Da La Repubblica del 24/11/2006

Ancora dubbia l' ipotesi dell' avvelenamento. Il colonnello Litvinenko indagava sull' omicidio di Anna Politkovskaja

Londra, muore l'ex spia russa

Scotland Yard: 'Decesso inspiegabile'. I dissidenti: 'Ucciso dal Cremlino' - Cacciato dai servizi russi per le sue indagini in Cecenia era fuggito in Inghilterra - Escluso che sia stato il Tallio

di AA.VV.

LONDRA - Qualunque cosa sapesse, Aleksandr Litvinenko non parlerà più. Il 43enne ex-collonnello del Kgb è morto ieri sera, alle 9.21, nell' ospedale londinese in cui era ricoverato da una settimana per presunto avvelenamento. E' morto senza che i medici riuscissero a scoprire "che cosa" lo ha fatto star male, e senza che Scotland Yard scoprisse "chi" è eventualmente responsabile. Tutte le ipotesi avanzate nei giorni scorsi erano state parzialmente smentite nel corso di una giornata convulsa, in cui il mistero della sua malattia sembrava ulteriormente infittirsi. Non è stato avvelenato con il tallio, un potente veleno per topi, avevano detto i sanitari. E nemmeno con sostanze radioattive. Qualcuno aveva diffuso la voce che tre "oggetti" misteriosi erano stati rinvenuti nel suo intestino durante un esame radiografico, e che uno dei tre oggetti si era "rotto". Qualcun altro aveva poi spiegato che si trattava invece di normalissime "ombre", lasciate sulle sue radiografie dalle cure che Litvinenko aveva ricevuto. Un' altra indiscrezione parlava di medicinali usati per la chemioterapia come causa dell' avvelenamento: ma somministrati come, perché, da chi? Una cosa appariva certa: che l' ex-spia russa stava sempre peggio. Nella notte tra mercoledì e giovedì le sue condizioni si erano ulteriormente aggravate, aveva sofferto un infarto e forse anche un arresto cardiaco, ieri per tutto il giorno ha respirato con il polmone artificiale, sotto pesanti sedativi, nel reparto di terapia intensiva dell' University College Hospital. "E' in una situazione critica", aveva dichiarato nel pomeriggio il dottor Geoff Bellingan, uno degli specialisti che lo avevano esaminato. Verso le sette di sera un altro ex-agente del Kgb, Oleg Gordievksij, il più famoso "doppiogiochista" passato alla Gran Bretagna nel 1985, era uscito dall' ospedale a testa bassa annunciando: "Aleksandr non supererà la notte". La previsione si è avverata: poco più di due ore dopo, il suo cuore ha smesso di battere e non c' è stato modo di farlo ripartire. Quando la notizia della morte è stata diffusa dai primi bollettini delle agenzie di stampa, la Bbc ha interpellato nuovamente Gordievskij al telefono: "A questo punto non ci sono più dubbi che ad ucciderlo è stato il Cremlino", ha accusato quest' ultimo. "Soltanto i servizi segreti sono in possesso di veleni così micidiali e così difficili non solo da curare ma anche da individuare. Questa è la fine che fanno i nemici di Putin". La pista che porterebbe al presidente russo, o perlomeno ai suoi servizi segreti, ha varie giustificazioni. Litvinenko era stato defenestrato sei anni fa dal Kgb per le accuse che rivolgeva al Cremlino, secondo lui responsabile di avere messo le bombe che causarono centinaia di morti a Mosca e furono usate come motivo per lanciare la seconda guerra contro la Cecenia. Successivamente, aveva accusato Putin di avere tentato di assassinare Boris Berezobskij, uno degli oligarchi russi che si sono rifugiati in esilio a Londra, e più di recente la giornalista Anna Politovskaja. Emigrato nel Regno Unito, Litvinenko era finito sotto la protezione di Berezovksij e aveva proseguito le sue indagini contro Mosca. Era diventato cittadino britannico appena un mese fa. L' Fsb, il servizio segreto russo successore del Kgb, ha ripetutamente smentito ogni ruolo nel suo avvelenamento. Scotland Yard ha affidato le indagini alla squadra anti-terrorismo, che per ora considera la sua scomparsa una "morte non spiegabile". Litvinenko si era sentito male il primo novembre, dopo avere preso un tè con due russi in un albergo di Londra e avere pranzato con un suo informatore italiano, Maria Scaramella, in un ristorante giapponese della capitale. Se fosse dimostrato che è stato assassinato per ordine del Cremlino si potrebbe aprire una grave crisi nei rapporti tra Londra e Mosca. Se l' ex-colonnello si fosse ripreso, l' episodio sarebbe stato archiviabile come un incidente diplomatico: la sua morte ne fa una storia molto più seria e più grossa.

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