Da La Repubblica del 11/01/2007

Nel computer dell'ex consulente della Mitrokhin 19 pagine sul premier. Poi i pm di Milano Spataro e Salvini, il direttore del Cesis e i giornalisti di Repubblica

Il falso dossier di Scaramella "Così la Russia manipola Prodi"

di Carlo Bonini, Giuseppe D'Avanzo

RIDERE di Mario Scaramella? Interpretare il consulente della Mitrokhin, a cui per troppo tempo è stata data briglia sciolta e consenso istituzionale, come un pasticcione, un fanfarone, uno dei tanti colorati mestatori così frequenti nella scena pubblica della commedia italiana? Meglio andarci cauti. Di certo, vuole muoversi con piedi di piombo la procura di Roma.

Anzi, si può dire di più: il pubblico ministero Pietro Saviotti pare coltivare l'ipotesi che Mario Scaramella sia il "terminale" di un network determinato a organizzare una campagna di diffamazione contro Romano Prodi e il suo staff (Luciano Segre, Alessandro Ovi, Stefano Manservisi, Daniela Flamini, Marco Vignudelli), il generale Giuseppe Cucchi (oggi direttore del Cesis), i magistrati di Milano Armando Spataro e Guido Salvini, i due cronisti di Repubblica Carlo Bonini e Giuseppe D'Avanzo, presentando nel contempo Paolo Guzzanti, Mario Scaramella, Nicolò Pollari e Marco Mancini (appena ieri n. 1 e n. 2 del Sismi) come obiettivi dell'intelligence militare russa.

L'ipotesi è sostenuta, per quanto Repubblica è in grado di documentare, da un file estratto dall'hard disk di uno dei computer di Mario Scaramella. Il file dimostra che, ancora nel settembre scorso, Scaramella (per conto di chi? con quali risorse? con quali fonti? con quale mandato?) schedava - calunniandolo - il presidente del Consiglio.

Nell'ufficio di Scaramella, a Napoli, sono stati sequestrati 20 mila dollari in banconote da 100, intonse, con numeri di serie sequenziali e, a un primo esame, non provenienti da istituti di credito italiani. Verosimilmente consegnati da un "corriere", Battistolli. Chi pagava, dunque, Scaramella?

Il perché di questi compensi lo si può ricostruire leggendo il file "Prodi", nella directory D:Scaramella Mario SMPC1HD1ChiaroCdocuments, creato alle 19.48 del 18 settembre 2006. Salvato un'ultima volta dopo 182 minuti, alle 22 e 49. Diciannove pagine, 6302 parole in lingua inglese per costruire un dossier di menzogne.

Vi si legge: "Dopo controlli incrociati, molto approfonditi del dossier su Romano Prodi, può essere affermato (e ulteriormente corredato di dettagli) quanto segue.

1. E' molto improbabile che RP abbia mai consapevolmente o deliberatamente collaborato con i servizi di intelligence dell'Urss/Russi e vi sono molte indicazioni attendibili al riguardo.

2. Ugualmente ben fondata è la forte impressione che RP fosse o ancora sia ben manipolato dal Kgb e da coloro che gli sono succeduti in Russia attraverso i suoi stretti contatti personali o di amicizia, o di affari, o politici - a cominciare almeno dai tempi del sequestro di Aldo Moro - Qui abbiamo trovato molte indicazioni dirette ed indirette, e tutte ci conducono a credere che, almeno dalla fine degli anni '80, RP aveva tutti gli argomenti per capire di essere stato manipolato ripetutamente da parte dell'Urss-Russia, ma non ha fatto nulla per fare in modo di mettere fine a ciò ed evitare che la cosa continuasse.

3. Le seguenti personalità appartenenti al più stretto entourage di R. Prodi dovrebbero essere sospettate di saldi legami non solo con il Kgb, ma anche adesso con l'Svr (controspionaggio militare) e diversi gruppi "siloviki" (patrioti) in Russia, che collaborano con il Svr: Luciano Segre (agente dell'intelligence); Alessandro Ovi (agente dell'intelligence o agente di influenza); Stefano Manservisi (agente di influenza); Daniela Flamini (agente dell'intelligence).

Tutte queste quattro persone sono collegate tra loro, tuttora incontrano periodicamente ufficiali del Svr, ricevono denaro contante da loro e compiono missioni di vario genere (per lo più politicamente orientate) - allo stesso tempo indipendenti e mirate ad ottenere le azioni necessarie da Romano Prodi. Un grosso quesito resta riguardo Marco Vignudelli, lì non è stata ancora raccolta alcuna prova sufficiente che permetta di sospettarlo in quanto collaboratore del Svr. Ci sono solo molti (relativamente deboli) sospetti".

La campagna di menzogne, come si vede, lascia al centro della trama un Prodi manipolato o furbescamente consenziente nella sua manipolazione, inventando intorno a lui addirittura agenti lautamente pagati da Mosca e "travestiti" da collaboratori - tra i più fidati - del capo del Governo. Il dossier racconta come torbida una presunta amicizia e un'altrettanto ipotizzata frequentazione tra Prodi e Vladimir Groshev, "un uomo d'affari molto conosciuto, la controparte di RP nella creazione di una joint venture di Nomisma, strettamente collegato con il Svr": "Groshev ha continuato a incontrare RP (nell'Europa occidentale, ma raramente in Italia), spesso negli ultimi anni - sebbene senza alcun valido pretesto lecito, strettamente su base personale (anche se costoro non sono per nulla amici intimi). Si sono incontrati molte volte a Bruxelles e Parigi, compreso al tempo in cui RP diresse la Commissione Europea". Raccontata così la figura di Prodi, si può tirare il filo dell'entusiasmo di Mosca per la sua vittoria.

"Dopo che Romano Prodi ha vinto le elezioni, fonti del Svr confermano che la cosa fu presa molto positivamente e con entusiasmo dai capi, che adesso si aspettano una collaborazione molto più fattiva tra le comunità dell'intelligence italiana e russa. (...) Tra i risoluti "oppositori" di Prodi, in posizione nettamente anti russa, il Svr elenca coloro che appaiono essere invischiati nello scandalo Nigergate, Abu Omar: Marco Mancini, Gustavo Pignero, Nicolò Pollari. Il Svr li considera come seri nemici che per lungo tempo hanno agito come un team in questioni anti-russe e hanno danneggiato seriamente gli interessi dell'intelligence russa in Italia. Il Svr è certo che tutti e tre hanno abusato e fatto cattivo uso del vivo desiderio di Berlusconi di collaborare con i corpi di sicurezza russi - così come nel loro impegno di collaborazione e cospirazione politica con i loro colleghi degli Usa".

Nel facile schema del fangoso dossier di Scaramella si intravede una figura elementare. Da un lato, Prodi e il suo staff, consapevolmente manovrati dai servizi russi. Sull'altro versante, Pollari-Pignero-Mancini, i tre più alti dirigenti del Sismi, fieri oppositori delle infiltrazioni russe in Italia. Nello schema, naturalmente, il senatore Paolo Guzzanti e Mario Scaramella, come gli spioni del Sismi, sono "obiettivi" dell'offensiva voluta da Vladimir Putin.

Si legge nel dossier: "Il Svr considera Paolo Guzzanti uno stretto alleato del Sismi/di Pollari/di Mancini. E pure implicato in atti di falsificazione contro gli interessi russi, così come nel Nigergate e nel caso Abu Omar. Quelli del Svr pensano che Guzzanti sia in stretti rapporti confidenziali sia con Pollari che con Mancini. Dicono che Guzzanti era ed è ancora uno degli uomini che in segreto fungono da anello di congiunzione tra Berlusconi e Pollari e che coordinano numerose operazioni sovversive anti-Prodi in Italia. Stando alle fonti del Svr, una delle attuali specialità di Mario Scaramella è la "contraffazione di dossier sul nucleare del Kgb", idea fatta propria e finanziata dalla Cia e dagli ultra-conservatori dell'amministrazione Bush guidati da Dick Cheney".

Non potevano mancare magistrati e giornalisti che nel fantasioso documento di Scaramella dovrebbero, nell'interesse di Mosca, favorire l'eliminazione dei "fieri oppositori" del Kgb in Italia. Si legge: "Fonti del Svr ritengono che il pubblico ministero Armando Spataro non abbia nulla a che fare con affari legati al Kgb/Svr, ma che sia ovviamente influenzato dalle sue preferenze politiche e che abbia motivi personali per perseguitare Mancini & company. Il giudice Guido Salvini è considerato essere politicamente molto meno impegnato, ma è quotato come incallito ufficiale di Stato anti Usa/Cia con legami molto sospetti di lungo termine, inclusi contatti personali, dalla Russia. Esiste la possibilità che possa essere corrotto da parte russa. Sia Spataro che Salvini sono ritenuti essere, dal Svr, strumenti di pressione adeguati, per l'entourage di Prodi, nel dare la caccia ai nemici possibili di RP all'interno del Sismi. Una delle mie fonti del Svr afferma che siano in rapporti confidenziali, riservati con i più stretti colleghi di sinistra di Prodi (presumibilmente una delle persone sopra menzionate legate agli affari del Kgb)".

Veniamo ora a Repubblica, che nel corso del tempo ha condotto inchieste sul passato di Putin e il nuovo potere del Kgb; sul sequestro di Abu Omar; sul Nigergate; sulle manipolazioni del Sismi di Nicolò Pollari. Giornale nemico, dunque. Si legge: "Sulla base di dati provenienti da fonti del Svr, vi sono molte ragioni per ritenere che i giornalisti de la Repubblica Carlo Bonini e Giuseppe D'Avanzo siano influenzati da informazioni venute fuori da fonti del Svr - sebbene non vi siano assolutamente indicazioni che costoro potrebbero collaborare con alcuna agenzia di stato dell'Urss/russa. Costoro pubblicarono un articolo che affermava che il signor Prodi stava prendendo in considerazione per il delicato posto di direttore del Sismi Giuseppe Cucchi. Le fonti pensano che Cucchi sia saldamente sostenuto dai capi del Svr e dai loro contatti nell'entourage di Prodi che collaborano con il Svr e che la sua nomina per quell'incarico sia stata prestabilita prima che Prodi vincesse le elezioni. Cucchi è personalmente ben conosciuto da molti russi (ufficiali e collaboratori del Svr) che lo contattano da molti anni nell'ambito delle attività di Nomisma, a cui Cucchi partecipa in modo costante".

Repubblica viene accusata di aver utilizzato come fonti degli scandali Nigergate e Abu Omar, Agathe Duparc (corrispondente da Ginevra di Le Monde) e Vladimir Ivanidze (giornalista russo free-lance che ha lavorato al periodico svizzero Hebdo) e di aver addirittura cominciato a raccogliere alla fine di giugno 2006 (quindi, prima che Litivinenko fosse avvelenato con il polonio a Londra) informazioni su Mario Scaramella e Paolo Guzzanti (le due circostanze sono entrambe false).

Nel dossier farlocco, Scaramella raccoglie le informazioni che gli vengono da "sue fonti del Svr". Quali? "In una pausa dell'udienza del tribunale del riesame - racconta l'avvocato di Scaramella, Sergio Rastrelli - ho chiesto al mio assistito chi fosse la fonte di questo file. Mario mi ha risposto che almeno le informazioni su Prodi gli venivano da Euvgenij Limarev".

Euvgenij Limarev, figlio di un generale del Svr, è stato consulente "coperto" della commissione Mitrokhin. Repubblica lo ha raggiunto telefonicamente. "Non sono io la fonte. Ma non mi stupisco. E' l'ennesima fabbricazione di Mario Scaramella. Se domani associassero il mio nome a un dossier sulla morte di Pinochet, non mi stupirei".

Ridere di Scaramella? Forse si potrebbe anche farlo, se le menzogne contenute nel file "Prodi" non fossero state utilizzate di volta in volta in questo ultimo mese da parlamentari e giornali della destra. Forse si potrebbe anche riderne se questo file calunnioso non fosse stato creato soltanto nel settembre scorso. La circostanza inquieta anche il pubblico ministero. Concludendo il suo intervento dinanzi al tribunale della libertà, Pietro Saviotti ha detto: "I documenti sequestrati a Scaramella mi fanno dire che questa indagine è soltanto all'inizio. Per conto di chi, nel settembre 2006, Mario Scaramella raccoglie questo dossier? E chi lo paga?".

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