Da La Repubblica del 10/05/2007

Sentenza definitiva per l'ex numero tre del Sisde. Sarà rinchiuso nel carcere militare. Dopo 15 anni la Corte si pronuncia sulle accuse sostenute dai boss Buscetta e Brusca

Contrada, la Cassazione conferma: dieci anni per concorso esterno alla mafia

L'ex 007: "Spero che qualcuno si pentirà del male che mi ha fatto. Un giorno la verità sarà ristabilita".

di AA.VV.

ROMA - L'ex numero tre del Sisde Bruno Contrada è colpevole. Quindici anni dopo l'arresto, la Cassazione ha confermato la condanna a dieci anni di reclusione pronunciata per concorso esterno in associazione mafiosa dalla Corte di Appello di Palermo nel processo d'appello bis.

Contrada: "Qualcuno si dovrà pentire". "Spero che qualcuno si pentirà del male che mi ha fatto". Dalla sua casa a Palermo, Contrada fa leggere da una amica di famiglia, una breve dichiarazione: "Quasi al termine della mia esistenza l'ingiustizia degli uomini mi ha inferto quest'ultimo colpo. Farò appello alle mie residue forze fisiche e morali per resistere ancora, così come ho fatto per 15 anni. Sono sicuro - ha detto ancora Contrada attraverso il legale - che verrà il momento, che forse io non vedrò, in cui la verità della mia vicenda giudiziaria sarà ristabilita".

Il pg: "Colpevole oltre ogni dubbio". Secondo la Suprema Corte sono valide le dichiarazioni di una decina di pentiti, da Tommaso Buscetta a Giovanni Brusca, secondo le quali lo 007 ha fatto gli interessi di Cosa nostra. Come ha detto il pg Antonello Mura nella sua requisitoria, Contrada è "colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio".

Sarà rinchiuso nel carcere militare. Per Contrada si aprono le porte del carcere militare. Come spiega Piero Milio, legale di fiducia, seppure l'imputato ha 77 anni ed è in pensione, "essendo un ex militare deve essere rinchiuso nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere e per chi, come lui, è stato condannato per reati di mafia, la legge non prevede misure alternative al carcere se non in presenza di gravissime condizioni di salute".

L'avvocato: "Una sentenza annunciata". D'altronde - ha aggiunto l'avvocato - il destino di Bruno Contrada era segnato ancor prima che cominciasse il processo: abbiamo lottato ma era condannato ancor prima che fosse emesso il verdetto. La Suprema Corte però - ha aggiunto Milio - potrebbe non avere colpe in questa decisione in quanto si è limitata a leggere le carte scritte da altri giudici. Spero che gli italiani si indignino davanti a questa ingiustizia".

Un processo lungo 15 anni. Contrada venne arrestato il 24 dicembre 1992. In carcere rimase per trentuno mesi malgrado ricorsi presentati perfino alla Corte europea per i diritti dell'uomo. Il 12 aprile del '94 iniziò il primo processo a suo carico, e il 19 gennaio del '96, al termine di una requisitoria protrattasi per 22 udienze, il Tribunale inflisse all'ex poliziotto 10 anni di reclusione e tre di libertà vigilata. Il verdetto di primo grado fu però ribaltato dalla Corte d'Appello di Palermo che nel 2001 assolse Contrada. Ma il 12 dicembre del 2002 la Cassasione riaprì il caso, annullando l'assoluzione e dispondendo un nuovo giudizio presso la Corte d'Appello di Palermo che, l'anno scorso, pronunciò la sentenza di condanna oggi confermata in Cassazione.

Contatti con i corleonesi. Secondo l'accusa, l'ex funzionario del Sisde avrebbe iniziato i suoi rapporti con Cosa Nostra tramite il conte Arturo Cassina, grande appaltatore palermitano, amico del boss Stefano Bontate. Dopo l'uccisione di Bontate nel 1980, Contrada avrebbe mantenuto contatti con i nuovi potenti di Cosa Nostra, i corleonesi di Totò Riina.

"Sono un uomo di Stato". Contrada ha sempre rivendicato il suo ruolo di uomo dello Stato, sostenendo di non avere mai conosciuto mafiosi e di essere stato accusato "per vendetta" da criminali da lui perseguiti in passato.

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