Da Il Giornale di Brescia del 22/11/2000

L’11 dicembre il «pentito» Carlo Digilio verrà interrogato sulla strage di piazza Loggia

«Zio Otto» davanti al giudice Le rivelazioni dell’ex agente Cia sono uno dei cardini dell’inchiesta

di AA.VV.

Verrà interrogato l’11 dicembre, davanti al Gip Francesca Morelli, e le sue dichiarazioni avranno il valore di una prova nell’eventuale processo che ci si augura scaturisca prima o poi dall’inchiesta dei pm Di Martino e Piantoni sulla strage di piazza Loggia. E le dichiarazioni di Carlo Digilio, ex agente della CIA infiltrato in Ordine Nuovo e ora collaboratore di giustizia, contano parecchio. Sul racconto di «zio Otto» (questo era il suo nome in codice) si basano in buona parte le ultime inchieste sul terrorismo nero, sulle stragi di piazza Fontana e della Questura di Milano e di piazza Loggia. Digilio, che oggi ha 62 anni, è anche molto malato e così i pm Roberto Di Martino e Francesco Piantoni hanno chiesto e ottenuto di interrogarlo subito, con la formula dell’incidente probatorio, cioè come se la sua deposizione si svolgesse davanti ai giudici del processo. All’incidente probatorio saranno presenti e potranno controinterrogare il «collaboratore», i difensori delle persone finite nel registro degli indagati con l’accusa di concorso in strage, anche per le rivelazioni di Digilio. E questi indagati, «interessati» alla deposizione del «pentito» sono in tutto nove: gli imputati ormai «storici» Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi; il generale dei carabinieri Francesco Delfino; l’ex parlamentare del MSI ed ex capo di Ordine Nuovo Pino Rauti; l’ex informatore dei servizi segreti Maurizio Tramonte sulle cui ammissioni i pm bresciani contano molto; il francese Yves Guerin Serac, alias Yves Felix Marie Guillou, cattolico integralista votato alla lotta anticomunista, direttore dell’agenzia Aginter Presse, copertura di un centro spionistico legato alla CIA; l’ex guardia del corpo del ministro Taviani Giovanni Maifredi già coinvolto nell’inchiesta sul MAR di Carlo Fumagalli; il colonnello dei carabinieri Angelo Pignatelli processato e assolto in primo grado dall’accusa di depistaggio nell’inchiesta a strage di Peteano e infine il padovano Arturo Francesconi Sartori. É quasi certo che nessuno dei nove indagati sarà presente all’incidente probatorio che, calcolano l’interrogatorio dei pm e i controinterrogatori dei difensori, potrebbe durare più giorni. Anche lo stesso «zio Otto», quasi certamente, non verrà portato a Brescia per l’incidente probatorio. Per motivi di sicurezza e anche per lo stato di salute è certo che Carlo Digilio riponderà alle domande attraverso un collegamento in teleconferenza dal luogo dove vive sotto protezione. Carlo Digilio, che ha già avuto un ruolo fondamentale nell’inchiesta sulla strage di piazza Fontana, ha detto molte cose anche dell’attentato che il 28 maggio del ’74, in piazza Loggia, provocò 8 morti e un centinaio di feriti. Oltre ad aver raccontato di aver visto l’ordigno usato a Brescia, da quanto si è potuto sapere fino ad ora dell’inchiesta, Digilio ha parlato dell’organizzazione di Ordine Nuovo, dei contatti con la CIA e delle decisioni strategiche che portarono ad alcuni dei più gravi attentati terroristici dal ’69 al ’74. (a. pell.)

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