Da La Nazione del 21/02/2004

L'ex terrorista nero fuori dopo 29 anni di detenzione

Semilibertà per Mario Tuti

L'ex terrorista nero fuori dopo 29 anni di detenzione. All'ergastolo per tre omicidi Mario Tuti esce dal carcere

LIVORNO - "Resterò sempre in carcere anche se otterrò la semilibertà. E' un problema psicologico. Dopo tanti anni la galera ti entra dentro. Oggi spero di poter aiutare la gente, di fare qualcosa di utile".
Così diceva un anno fa Mario Tuti, l'ex terrorista nero condannato a due ergastoli per tre omicidi e a 14 anni per la rivolta nel carcere di Porto Azzurro. Da ieri è in semilibertà. L'ha deciso il tribunale di sorveglianza di Firenze: Tuti ha lasciato il carcere delle Sughere, dov'era dal 2000, per quello di Civitavecchia dove la notte rientrerà a dormire. Lavorerà nel volontariato che si occupa del recupero dei tossicomani: collaborerà nello sviluppo e nella gestione di progetti che potrebbero avere finanziamenti europei.
Mario Tuti, 57 anni, empolese, è stato il fondatore del Fronte nazionale rivoluzionario. Il 24 gennaio '75 uccise a colpi di mitra due poliziotti: il brigadiere Leonardo Falco e l'appuntato Giovanni Ceravolo, che erano andati a casa sua per una perquisizione. Scappò in Francia: fu arrestato, estradato in Italia e condannato all'ergastolo. Nell'aprile '81, nel carcere di Novara, Tuti strangol - con il neofascista Pierluigi Concutelli - il presunto terrorista nero Ermanno Buzzi, ritenuto un confidente della polizia. Fu condannato a un altro ergastolo e trasferito a Porto Azzurro, dove il 25 agosto dell'87 capeggiò la rivolta dei detenuti: altri 14 anni.
Da quel giorno un comportamento irreprensibile: ha studiato, si è dedicato all'informatica, ha assistito una ragazza disabile. Non abbastanza per fargli ottenere la semilibertà dal tribunale di sorveglianza di Milano nel 2000 e neanche da quello di Firenze nel 2001. A Livorno ha continuato a essere un detenuto modello. Ha proseguito gli studi in scienze forestali, si è iscritto al conservatorio, ha realizzato un cd rom multimediale sul museo Fattori, è stato protagonista di uno spettacolo in carcere sul Vangelo, ha scritto un saggio per il libro "La Bibbia dei non credenti", ha collaborato con l'Arci di Marco Solimano: "Oggi c'è tanta violenza, cieca, senza fini ideologici, - ha detto qualche tempo fa - pericolosa come quella terroristica. Io conosco la violenza, ne sono stato partecipe e artefice. Forse potrei cercare di far capire ai giovani quanto sia pericolosa e inutile, convincerli a tenerla lontana perché ti può attrarre come un vortice".
La prima volta che Tuti è uscito dal carcere era il 28 dicembre 2002: 4 ore. Un anno fa altre 30 ore. Adesso, dopo 29 anni di carcere e 720 giorni di riduzione pena accumulati, è semilibero. "Ci mostrato - dice Emilio Giusti, comandante della polizia penitenziaria delle Sughere - come con la volontà anche chi ha fatto gravi errori possa cercare di riscattarsi".
Chi invece non riesce a vederci niente di buono è Anna Falco, 15 anni quando il padre fu ucciso da Tuti. Anche lei è in polizia: "E' una vita che sono stata costretta a scegliere. La mia giovinezza e i miei sogni mi sono stati rubati. Non ce l'ho con lui, ma con il sistema che lo tutela più delle sue vittime. Il risarcimento per la morte di mio padre è del '99, ne avremmo avuto più bisogno quando è stato ucciso". Così diceva qualche anno fa. Ieri quando ha saputo da noi che Tuti era semilibero, ha taciuto.
 
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