Da Reuters del 03/07/2006

Amato: prima minaccia 'ndrangheta e camorra, non terroristi

La principale minaccia alla sicurezza dell'Italia non è il terrorismo islamico, né la mafia o la Brigate rosse, ma la 'ndrangheta e la camorra. Lo ha detto oggi il ministro dell'Interno Giuliano Amato.

Gli investigatori italiani hanno inferto durissimi colpi sia a Cosa nostra che all'organizzazione brigatista, ha spiegato il responsabile del Viminale in un'intervista a Reuters, mentre il terrorismo internazionale sembra essersi concentrato sull'Iraq. "Forse l'Europa è ora una sorta di backstage, di dietro le quinte", ha detto il ministro, parlando in inglese.

Dunque la camorra campana e la 'ndrangheta calabrese sono ai vertici di un'ipotetica classifica delle maggiori minacce alla sicurezza del Paese.

"Se dovessi fare una lista dei rischi in Italia, metterei in testa 'ndrangheta e camorra, le Brigate rosse alla fine e le attività terroristiche internazionali in mezzo", ha detto Amato.

Il 10 aprile scorso, dopo una lunghissima indagine, la polizia ha catturato Bernardo Provenzano, il "capo dei capi" della Mafia siciliana, poi nei giorni scorsi ha arrestato 45 persone che secondo gli investigatori gli avrebbero consentito di restare in latitanza per oltre 40 anni.

"Al momento, (la Mafia) è stata disarmata - ha detto Amato - posso dire (però) che considero sia la 'ndrangheta calabrese che la camorra campana due pericolosi nemici".

"IL TEATRO PRINCIPALE E' L'IRAQ"

Amato, al Viminale da meno di due mesi, ha detto che l'Italia è in allerta dagli attacchi terroristici che hanno colpito Madrid e Londra, ma ha aggiunto che "al momento non vediamo nulla che sembri portare davvero a un attacco".

L'Italia, che ritirerà le proprie truppe dall'Iraq entro l'autunno, resta vulnerabile né più né meno della Francia, che pure non ha inviato truppe nel Paese arabo, ha affermato il ministro.

"Ora il teatro principale è davvero l'Iraq, perché attrae molti terroristi", ha detto Amato, secondo cui la morte di Abu Musab al-Zarqawi, ucciso in Iraq da un attacco aereo Usa ai primi di giugno, non ha dato vita a un flusso di simpatizzanti dall'Italia all'Iraq.

Agli investigatori italiani risulta che solo 10 persone hanno lasciato il paese per recarsi in Iraq, e che tre di esse vi sono morte, ha detto Amato.

E l'Italia, che rispetto a Francia e Gran Bretagna ha un minor numero di immigrati, non deve neanche far fronte a una generazione di giovani arabi scontenti che vivono in periferie dove regna la segregazione, ha aggiunto il capo del Viminale.

Le nuove Brigate Rosse non erano affatto sconfitte quando i suoi leader sono stati arrestati, a partire dal 2003, ma per Amato gli estremisti rimasti in libertà "hanno una potenzialità molto limitata", e le due persone più pericolose del movimento armato sono "sotto controllo" in Italia del Nord.

E' un messaggio rassicurante sulla sicurezza, quello del ministro? "Direi che è rassicurante - ha risposto Amato - il che ovviamente non esclude che qualcosa possa accadere...ma le condizioni attuali sono migliori che in passato".

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