Da Adnkronos del 23/02/2005

Mafia, nel 2003 Provenzano fece da paciere tra i clan

Riina chiederà gli arresti domiciliari per motivi di salute

E' quanto emerge dalle indagini che oggi hanno portato all'arresto, tra Palermo e Roma, di quattro esponenti di primo piano del clan di Brancaccio
Bernardo Provenzano, indiscusso mammasantissima di Cosa nostra, fece da paciere fra la famiglia mafiosa del quartiere Brancaccio e quella del rione di Santa Maria di Gesù. Ciò nel 2003, quando dopo l'arresto del boss, Giuseppe Guttadauro, la famiglia di Santa Maria di Gesù cercò di mettere le mani sul territorio del quartiere Brancaccio, non sapendo però che quella zona aveva già un suo 'capo': Benedetto Graviano, domiciliato a Roma, in un appartamento di Campo de' Fiori, da dove, grazie ai suoi ufficiali di collegamento, Cesare Lupo e Pietro Tagliavia, impartiva ordini. Fu proprio il superboss latitante, Bernardo Provenzano, nelle intercettazioni chiamato 'zio', a dirimere la vicenda relativa a chi dovesse controllare il territorio.
La vicenda emerge oggi dopo il blitz delle forze dell'ordine che ha portato in carcere quattro presunti mafiosi tra cui lo stesso Benedetto Graviano, esponente della famiglia del quartiere Brancaccio, dove venne ucciso nel 1993 padre Pino Puglisi. I fermati sono accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, riciclaggio e gestione illecita degli appalti. L'operazione, coordinata dalla Dda di Palermo, avrebbe colpito il ''nuovo assetto verticistico della famiglia mafiosa di Brancaccio''.
Totò Riina intanto chiederà gli arresti domiciliari per motivi di salute. Lo anticipa a 'Panorama.it' l'avvocato Luca Cianferoni, fiorentino, legale del boss mafioso di Corleone, attualmente ricoverato all'ospedale 'San Paolo' di Milano dove è stato operato per un'ernia del disco. L'intervento chirurgico, considerato di 'routine', è stato effettuato dall'equipe medica fuori dal normale orario di lavoro, per motivi di sicurezza. ''Riina -informa il sito internet del settimanale diretto da Pietro Calabrese- ha incontrato il suo avvocato proprio in ospedale, per stabilire la strategia delle richieste di scarcerazione. Oltre alla discopatia, l'ex capo di Cosa nostra ha subito due infarti e soffre di disfunzioni alla tiroide; patologie che suggerirebbero, secondo il suo difensore, gli arresti domiciliari''.

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