70. A Elio Rosati

Non recapitata

Documento aggiornato al 04/01/2005
Mio carissimo Elio,

non solo per l'antica e cara amicizia che ti porto, ma per istintiva intuizione ho pensato a te, mano a mano che andavo considerando, giorno per giorno, la situazione ed, in essa, da un lato la mia, dall'altro quella della D.C. Del poco che so, so almeno questo, che fedele al tuo costume, non hai avuto incertezze e paure hai rifiutato il conformismo ed il quieto vivere, ti sei impegnato con una posizione autonoma, quando altri si andavano imbrancando acriticamente sotto il pretesto dell'interesse di partito e di una unità malintesa, della D.C. Oggi quello che si nota è la mancanza di coraggio e questo fa sì che il nostro appaia un partito acritico, tutto arroccato su una medesima posizione. E tu sai che questo non è invece mai avvenuto e che la dialettica è stata aperta tra noi. Ebbene, oggi tu rimani pressoché solo ad adempiere questo compito essenziale, tu rimani solo a rompere il ghiaccio. Ma sai pure, che sotto la scorza dell'indifferenza e del conformismo, una parte notevole della base democristiana ripugna profondamente alla mia attuale condizione ed al grosso rischio che essa comporta. Nessuno parla, ma molti temono. Ed io credo che se uno alzasse la sua voce, una voce limpida, come la tua, proprio in questi giorni che coincidono con una grossa riunione della Direzione DC, le voci di consenso, sensibili, anche se forse non maggioritarie, non mancherebbero. Io non vedo altri che te che possa dire questa parola e guidare, al massimo possibile insieme con Misasi, un movimento di opinione pubblica che bilanci le ferree esigenze di regime che si esprimono sulla stampa. Bisogna parlare subito, alto, forte, con chiarezza, utilizzando la stampa anche settimanale e, ovviamente, tenendo d'occhio l'andamento della Direzione sulla quale non mi faccio però soverchie illusioni. Poiché si tratta di problemi di coscienza (e nessuna è più limpida della tua), desidero dirti, per così dire, solennemente che la proposta di scambio od altra simile, specie se attuata immediatamente, sarebbe stata la meno onerosa per la D.C. Aggiungo che tutte le altre saranno forzatamente più onerose e sarebbero perciò da evitare, se prevalesse, come dovrebbe prevalere, il buon senso. Tutto quello che farai nei prossimi giorni, con la forza della disperazione, (e cerca di farlo capire agli altri) è il meglio per la D.C., è un salto di salvezza su di un abisso.
Non ti dico altro, perché so che tu capisci per immediata intuizione. Mi auguro tanto che tu riesca, associando tutte le altre forze disponibili. Perché tanti amici sono diventati così timidi: se fossero insieme quelli sui quali abbiamo sempre contato, la partita sarebbe vinta. Il silenzio è un delitto. Che c'è di male chiedere la salvezza di un amico quando, oltretutto, altrimenti, si corre un rischio mortale? Datti da fare dunque come avrai già fatto. Non si parli di elezioni. Nelle condizioni presenti, pagheremmo un prezzo estremamente alto.
Grazie per quanto farai, parlando in giro e nei corridoi delle camere, raccogliendo firme, rilasciando interviste.
Ricordami ai tuoi ed abbiti il più cordiale abbraccio
Tuo

Aldo

P.S. Anche gli amici di Bari hanno attenuato la loro voce per presunte ragioni elettorali. Dì loro che rischiano di essere puniti ben più gravemente, che se avessero detto che intendevano salvare un vecchio amico per ragioni umanitarie.

On. Elio Rosati
 
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