volta non c'entra la presunta durezza del confronto politico, ma il suo ruolo di serbatoio privilegiato per il reclutamento del nuovo brigatismo.
Ben sette dei quindici presunti terroristi finiti oggi in manette nell'ambito della vasta operazione coordinata dalla procura di Milano, risultano infatti iscritti al primo sindacato italiano. Quattro di loro appartengono alla Fiom (Federazione impiegati operai metallurgici) uno alla Filcem (Federazione italiana lavoratori chimici), una alla Filt (Federazione italiana lavoratori trasporti) ed uno, dipendente delle Poste, è iscritto al Slc (Sindacato lavoratori telecomunicazione): lo stesso sindacato dove era iscritto anche Bruno Di Giovannangelo, arrestato nell'inchiesta toscana sulle Br.
Nessuno aveva incarichi di rilievo, ma due di loro, Davide Bortolato e Massimiliano Toschi, sono tra i cento membri del consiglio direttivo della Fiom di Padova in veste di delegati aziendali della Cgil. Un sindacato che in Veneto conta 370mila iscritti, di cui 64mila nella sola provincia di Padova.
Tanto è bastato a spingere la segreteria nazionale della Cgil, non solo a sospendere immediatamente in via cautelativa i fermati, ma ad esprimere subito senza riserve "fiducia, sostegno e apprezzamento per il lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine impegnate a sventare un tentativo di ricostruzione di una rete terroristica".
In una nota il sindacato ammette quindi che "colpisce la dimensione delle persone e dei territori coinvolti, la presenza di lavoratori e di delegati sindacali e anche la loro età". "Tutto questo - prosegue la segreteria della Cgil - vuol dire che la lotta al terrorismo, alle sue propaggini e ramificazioni va continuata con la massima energia e determinazione anche sul fronte sociale, come è stato in tutti questi anni, con l'iniziativa e la mobilitazione di tutto il movimento sindacale". "La Cgil - conclude la nota - seguirà l'evoluzione del quadro degli accertamenti e responsabilità che già ora si presenta gravissimo e ha già provveduto alla sospensione cautelativa di quanti risultano iscritti all'organizzazione".
Un'immediata presa di distanza è arrivata anche dalla segreteria milanese della Fiom, dove dal febbraio 2006 era iscritto Massimiliano Gaeta, 32 anni, operaio della Alstom Power, azienda metalmeccanica di Sesto San Giovanni. In una nota la Fiom "ribadisce il proprio impegno contro ogni forma di violenza e contro il terrorismo, che nulla hanno mai avuto a che vedere con la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori per migliorare la propria condizione e quella dell'insieme della società".
Dichiarazioni nette, che non sono bastate però a impedire le speculazioni, di alcuni settori del centrodestra, per quanto minoritari. "Oggi come ieri - ha affermato la parlamentare di Forza Italia Isabella Bertolini - sembrano perdurare i rapporti preferenziali tra parte del mondo sindacale di sinistra e le organizzazioni terroristiche. E' necessario approfondire le ragioni di tali perversi e morbosi collegamenti per evitare il ripetersi di una stagione, quella degli anni di piombo, sanguinosa e dolorosa."
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Nessuno aveva incarichi di rilievo, ma due di loro, Davide Bortolato e Massimiliano Toschi, sono tra i cento membri del consiglio direttivo della Fiom di Padova in veste di delegati aziendali della Cgil. Un sindacato che in Veneto conta 370mila iscritti, di cui 64mila nella sola provincia di Padova.
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In una nota il sindacato ammette quindi che "colpisce la dimensione delle persone e dei territori coinvolti, la presenza di lavoratori e di delegati sindacali e anche la loro età". "Tutto questo - prosegue la segreteria della Cgil - vuol dire che la lotta al terrorismo, alle sue propaggini e ramificazioni va continuata con la massima energia e determinazione anche sul fronte sociale, come è stato in tutti questi anni, con l'iniziativa e la mobilitazione di tutto il movimento sindacale". "La Cgil - conclude la nota - seguirà l'evoluzione del quadro degli accertamenti e responsabilità che già ora si presenta gravissimo e ha già provveduto alla sospensione cautelativa di quanti risultano iscritti all'organizzazione".
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