63. A Giovanni Moro
Non recapitata
Documento aggiornato al 04/01/2005
Mio Carissimo Giovanni, casa
credevo di avere scritto una lettera di amore e di ricordo per ciascuno di voi. Ed ora mi viene l'assurda (ma reale) preoccupazione che tutto sia andato disperso in perquisizioni giudiziarie o di polizia. Mi affretto perciò a scrivertene un'altra, sperando che, restando in deposito qualche tempo sia più fortunata. Voglio dire a te ed Emma tutto l'amore e la fiducia che vi porto e l'angoscia che mi prende nel dovervi lasciare soli così giovani. Ma siete di buona tempra e di grande serietà. Non perciò il dolore è meno grande. Giovanni caro, io ti ricordo piccolissimo, ti ho seguito con tutto l'amore, ti ho dato la gioia del gioco e della compagnia. Ho rispettato il momento nel quale cercavi la tua autonomia, ma mi sono allietato tanto, quando tu, proprio tu, sei tornato qualche volta a carezzarmi come da piccolo. Ammiro il tuo impegno nello studio (ma [...] qualche esame in più) e rispetto la tua vocazione. Ma la politica ha delle irrazionalità per cui non conviene restarvi al di la dell'età dell'esperienza umana. Non far mancare neppure tu a Luca l'affetto e la compagnia di cui ha tanto bisogno. Avrei voluto assicurarglieli io. Come si fa? Non è male se resti un po' di più in casa. Anche lo spirito è più sereno.
Ti stringo con Emma in un grande abbraccio nel quale mi pare di trovare la tua dolce infanzia. Che Iddio ti benedica, t'illumini, ti aiuti, ti ridia poco a poco, non la dimenticanza ma la serenità. E siate tutti uniti, ch'è l'unica cosa che conta.
Con Emma ti abbraccio forte forte
il tuo papà
credevo di avere scritto una lettera di amore e di ricordo per ciascuno di voi. Ed ora mi viene l'assurda (ma reale) preoccupazione che tutto sia andato disperso in perquisizioni giudiziarie o di polizia. Mi affretto perciò a scrivertene un'altra, sperando che, restando in deposito qualche tempo sia più fortunata. Voglio dire a te ed Emma tutto l'amore e la fiducia che vi porto e l'angoscia che mi prende nel dovervi lasciare soli così giovani. Ma siete di buona tempra e di grande serietà. Non perciò il dolore è meno grande. Giovanni caro, io ti ricordo piccolissimo, ti ho seguito con tutto l'amore, ti ho dato la gioia del gioco e della compagnia. Ho rispettato il momento nel quale cercavi la tua autonomia, ma mi sono allietato tanto, quando tu, proprio tu, sei tornato qualche volta a carezzarmi come da piccolo. Ammiro il tuo impegno nello studio (ma [...] qualche esame in più) e rispetto la tua vocazione. Ma la politica ha delle irrazionalità per cui non conviene restarvi al di la dell'età dell'esperienza umana. Non far mancare neppure tu a Luca l'affetto e la compagnia di cui ha tanto bisogno. Avrei voluto assicurarglieli io. Come si fa? Non è male se resti un po' di più in casa. Anche lo spirito è più sereno.
Ti stringo con Emma in un grande abbraccio nel quale mi pare di trovare la tua dolce infanzia. Che Iddio ti benedica, t'illumini, ti aiuti, ti ridia poco a poco, non la dimenticanza ma la serenità. E siate tutti uniti, ch'è l'unica cosa che conta.
Con Emma ti abbraccio forte forte
il tuo papà