Da La Repubblica del 02/06/2006
Daria Bonfietti: si riapre politicamente un mistero d´Italia. I sostenitori dell´Arma azzurra: un atto dovuto
Ustica, lo Stato va in Cassazione
Ricorso sulla sentenza che assolse i generali dell´Aeronautica
Il ricorso Conferito da Prodi all´Avvocatura l´incarico di presentare il ricorso. Il governo: fiducia nei militari, ma serve una corretta interpretazione delle nuove norme
di Giovanni Maria Bellu
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ROMA - Il governo ha deciso di ricorrere contro l´assoluzione dei generali del "caso Ustica" dall´accusa di attentato a organi costituzionali e alto tradimento. Nell´annunciarlo, la presidenza del Consiglio dei ministri ribadisce "la piena fiducia nell´operato dell´Aeronautica militare" e, contemporaneamente, sottolinea la necessità di arrivare alla "corretta interpretazione" delle modifiche a una serie di norme penali sui reati di opinione introdotte all´inizio dell´anno dal governo Berlusconi.
Parrebbe un atto dovuto - come hanno subito sottolineato i sostenitori dell´estraneità dell´Aeronautica militare - in realtà è la riapertura politica del più celebre tra i cosiddetti misteri d´Italia. E´ questo il parere di Daria Bonfietti, presidente dell´associazione dei parenti delle 81 vittime: definisce "vergognosa" la sentenza dello scorso 15 dicembre (pubblicata il 6 aprile) e, ancor di più, il fatto che poco dopo il governo Berlusconi abbia modificato il reato di attentato contro organi costituzionali in modo tale da renderlo di fatto inapplicabile alla tragedia del Dc9.
Un problema avvertito anche dalla pubblica accusa. Un mese fa, nel suo ricorso contro la sentenza di assoluzione, la procura generale di Roma ha chiesto la modifica della formula adottata: non più "perché il fatto non sussiste" ma "perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato". Richiesta che ha, compatibilmente col linguaggio criptico degli atti giudiziari, un certo sapore polemico.
A ricorrere per Cassazione sarà naturalmente l´avvocatura dello Stato, alla quale ieri il governo Prodi ha conferito l´incarico. I sostenitori della tesi dell´atto dovuto - in particolare il generale dell´Aeronautica Enrico Pinto, coordinatore del "Comitato studi per Ustica" - fanno notare che l´avvocatura dello Stato è stata presente in tutti i gradi di giudizio e che dunque "c´era da aspettarsi che avrebbe anche ricorso in Cassazione". Non era affatto scontato, però, che il governo annunciasse la decisione con una nota ufficiale e che, dopo aver naturalmente chiarito che questo va anche "a garanzia degli stessi interessati", sottolineasse la necessità di una "corretta interpretazione" delle nuove norme introdotte dal governo Berlusconi.
I due generali (Lamberto Bartolucci, ex capo di Stato maggiore dell´Aeronautica, e il suo vice Franco Ferri) erano accusati di aver dato alle autorità politiche informazioni depistanti sulle cause della strage, in particolare riguardo la presenza nel cielo di Ustica di altri aerei. In parole povere, di aver nascosto lo scenario di guerra all´interno del quale avvenne la tragedia. Nel processo di primo grado furono ritenuti responsabili di questi comportamenti e, infatti, non furono assolti ma beneficiarono della prescrizione del reato. Quella sentenza fu interpretata come una condanna. E come tale fu vissuta dall´Aeronautica.
Si può comprendere dunque la soddisfazione con cui i generali salutarono l´assoluzione in appello. Assoluzione, un mese dopo, blindata dalla modifica della norma. Adesso, perché il reato di attentato si consumi, non basta impedire (anche attraverso una omessa informazione) a un organo costituzionale di esercitare il proprio mandato. Ma bisogna farlo "con violenza". Ed è molto difficile individuare, nelle bugie dei generali sul caso Ustica, comportamenti di tipo violento, almeno nel senso che comunemente viene attribuito al termine. Questo è il rebus che il nuovo governo chiede alla Cassazione di risolvere.
Parrebbe un atto dovuto - come hanno subito sottolineato i sostenitori dell´estraneità dell´Aeronautica militare - in realtà è la riapertura politica del più celebre tra i cosiddetti misteri d´Italia. E´ questo il parere di Daria Bonfietti, presidente dell´associazione dei parenti delle 81 vittime: definisce "vergognosa" la sentenza dello scorso 15 dicembre (pubblicata il 6 aprile) e, ancor di più, il fatto che poco dopo il governo Berlusconi abbia modificato il reato di attentato contro organi costituzionali in modo tale da renderlo di fatto inapplicabile alla tragedia del Dc9.
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A ricorrere per Cassazione sarà naturalmente l´avvocatura dello Stato, alla quale ieri il governo Prodi ha conferito l´incarico. I sostenitori della tesi dell´atto dovuto - in particolare il generale dell´Aeronautica Enrico Pinto, coordinatore del "Comitato studi per Ustica" - fanno notare che l´avvocatura dello Stato è stata presente in tutti i gradi di giudizio e che dunque "c´era da aspettarsi che avrebbe anche ricorso in Cassazione". Non era affatto scontato, però, che il governo annunciasse la decisione con una nota ufficiale e che, dopo aver naturalmente chiarito che questo va anche "a garanzia degli stessi interessati", sottolineasse la necessità di una "corretta interpretazione" delle nuove norme introdotte dal governo Berlusconi.
I due generali (Lamberto Bartolucci, ex capo di Stato maggiore dell´Aeronautica, e il suo vice Franco Ferri) erano accusati di aver dato alle autorità politiche informazioni depistanti sulle cause della strage, in particolare riguardo la presenza nel cielo di Ustica di altri aerei. In parole povere, di aver nascosto lo scenario di guerra all´interno del quale avvenne la tragedia. Nel processo di primo grado furono ritenuti responsabili di questi comportamenti e, infatti, non furono assolti ma beneficiarono della prescrizione del reato. Quella sentenza fu interpretata come una condanna. E come tale fu vissuta dall´Aeronautica.
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Documenti
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27 giugno 1980
Elenco completo delle 81 vittime della strage di Ustica I passeggeri e personale di bordo del volo dell'Itavia numero 870 |
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In Rete
Pagina dedicata alla strage di Ustica da Sandro Provvisionato.
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Un archivio storico-giornalistico frutto del lavoro di due cronisti, Fabrizio Colarieti e Daniele Biacchessi, che "raccoglie documenti di cui è accertata la provenienza e di cui viene sempre citata la fonte" sulla strage di Ustica del 27 giugno 1980 e su quella alla stazione di Bologna del 2 agosto dello stesso anno. In costruzione una nuova sezione dedicata alle bombe del 1993 a Roma, Firenze e Milano.
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Sito curato da Stefano Bizzarri. Un contributo alla memoria per non smettere mai di pretendere la verità.
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The aircraft crashed into the Tyrrhenian Sea near Ustica, Italy at about 1900hrs GMT while on a flight from Bologna to Palermo. Many theories as to the cause of the accident have been entertained, including the possible involvement of Italian and Libyan fighter jets, which were operating in the area around the time of the accident. Another theory hypothesizes that United States forces, while targeting the Lybian fighter jets in the area, may have accidently downed the DC-9.
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Interessante e approfondito dossier che ricostruisce i fatti di Ustica. Ricco di foto e illustrazioni, è curato dal notiziario locale fiorentino "Nove da Firenze". Da non perdere.
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Sito di presentazione dell'omonimo libro.
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Guglielmo Sinigaglia è stato testimone della strage.
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